Alec si sedette a terra esausto. Erano in una foresta al limitare della città. Lui e Lilith erano andati via dall'Accademia molto presto per evitare che qualcuno ficcasse il naso nei loro affari.
In realtà, Alec era scappato per un altro motivo, che Lilith non riusciva a comprendere, Mia.
La sera prima, dopo il suo litigio con la ragazza, non era riuscito a calmarsi e aveva deciso di non rientrare nel dormitorio. Mentre attraversava i corridoi dell'edificio aveva sentito degli strani rumori e nonostante avesse avuto un terribile presentimento si era avvicinato sempre di più per capire cosa stesse accadendo. Quello che aveva visto lo aveva lasciato senza parole. Will stava tentando di strozzare Mia con l'aiuto di un'asta. Per un attimo gli era sembrato che il tempo si fosse fermato mentre rifletteva per decidere cosa fare. La sua testa gli imponeva di muoversi, di afferrare Will per i capelli e strapparlo via dalla ragazza che amava, ma il suo corpo rimaneva immobile.
Era stato come tornare a quella notte di tanti anni fa in cui aveva guardato suo padre attaccare la madre senza riuscire a fare nulla.
"Ti senti in colpa?" fece Lilith sedendosi di fronte a lui. La donna aveva assistito a tutta la scena da lontano, senza sapere se intervenire o meno.
Quando era apparso Alec era stata presa dal panico ma il ragazzo aveva reagito magnificamente andando via.
"Che esagerazione! Non l'avrebbero uccisa comunque, volevano solo divertirsi un po"
"Come puoi parlare così?" rispose lui scioccato "È proprio vero. Sono un codardo. Ho abbandonato l'unica persona di cui mi importasse davvero qualcosa" si coprì il viso con le mani. Si sentiva davvero un verme. Non avrebbe più avuto il coraggio di guardare Mia negli occhi.
"Sapevi che sarebbe finita"
"Avrei preferito un finale diverso", da quando Lilith era entrata nella sua vita Alec era stato divorato da molti dubbi. Primo fra tutti il suo rapporto con Mia. Lui la amava, non c'erano dubbi su questo, ma chissà perché non riusciva a sentirsi davvero felice. L'aveva sempre seguita, rincorrendo i suoi stessi sogni, senza pensare a cosa voleva davvero.
Quella scemenza di diventare cavaliere per proteggere le persone che si amano... era Mia a volerlo, lui voleva qualcosa di più. L'unica a capirlo era stata Lilith che aveva iniziato ad insegnargli i segreti della magia e lo aveva fatto riflettere su quali fossero davvero i suoi desideri.
Quando aveva lasciato l'Accademia si era sentito libero. Era stata la prima volta che aveva davvero preso una decisione senza sentire l'influenza di chi gli stava intorno.
"Cos'è che vuoi Lilith? Perché sei venuta da me?" chiese all'improvviso. La donna lo guardò con i suoi occhi di fiamma, stranamente seria, incrociò le gambe ed iniziò a parlare:
"Sai anch'io sono una specie di orfana" disse sorridendo tristemente "Mia madre era una donna estremamente bella, ed era una grande maga. Fu lei ad insegnarmi i principi base della magia, come questo", mosse appena la mano destra davanti a se e una piccola fiamma prese vita sul terreno, "È risaputo che i sovrani siano soliti circondarsi dei migliori maghi della regione per la loro protezione e, a volte, per chiedere consiglio agli Dei. Mia madre era una di loro e il Re la teneva sempre al suo fianco", fece una piccola pausa, cercando le parole giuste da dire, "Un giorno accadde qualcosa che non si sarebbe mai aspettata. Il Re le mise le mani addosso. Era abituata a rifiutare gli uomini e non le importava quanto importante lui fosse. Lo respinse, sperando che questo non avrebbe cambiato il loro rapporto, ma ovviamente non fu così. Il sovrano la accusò di praticare magia nera. Disse che aveva attentato alla sua vita e che doveva essere punita. I suoi soldati irruppero in casa nostra e la portarono via. Quella stessa notte mia madre venne bruciata viva al centro della piazza della nostra città perché tutti vedessero..."
