Capitolo 26: Il gruppo si divide

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Aaron scrollò i suoi compagni, intimandoli ad alzarsi. James si mise a sedere, allarmato, e Peter sbadigliò, accigliandosi quando si rese conto che era ancora notte fonda.
"Che succede?" chiese sbuffando. Aaron iniziò a fare i bagagli e si alzò in fretta, terribilmente preoccupato.
"Mia è sparita"
"Come?!" James si guardò intorno in cerca della ragazza e quando si rese conto della sua assenza venne colto da un brivido. Si alzò in piedi, lasciando cadere a terra la coperta che usava per ripararsi dal freddo e si avvicinò ad Aaron. Peter fece lo stesso, con maggiore lentezza. Proprio non riusciva a preoccuparsi davvero per Mia. La stanchezza aveva sempre il sopravvento.
"Dove potrebbe essere?" chiese trattenendo a stento un nuovo sbadiglio. Aaron prese la sua arma e ne osservò la lama affilata brillare nella notte.
La terra tremò e un possente ruggito lo fece sussultare. Peter strabuzzò gli occhi, finalmente sveglio, mentre James si ritrovava ad arretrare terrorizzato.
"Sbrighiamoci!"

Quando Peter aveva visto Aaron correre in direzione di quello strano ruggito lo aveva creduto pazzo. Dovevano allontanarsi dal pericolo, non fiondarcisi in mezzo!
Era rimasto immobile ancora qualche secondo, poi, quando si era reso conto che James aveva seguito il suo comandante, aveva alzato gli occhi al cielo.
Se quel coniglio di James trovava il coraggio di affrontare una situazione come quella lui non poteva certo essere da meno. Sfoderò la sua spada e corse dietro ai suoi compagni.
Man mano che si avvicinavano alla fonte di quello strano rumore il suo terrore aumentava.
Era chiaro che a lanciare quell'enorme ruggito fosse stato un qualche possente animale e non era sicuro di voler scoprire che tipo di animale fosse.
La terra tremò ancora e uno strano calore lo raggiunse, mettendo a dura prova i suoi nervi.
In quella foresta sembrava tutto terribilmente uguale. Ovunque guardasse non vedeva altro che immensi alberi sfidare il cielo con le loro grandi chiome.
Una strana luce illuminò la foresta costringendo il piccolo gruppo di soldati ad interrompere la loro marcia.
"Cos'è stato?" chiese James tremante.
Aaron non si fermò a riflettere. Accelerò il passo tenendo la lama della sua spada ritta di fronte a se.
Ben presto la vegetazione si aprì e ciò che vide lo lasciò senza parole. Davanti a lui c'era una grande radura illuminata dalla luce della luna. Il manto erboso e alcuni alberi erano stati inceneriti, probabilmente colpiti da un incendio.
Al centro della radura un'enorme drago color del mare si lamentava tenendo gli occhi chiusi. Delfine. Si sorprese nel vederla. Non immaginava che li avrebbe seguiti.
James urlò, e strinse con forza la spada, imitato da Peter. In tutta la sua vita non aveva mai visto nulla del genere.
Aveva letto spesso di draghi nei libri che sua madre gli regalava quand'era piccolo ma non avrebbe mai immaginato di poterne incontrare uno un giorno. Era pure follia! Aveva sempre pensato che non fossero altro che semplici leggende e che se, al contrario, fossero mai esistiti, ormai si fossero estinti da tempo.
"Tranquilli" disse Aaron abbassando la sua arma "Non ci farà del male"
Peter rimase sulla difensiva, guardando Aaron come se fosse pazzo. Abbassare la guardia di fronte ad una simile creatura era davvero da sciocchi.
Il ragazzo si accovacciò accanto al corpo dell'immenso drago notando che stringeva a se una figura femminile.
Delfine scostò appena la testa permettendogli di osservare meglio.
Mia era terribilmente pallida e respirava appena. Quando le toccò una guancia, nel tentativo di svegliarla, si rese conto che era molto calda.
