Capitolo 19: La creatura misteriosa

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Il cuore di Mia batteva all'impazzata.
Quella grotta era più profonda di quanto pensasse e al suo interno l'oscurità regnava sovrana.
Si era offerta di fare un po' di luce ma Aaron l'aveva fermata facendole notare che se la creatura a cui davano la caccia era pericolosa sarebbe stato molto meglio restare nell'ombra.
Il ragazzo teneva la spada puntata davanti a se e si muoveva sul bordo della parete, tastandola con la mano. Mia lo seguiva, distinguendo appena la sua figura nell'oscurità. Si irrigidiva ad ogni piccolo rumore e stringeva con forza l'elsa della sua spada. Aveva una gran voglia di sguainarla e puntarla davanti a se come aveva già fatto Aaron, ma qualcosa glielo impediva.
Non sentiva neppure il bisogno di tastare le pareti. Era come se sapesse già dove andare. Si sentiva attratta come da una calamita verso il centro della caverna e camminava spedita, senza guardarsi indietro.

All'improvviso Aaron si fermò e la costrinse a fare lo stesso.
"Che cos'è?"
Mia tese l'orecchio, restando in silenzio, e avvertì uno strano rumore. All'inizio pensò si trattasse del vento ma poi capì che non era così. Rabbrividì quando si rese conto che ciò che sentiva era un profondo respiro. Quale creatura poteva produrre un suono simile?
Il respiro era molto forte e aumentava di intensità man mano che i due compagni si avvicinavano alla fonte di quello strano rumore. I capelli di Mia si muovevano leggermente, solleticandole le spalle ogni volta che la creatura espirava. L'intensità del suo respiro, però, non era l'unica cosa bizzarra. Ogni volta che questo la colpiva infatti, la ragazza si rendeva conto che era stranamente caldo, ed iniziò a temere di rimanere bruciata se fosse avanzata troppo.

Aaron si fermò, notando una luce. Lui e Mia cercarono di rimanere nell'oscurità e sbirciarono quella che sembrava una grande sala scavata nella roccia.
In alto, una piccola apertura lasciava entrare quella che sembrava la luce della luna, eppure erano ancora in pieno giorno. Al centro della sala un piccolo lago argentato brillava sotto quel bizzarro fascio di luce e delineava il contorno di un'immensa figura. Quando gli occhi di Mia riuscirono a distinguerne i particolari  rimase a bocca aperta.
"Un drago..." sussurrò ad Aaron piena di meraviglia. L'enorme animale sembrava un grosso rettile, con zampe possenti e artigli affilati. Aveva due immense ali fissate ai lati del corpo e tre corna di diversa grandezza sul muso elegante. Aprì appena le fauci, mettendo in mostra i denti affilati e liberando un piccolo sbuffo di fumo. Non sembrava averli notati. Era disteso a terra, con la testa abbandonata sul bordo del piccolo lago. La luce della luna illuminava le sue scaglie del colore del mare creando stupendi giochi di luce che lasciarono la ragazza senza fiato.
Quando vide lo sguardo di Aaron, così freddo e minaccioso, si sentì morire.
"Non possiamo ucciderlo!"
Lui la guardò sorpreso, "Sei impazzita? È per questo che siamo qui. Non possiamo lasciarlo in vita, potrebbe essere pericoloso!"
"Ma fino ad ora non ha fatto del male a nessuno!" ribatté Mia con sicurezza. Tornò a guardare la figura del drago e notò che perdeva sangue. C'era una grande ferita sul suo corpo, nel punto in cui le scaglie si interrompevano per lasciare spazio alla pelle morbida.
"Aspettami qui"
Aaron non fece in tempo a fermarla. La ragazza entrò nella sala, lasciando che la luce la illuminasse. Il drago girò lentamente la testa e ruggì quando vide la figura della donna che si muoveva verso di lui. Il suo ruggito fu così potente che per un momento Aaron sentì le pareti tremare. Mia si fermò, guardandolo negli occhi, "Non voglio farti del male"
Si sfilò lentamente la cintura e gettò la spada a terra. Aaron imprecò a bassa voce. Era davvero impazzita! Voleva farsi uccidere?
Con sua grande sorpresa si rese conto che l'animale era rimasto immobile e guardava con curiosità la donna che aveva ripreso a camminare. Avvicinandosi, Mia riuscì a notare dei nuovi dettagli che da lontano non era riuscita a vedere, come gli occhi del drago, talmente chiari da sembrare quasi bianchi. Le incutevano paura e allo stesso tempo rispetto.
Quando fu abbastanza vicina sostenne il suo sguardo e tese lentamente la mano verso il muso dell'animale.
Questo sbuffò, liberando una piccola nuvola di fumo che la colpì sul viso facendola tossire. Mia si ritrovò a sorridere, interpretando quel gesto come una specie di gioco e posò la mano sulla testa del drago, accarezzando appena le sue forti squame. Erano dure al tatto e probabilmente indistruttibili.
Non doveva essere semplice ferire una simile creatura e si chiese perché qualcuno lo avesse fatto. Era così bella! Le sembrò di udire un'emozione in risposta ai suoi pensieri.
"Puoi sentirmi?" il drago assentì, scuotendo il muso enorme, e il cuore di Mia ebbe un sussulto. In tutta la vita mai si sarebbe aspettata di vivere un momento simile. Le parole non potevano descrivere cosa stesse provando in quel momento di fronte a quella creatura straordinaria. La cosa certa, però, era che per un momento aveva smesso di pensare. Aveva dimenticato tutti i suoi problemi mettendoli da parte con facilità ed una gioia immensa le aveva preso il cuore.
"Lascia che ti aiuti" disse spostando lo sguardo verso la ferita. Era molto grande ma non sembrava troppo profonda.
Scavò nella memoria, cercando di ricordare i vari incantesimi di cui aveva letto sul libro di magia. Avvicinò le dita alla ferita e si concentrò, sussurrando parole in una strana lingua. Il drago mugugnò appena, mentre la ferita si richiudeva con facilità sotto il tocco leggero della dita di Mia.
Aaron abbassò finalmente la sua arma e rimase a bocca aperta di fronte a quella scena tanto irreale.
Al ritorno in Accademia, non gli avrebbe creduto nessuno.

Thom era assorto nei suoi pensieri. Erano passate ore ormai da quando Aaron e Mia erano usciti dal villaggio per dare la caccia alle creatura che terrorizzava i cittadini. Peter e James si erano sentiti dei veri vigliacchi quando i due compagni erano partiti da soli per svolgere la missione, ma non Thom. Lui era tranquillo. Sapeva che due soldati del loro calibro avrebbero ucciso la creatura senza problemi.
Era solo nella sua tenda e leggeva un libro che aveva trovato nella biblioteca di Aberlon. Non era mai stato un gran lettore perciò non riusciva a concentrarsi. Saltava interi paragrafi e sfogliava le pagine in cerca di qualche figura. Chiuse il libro e si mise a sedere, terribilmente annoiato. Sperava che la missione finisse presto. Non aveva intenzione di passare il suo tempo in quella strana cittadina.
"Ahi!" si portò una mano dietro al collo dolorante. Qualcosa lo aveva punto. Si massaggiò con le dita, sperando che il dolore passasse in fretta, ma il collo iniziò a bruciare terribilmente. Pian piano il calore cominciò ad espandersi in tutto il corpo e Thom si sentì mancare. Cadde a terra tremando, ansimando per trovare un po' d'aria, ma era come se la gola gli si fosse chiusa all'improvviso. Ansimò ancora per qualche secondo, poi smise di muoversi.

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