Capitolo 21: Un essere raccapricciante

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James tentò con tutte le sue forze di liberarsi ma la presa del suo avversario era ferrea e non gli lasciava vie di scampo. Cercò Peter con lo sguardo e venne colto da un profondo senso di sollievo quando si rese conto che ancora si muoveva. Era ancora in tempo! Se solo avesse potuto soccorrerlo... guardò Thom negli occhi e si ritrovò di nuovo a rabbrividire. Che cosa gli era successo? Com'era potuto diventare così? E perché faceva una cosa del genere? Sperò con tutto se stesso che qualcuno scendesse in strada ad aiutarlo, ma nessuno si fece avanti. Rimasero tutti chiusi in casa, al sicuro, fingendo che nulla stesse accadendo.
Serrò i pugni con rabbia. Come potevano dimostrarsi tanto indifferenti? Come potevano starsene in disparte mentre due ragazzi stavano per essere uccisi?
Poi uno strano pensiero gli attraversò la mente, forte e chiaro. Probabilmente lui avrebbe fatto la stessa cosa. Quando si era lanciato su Thom, nel disperato tentativo di aiutare Peter, si era stupito di quella sua azione. Non gli era mai capitato di agire così, senza pensare. Per un momento aveva creduto di poter davvero fare la differenza, di aver finalmente trovato il coraggio che tanto desiderava avere.
"Già" pensò disperato "E guarda com'è finita" la stretta intorno al suo collo aumentò, facendolo sussultare.
Ben presto si sentì mancare e abbandonò le braccia lunghi i fianchi, esausto. Sarebbe finita così? Non era neppure riuscito a salvare il suo compagno. Se Mia fosse stata lì lo avrebbe sicuramente sgridato.
La vista iniziò ad annebbiarsi e i contorni di quel mostro che un tempo aveva conosciuto così bene divennero terribilmente confusi. Poi, proprio quando pensava che davvero fosse finita, la presa sul suo collo diminuì, e si ritrovò a respirare di nuovo.
Aaron afferrò Thom per i capelli e lo scagliò a terra con furia, staccandolo dal ragazzo. Questo cadde a terra in ginocchio, tossendo terribilmente. Ci era andato davvero vicino. Chiuse gli occhi e cercò di riprendersi mentre il sapore del suo stesso sangue gli esplodeva fra le labbra.
Thom fece per rialzarsi ma Aaron lo infilzò con la sua spada tranciandogli di netto il cuore. Sapeva bene dove colpire per uccidere una persona. Aveva studiato l'anatomia degli esseri umani per anni e le numerose battaglie a cui aveva partecipato lo avevano aiutato.
Nel frattempo Mia si era inginocchiata accanto a Peter che tra i due feriti sembrava il più grave e aveva osservato con orrore lo squarcio sul suo petto. Gli aveva preso una mano, cercando di tranquillizzarlo, e con l'altra aveva sfiorato la ferita, sussurrando l'incantesimo di guarigione che già aveva usato con Delfine. Questa volta guarire la ferita fu molto stancante perché era terribilmente profonda, ma riuscì comunque nell'impresa.
Una volta guarito Peter si voltò verso i suoi compagni, sospirando esausta, e quello che vide la lasciò senza parole. Thom era steso a terra a pancia in giù, con un lama conficcata nel petto, all'altezza del cuore. Dopo un colpo del genere sarebbe dovuto morire eppure si muoveva ancora.
Il suo corpo aveva dei piccoli spasmi e le orbite di quelli che una volta erano stati degli occhi umani roteavano velocemente. Portò le braccia dietro le schiena, in una posa innaturale, e iniziò ad allungare le dita in cerca della lama che lo teneva costretto a terra. Quando la trovò iniziò a sfiorarla, procurandosi dei piccoli tagli sui polpastrelli. Aaron sapeva di dover fare qualcosa ma la scena lo aveva talmente scioccato che non riusciva a muoversi. Thom si tirò su, portandosi sulle ginocchia, e toccò la punta della spada che gli spuntava dal petto. Mia trattenne il fiato. Aveva la testa leggermente piegata all'indietro e gli occhi bianchi completamente sbarrati. La bocca era spalancata in modo innaturale. Sembrava si fosse slogato la mascella e della saliva colava dagli angoli delle labbra verdastre. La testa le girava terribilmente e il cuore le batteva all'impazzata. Era da parecchio che non provava una simile paura.
L'essere produceva uno strano suono con la gola, simile ad un lamento. Aaron non attese oltre. Sfilò la lama dal petto di Thom e la usò per recidergli la testa dalle spalle. James raggelò alla vista di quel sangue. Era insolitamente scuro e con una strana consistenza.
Il corpo di Thom cadde a terra, finalmente privo di vita, e i quattro compagni fissarono allibiti il piccolo ragno nero che fuoriusciva dai suoi vestiti, fuggendo velocemente.

Lilith rise divertita osservando l'espressione dei presenti quando avevano visto il viso di Thom.
Era seduta a terra a gambe incrociate e davanti a lei c'era una piccola pozza d'acqua nella quale si riflettevano tutti gli avvenimenti di Aberlon. A quanto pare la sua idea aveva funzionato. Grazie a quei ragni poteva giocare con le persone e costringerle a fare ciò che voleva, anche dopo la morte. Peccato che Mia ed Aaron si fossero messi in mezzo.
Quando Lilith aveva visto il viso di Mia riflesso nello specchio si era morsa le labbra con irritazione. Quella ragazza era ovunque. Quando aveva lasciato l'Accademia aveva sperato di non dover mai più rivedere quel suo sguardo gentile, così terribilmente irritante, e invece eccola lì, sempre pronta a fare del bene. Davvero seccante. Se mai l'avesse incontrata di nuovo non l'avrebbe lasciata andare tanto facilmente.
Si alzò in piedi, muovendo appena le gambe indolenzite. Ormai era da parecchio che Alec l'aveva lasciata sola.
Un rumore di passi la fece sorridere, credendo che il ragazzo fosse finalmente tornato. Poi si rese conto che più di qualcuno si stava avvicinando e il suo sorriso svanì.

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