"Cos'è successo?" chiese sconvolto.
Delfine cominciò a grugnire, emettendo quelle che sembravano essere delle parole ma che per lui non erano altro che forti versi senza senso.
"Posso?" chiese tendendo la mano verso di lei. Il drago ritirò il muso, indecisa sul da farsi, poi lasciò che Aaron le sfiorasse le squame luminose.
Il ragazzo rabbrividì quando si rese conto che alcune immagini stavano prendendo vita nella sua mente accompagnate da forti emozioni che non riusciva a spiegarsi. Vide il viso sofferente di Mia e quello della donna che lo aveva causato.
Avvertì un brivido di piacere nel momento in cui Delfine aveva piantato gli artigli nel suo fianco e l'aveva sentita urlare. James si avvicinò, un po' titubante, e guardò Mia con apprensione.
"Che le è successo?"
"Deve trattarsi di un incantesimo" rispose Aaron scostandosi dal drago "Ma dal modo in cui si presenta si direbbe una specie di veleno. Ha la febbre alta... le serve aiuto"
"Manca poco ai cancelli di Larss" fece Peter rimanendo al suo posto e continuando a stringere l'elsa della sua spada "Lì possiamo trovare qualcuno che possa aiutarla"
Aaron scuoté la testa, "Non ci sono guaritori a Larss... non così qualificati almeno. Questo non è un semplice veleno. Ho visto la donna che lo ha iniettato. I suoi occhi sembravano quelli di un demone dell'Inferno"
James abbassò lo sguardo disperato. Che stava dicendo? Che Mia era spacciata? Che non potevano aiutarla? Aaron rifletté attentamente "Heilung!" esclamò all'improvviso "Lì ci sono i migliori guaritori della regione. Loro sapranno cosa fare!"
"Sei pazzo?" ribatté Peter "È a più di cinque giorni di cammino. Non ce la faremo mai"
"A piedi è troppo distante" fece James pensieroso "Ma forse... in volo...", alzò lo sguardo verso Delfine che strabuzzò gli occhi offesa.
Permettere a degli umani di cavalcarla? Che cosa ridicola! Si accigliò fissando James piena di rabbia. Il ragazzo tremò appena.
"Vo-voglio dire che i draghi sono creature davvero incredibili! In grado di attraversare immense distanze in poco tempo" lo sguardo di Delfine cambiò, passando dalla furia all'orgoglio "Mi sembra di capire che ti importi molto di Mia giusto?" il drago annuì con decisione emettendo fumo dalle narici "Allora, ti prego... aiutala ancora una volta"
Delfine guardò Mia che respirava con fatica e il suo sguardo si fece triste. Non aveva intenzione di abbandonarla, ne ora, ne mai. Se per farlo avrebbe dovuto sopportare quegli scioccanti umani allora avrebbe fatto un piccolo sforzo.

Aaron avvolse Mia nelle coperte e la prese tra le braccia.
Salì con cautela sulla schiena di Delfine, tenendola stretta a se. Fece una smorfia quando le squame del drago gli graffiarono la pelle.
"Temo che non sarà un viaggio molto piacevole"
Delfine sbuffo irritata. L'unico motivo per cui permetteva a quell'uomo tanto insolente di cavalcarla era Mia.
Non appena la ragazza fosse stata fuori pericolo avrebbe riprese ad odiarlo senza farsi troppi problemi.
Aaron guardò i suoi compagni che sellavano i loro cavalli. James e Peter sarebbero tornati a Larss per avvertire Kador sull'accaduto, sperando che l'uomo li avrebbe ascoltati. Lui e Mia li avrebbero raggiunti in un secondo momento.
Delfine aprì le ali possenti e spiccò il volo, facendo tremare il terreno. Aaron strinse i denti e si aggrappò ad uno dei corni dell'animale per mantenere l'equilibrio. Il vento lo colpì al viso con violenza.
Aveva chiesto a Delfine di volare più in fretta che poteva e il drago lo aveva accontentato.
A quella velocità non ci avrebbero messo molto per giungere a destinazione.
Sperò solo che Mia resistesse abbastanza a lungo.

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