Alec guardò Mia con meraviglia.
Aveva battuto Luca come se nulla fosse, eppure il ragazzo era più grande di lei e probabilmente anche più forte!
"Stai bene?" chiese lei tendendogli la mano. Luca lo aveva gettato a terra senza nessun apparente motivo e Mia era subito corsa in suo soccorso.
"Grazie Mia" rispose lui timidamente "Dove hai imparato a muoverti così?", la ragazza fece spallucce.
"Vivo in mezzo ai ragazzi da sempre. Ho dovuto imparare a difendermi", sorrise, "il mio fisico comunque mi da un vantaggio su di loro"
Alec si stupì di quella affermazione.
"Come può essere? Tu sei molto più piccola di loro, più delicata... come può essere un vantaggio?"
Mia gli diede un pizzico sulla guancia, come faceva sempre quando gli sentiva dire qualcosa di stupido.
"Mi stupisco di te Alec! Cos'è che ti ho sempre detto? Non si giudica mai un libro dal suo aspetto. La copertina più logora potrebbe nascondere le storie migliori", il ragazzo era sempre più confuso, lei se ne accorse e sospirò:
"In uno scontro non contano solo i muscoli. Io non avrò mai la forza che ha un uomo, ma posso contare su altre qualità. La mia agilità per esempio, o il mio cervello"In quello scontro però, non bastava avere cervello. Marko aveva una forza inaudita e i suoi attacchi erano davvero brutali. Con il suo piccolo pugnale Mia non poteva sopraffarlo in un corpo a corpo e doveva limitarsi a schivare i suoi colpi. Alec si sentiva morire.
Aveva sempre pensato che Mia fosse coraggiosa, ma ora gli sembrava solo sciocca. Era chiaro che quell'avversario non era alla sua portata.Mia si gettò a sinistra, schivando per un pelo l'arma dell'uomo che si abbatte a terra scalfendo il terreno.
La ragazza rabbrividì. Quello non era un semplice test. L'uomo di fronte a lei attaccava per uccidere.
Sperava che la pesantezza della spada le avrebbe concesso un vantaggio, ma Marko era abituato a quel tipo di armi e non ne avvertiva il peso.
Un nuovo fendente, dal basso verso l'alto. Mia inarcò la schiena e indietreggiò. Imprecò quando si rese conto che un rivolo di sangue le scendeva lungo la guancia.
La folla impazzì vedendo la ragazza ferita. Nessuno dei soldati faceva il tifo per lei, ed erano convinti che lo scontro non sarebbe durato a lungo.
Mia si piegò all'indietro e, con tutta la forza che aveva colpì Marko alla testa con lo stivale. L'uomo urlò ed iniziò a barcollare.
La ragazza approfittò di quel momento per mettere distanza tra lei e il suo avversario.
Respirò a fondo e cercò di recuperare le energie. Questo scontro la stava sfinendo. Era già molto stanca per via della protesta, non era sicura di poter vincere.
Marko fece schioccare a terra la frusta, creando il silenzio tra la folla.
Mia infilò il pugnale nella cintura e si preparò a schivare un nuovo colpo.
La frusta di Marko schiocco ancora, stavolta nella sua direzione. Mia si lanciò di lato e la evitò, e così fece anche per i successivi tre colpi. Si guardava intorno per capire se ci fosse qualcosa che poteva usare, ma non aveva il tempo di pensare.
Prima che potesse rendersene conto la frusta le si attorcigliò intorno alla caviglia e un violento strattone la fece cadere a terra. Per un attimo non vide più nulla. La botta alla testa l'aveva stordita e la ferita perdeva ancora sangue.
Quando riacquistò la vista, vide Marko torreggiare su di lei. L'uomo la colpì allo stomaco, mozzandole il fiato.
Mia si piegò in due e iniziò a tossire dolorante. A quel punto Marko gettò a terra la frusta e sollevò la spada in alto pronto a darle il colpo di grazia.
Ad Alec tremavano le ginocchia. Non sapeva cosa fare. Voleva aiutarla ma quell'uomo era troppo imponente. Se si fosse intromesso sarebbe morto anche lui. Fu allora che Mia si alzò.
Con un gesto fulmineo scattò in piedi ed usò il suo pugnale per ferire Marko ad un braccio.
Il sangue iniziò a sgorgare copioso dalla ferita e l'uomo urlò.
Lasciò cadere a terra la spada e si allontanò, tenendosi la ferita per fermare il sangue.
Mia lo guardò arretrare con freddezza. Afferrò la frusta, rimasta a terra, e la fece schioccare verso di lui. L'uomo cadde a terra, appoggiando la schiena ad una colonna.
La ragazza valutò di nuovo il peso del suo pugnale, poi lo lanciò, creando il panico tra i presenti. Marko sentì il coltello ferirlo al viso.
Aveva chiuso gli occhi aspettandosi il colpo mortale, ma la ragazza lo aveva mancato, o almeno così aveva pensato all'inizio.
Quando guardò Mia negli occhi e sentì il pugnale conficcarsi nella colonna si sentì rabbrividire. Era lì che Mia aveva puntato. Se avesse voluto, quella ragazzina avrebbe potuto ucciderlo con un colpo solo.
Nella piazza regnava un silenzio assoluto. Kador era rimasto senza parole, e si irrigidì quando sentì lo sguardo di Mia spostarsi su di lui.
"Direi che ho vinto" disse sorridendo. Dall'altra parte del cancello alcuni uomini e donne esultarono rompendo quello strano silenzio. Mia rise di gusto, commossa da quella manifestazione d'affetto.
Si avvicinò a Marko e gli porse la mano:
"Tutto bene?".
L'uomo la guardò allibito.
"Mi spiace per la ferita, spero non sia troppo grave"
Marko, suo malgrado, si ritrovò a sorridere, "Nulla di irreparabile", si alzò in piedi con attenzione e le rivolse uno strano sguardo, quel tipo di sguardo che Mia aveva sempre sognato di vedere, colmo di rispetto.
Si rivolse di nuovo a Kador:
"Quando posso cominciare?"
Il comandante serrò i pugni, pieno di rabbia. Non poteva più tirarsi indietro. Per la prima volta, nella terra di Vahell, una donna entrava a far parte dell'esercito del Re...
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World of Shadows
FantasiMia ed Alec sono due ragazzi molto diversi fra loro, con una sola cosa in comune. Entrambi hanno una smisurata passione per le vecchie leggende, soprattutto quelle sui cavalieri che rischiavano le loro vite per salvare coloro che amavano! Mia vorre...