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Ore 19.28.  

Ancora due minuti e poi Monica avrebbe potuto finalmente chiudere il negozio.

Era stata una giornata piuttosto intensa e pesante. Lucia, la sua collega, aveva concluso il suo turno già alle cinque del pomeriggio e Sara aveva chiesto un permesso. Il suo titolare, Jean Luis Dumont, era in centro, impegnato nella Milano fashion week, alla ricerca di qualche collezione nuova da inserire tra le proposte moda per la sua affezionata clientela maschile.

Nell'ultima ora, Monica si era ritrovata da sola a gestire la boutique ed un paio di clienti anziani che forse avevano più voglia di scambiare quattro chiacchiere che di fare acquisti seriamente. Si sentiva decisamente stanca e desiderosa di tornare a casa per farsi una doccia e rilassarsi un po' prima di uscire per la cena con la sua amica

Fece un respiro profondo pensando che mancavano soltanto due minuti e poi avrebbe potuto chiudere la boutique. Si era presa avanti con tutto già nelle prime ore del pomeriggio e non aveva necessità di trattenersi oltre.

I suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta a vetri scorrevole che si stava aprendo.

"Oh, no!" sospirò, considerando che i suoi programmi di rientro a casa in orario decente erano stati fin troppo ottimistici. Diresse a malincuore lo sguardo verso la persona che era appena entrata.

Ebbe un tuffo al cuore rivedendo la persona che stava entrando in negozio. Era il cliente di qualche giorno prima, il tipo alto, biondo e tremendamente sexy.

Christian.

Si ricordava benissimo il nome, l'unico dettaglio concreto che aveva di lui e le sovvenne che probabilmente era passato a ritirare i pantaloni del completo, quelli che lei gli aveva fatto provare e per i quali aveva preso la misura dell'orlo per farlo accorciare alla sarta. Fu sorpresa della sua presenza in negozio, aveva già dato per scontato che non sarebbe stata lei a consegnarglieli e quasi certamente non lo avrebbe più incrociato.

Il suo vero lavoro, non quello di commessa, ma quello di responsabile commerciale, in genere la costringeva a trascorrere buona parte del suo tempo nell'ufficio sul retro e molto poco con la clientela.

«Salve Monica, scusa per l'ora. Sono passato a ritirare i miei pantaloni» esordì l'uomo, distogliendola dai suoi ragionamenti. Le si avvicinò con un fantastico sorriso stampato sul viso che metteva in risalto una dentatura candida e regolare regalandole uno sguardo azzurro ed intenso in grado di spiazzare chiunque. Non abbastanza però da impedire a Monica di cogliere il particolare che l'uomo si ricordava perfettamente il suo nome. Come anche lei, del resto, per cui scelse di non limitarsi ad un saluto formale fingendo di non ricordarsi di lui, ma vezzeggiandolo come erano soliti fare in negozio con i clienti abituali.

«Buonasera Christian. Nessun problema per l'ora, il negozio è ancora aperto» gli rispose Monica rifugiandosi dietro la sua esperienza professionale per non farsi travolgere da quel sorriso accattivante.

«Immagino che i pantaloni siano pronti.» Ed ancora quel sorriso smagliante fece capolino sul suo viso dai lineamenti raffinati e leggermente abbronzato, l'aspetto tipico di una persona abituata a fare sport all'aperto.

Bello, indubbiamente bello, pensò Monica, faticando a concentrarsi sul suo lavoro piuttosto che sull'avvenente giovane cliente.

«Certamente. Vuoi ripro­varli?»

Era una domanda di rito che alla"Maison des Hommes" facevano ai clienti che passavano a ritirare i capi dopo gli interventi di sartoria, per espressa disposizione del suo titolare. Monica non condivideva affatto questa richiesta perché l'esperienza aveva abituato lo staff a prendere le misure in modo corretto e la sarta era una professionista che collaborava con loro da anni.

Irresistibile (wattys 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora