Capitolo 31: Lanciare un messaggio

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James venne svegliato dalla luce del mattino. Il giorno prima era stato così stanco da non riuscire a prestare attenzione ad una sola delle lezioni impartitegli da Rin. Non era andato neppure a cena. Semplicemente si era diretto nel dormitorio e aveva dormito come un sasso per ore ed ore.
Quando aprì gli occhi si rese conto che gli altri cadetti erano già vestiti e pronti a cominciare la giornata.
Tutti tranne Peter che, come lui, era stanco morto. James si mise a sedere, guardandosi attorno leggermente intontito. Perché si alzavano tutti così presto?

In piazza regnava il silenzio. I giovani soldati, così come i loro maestri e diversi capitani, osservavano immobili e con orrore la scena che si presentava davanti ai loro occhi. Uno dei loro compagni era stato ucciso la sera prima e lasciato in bella vista in modo che tutti potessero vedere. Tutti lo conoscevano. Il giovane Will. Il corpo del ragazzo era stato appoggiato alla parete. Le braccia aperte erano state fissate al muro bianco usando dei coltelli e la testa gli ricadeva sull'addome. Gli era stata tagliata la gola e il sangue che aveva versato era stato utilizzato per comporre una parola sulla parete alle sue spalle: Morte.
Alcuni ragazzi si allontanarono dalla scena, con gambe tremolanti, altri ancora si portarono una mano alle labbra, colti da una nausea improvvisa. Chi mai poteva aver fatto una cosa del genere?
Kador si fece avanti, spingendo chiunque si trovasse sul suo cammino. Quando vide Will ridotto in quelle condizioni il suo volto si oscurò, pieno di collera.
"Che cosa significa?" chiese con un tono di voce abbastanza alto da permettere a tutti i presenti di ascoltarlo "Venga fuori il responsabile! Alla svelta!" alcuni cadetti rimasero a bocca aperta.
Possibile che fosse stato uno di loro? Possibile che uno di quei ragazzi avesse ucciso brutalmente il suo compagno e messo su una scena del genere? I soldati più giovani scossero la testa contrariati. Non poteva essere! Era ridicolo!
"Vacci piano Kador" James si voltò verso il nuovo arrivato. Un uomo possente, alto almeno due metri, con una corporatura vigorosa e la testa calva. Aveva due grandi cicatrice che lo misero in soggezione. Una sul petto, e l'altra sul braccio destro. Dovevano essere state ferite molto gravi per lasciare delle simili cicatrici.
"Non hai il diritto di accusare nessuno di loro"
Peter sgranò gli occhi con incredulità quando si rese conto di chi fosse quell'uomo, e quando disse il suo nome a James, anche il giovane assunse la sua stessa espressione. Marko. Uno dei soldati più forti e più spietati che avesse mai messo piede in Accademia.
Non si vedeva spesso da quelle parti perché il Re in persona insisteva per averlo tra i suoi ranghi, a palazzo. Più di una volta gli era stato proposto di diventare Cavaliere, ma lui aveva sempre rifiutato, ritenendosi più adatto al ruolo di soldato semplice. James aveva sentito che fosse stato proprio lui ad affrontare Mia il primo giorno per determinare se la ragazza potesse entrare o meno in Accademia, e il fatto che avesse battuto un soldato di quel livello dava un'idea delle sue abilità militari.
"Come osi rivolgerti a me in questo modo?" chiese Kador sconvolto. L'uomo gli aveva sempre dimostrato un certo rispetto dato il suo grado nettamente superiore. Non si aspettava di certo una simile reazione.
"Gli uomini del Re sono uomini d'onore, onesti e leali" continuò Marko con severità "Nessuno di loro avrebbe mai ucciso in questo modo" guardò Will con aria triste. Non gli era mai piaciuto quel ragazzo, e aveva capito subito che un giorno si sarebbe messo nei guai, ma vederlo morto non gli faceva certo piacere. Era ancora così giovane.
"È chiaro che qualcuno ha voluto mandarci un messaggio, e non mi sembra nulla di buono"
"Un messaggio?" disse Kador ridendo "Ma per favore. Qualche ragazzo insolente avrà deciso di vendicarsi di questo cadetto. Non era molto ben voluto. Beh... ragazzo... o ragazza"
Marko lo fulminò con lo sguardo e il comandante si ritrovò ad indietreggiare impaurito.
Da quel giorno di tre anni prima non amava che qualcuno facesse commenti offensivi nei confronti di Mia. Per quanto lo riguardava quella donna era il soldato migliore che avesse mai incontrato.
"Pensala come vuoi" guardò i due ragazzi al suo fianco "Tirate giù quel poveretto. Seppellitelo come si deve e tornate alle vostre attività.
Qualcuno si occupi di ripulire quella parete"

Lilith guardava la luna imbronciata. Si annoiava a morte. Si era aspettata più scena dopo la morte di Will, invece dopo aver seppellito il corpo i cadetti erano tornati alle loro attività come se nulla fosse. Ovviamente Kador non aveva fatto nulla, nonostante in molti avessero capito che c'era da preoccuparsi dopo un avvenimento del genere.
"Non ti avevo chiesto di ucciderlo" disse Lilith all'uomo alle sue spalle.
Alec si fece avanti e sedette accanto a lei, sul cornicione.
"Dovevo togliermi questo peso" osservò la grande piazza di fronte ai suoi occhi, dove un tempo aveva passato il suo tempo a camminare con Mia.
"La maggior parte dei soldati in questo posto mi odiavano. Non facevano altro che prendermi di mira, fare battute sciocche... non mi mancheranno affatto"
Lilith sorrise e batté le mani allegramente, estasiata.
Quella sarebbe stata una serata molto importante. Aspettava da tanto quel momento.
Tese la mano destra di fronte a sé e si concentrò.
Centinaia di piccoli ragni iniziarono a strisciare attraverso le pareti dell'Accademia infilandosi in ogni pertugio alla ricerca dei dormitori.
Alec sospirò "Fai davvero paura"

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