Alec rimase in silenzio.
Per la prima volta pensò che probabilmente anche Lilith aveva dei sentimenti. Ebbe pena di lei, e cercò qualcosa da dire che potesse farla sentire meglio, ma la donna non gliene diede il tempo.
"Rimasta ormai sola decisi di rivolgermi a mio padre, un uomo da cui mia madre aveva sempre cercato di tenermi lontana, ma che rappresentava l'unica cosa che mi era rimasta. Così lo cercai addentrandomi nelle terre di Dunkelheit" Alec ebbe un brivido e Lilith sorrise "Vedo che le conosci"
Ciò che conosceva di quella terra l'aveva appreso grazie a vecchie leggende che Mia gli raccontava quand'erano piccoli. Dunkelheit, la regione delle tenebre, la terra dei mostri, la culla degli incubi... gli avevano dato molti nomi durante i secoli, ma nessuno sapeva con precisione che cosa ci fosse in quelle terre. L'unica cosa che si sapeva per certo è che era molto meglio starne alla larga.
"Mio padre ovviamente non era un comune essere umano, ma mi accolse a braccia aperte e mi aiutò a diventare più forte, in attesa di questo momento..."
"Quello che vuoi è la vendetta?"
Il sorriso di Lilith si allargò, deformando il suo viso e facendola apparire una specie di spettro. I suoi occhi lampeggiarono, più vivi che mai.
"Non voglio una semplice vendetta. Voglio vedere quell'uomo strisciare ai miei piedi implorando il mio perdono. Voglio portargli via tutto ciò che ama e costringerlo a guardare mentre distruggo tutto ciò per cui ha lavorato in tutti questi anni"
"Sei pazza davvero..."
"Non lo siamo forse tutti?" Alec non rispose. Aveva un brutto presentimento. Quello che Lilith voleva fare era folle, e le sue origini lo spaventavano a morte.
"Ed è qui che arriva il bello. Il Re morirà tra le più atroci sofferenze e tu prenderai il suo posto sul trono, al mio fianco"
"Come?!" stava scherzando vero? Lui? Un re? Ridicolo! Sospirò, sempre più stanco. "Insomma, una rivoluzione... hai idea di quali conseguenze potrebbe avere una simile azione? E poi, uccidere delle persone?! Come puoi pensarlo?"
Lilith fece spallucce, "Per quanto mi riguarda l'umanità può anche bruciare. Io non ne faccio più parte", quest'affermazione lo lasciò senza parole. Era seria. Sarebbe andata fino in fondo.
"Andiamo Alec! Non è questo che vuoi? Essere forte, avere potere. Non saresti più un escluso, verresti trattato con adorazione e rispetto. Avresti il mondo ai tuoi piedi" si inginocchiò di fronte a lui e gli passò le dita tra i capelli.
"Pensaci. Nessun limite, nessuna costrizione. Governeremo sul mondo intero, saremo come degli Dei, probabilmente anche migliori"
C'era una grande follia nei suoi occhi ma, chissà perché, Alec non riuscì a distogliere lo sguardo. Immaginò di sedere sul trono, Lilith, bellissima, accanto a lui, e i soldati che chinavano la testa in segno di rispetto. Tutto quel potere... non poté fare a meno di desiderarlo.
"Perché sei venuta da me?"
"Perché io e te siamo uguali. Abbiamo gli stessi desideri" toccò il suo cuore e capì che lo aveva in pugno. Se suo padre l'avesse vista sarebbe stato fiero di lei. Aveva preso un uomo buono e lo aveva portato dalla sua parte. Alec sarebbe diventato un vero mostro e le avrebbe permesso di ottenere quel potere che tanto voleva. Doveva solo aspettare.
"Prima però, c'è una cosa che devi fare, se vuoi essere forte e lasciarti il passato alle spalle"
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World of Shadows
FantasyMia ed Alec sono due ragazzi molto diversi fra loro, con una sola cosa in comune. Entrambi hanno una smisurata passione per le vecchie leggende, soprattutto quelle sui cavalieri che rischiavano le loro vite per salvare coloro che amavano! Mia vorre...