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«Hai mai pensato di fare la modella?» Il tono di Francesco sembrava impertinente.

«Mi stai prendendo in giro?» Monica lo guardò con aria quasi scandalizzata. «Non ho né il fisico né l'età.»

«Non mi sono spiegato. Intendevo dire: non vorresti posare per me e fare la modella?»

«Ti ripeto. Mi hai guardato bene?»

«Certamente, altrimenti non sarei qui a dirti questo. Volevo proporti di posare per il catalogo pubblicitario per la boutique.»

«Ma sono abiti per uomo. Non vorrai mica farmi indossare i capi maschili magari anche con la cravatta? L'ho sempre detestata se indossata da una donna.»

«No, pensavo ad un ruolo di contorno. Le fotografie avranno come soggetti uomini che indosseranno i capi della boutique. Tu potresti svolgere ad esempio il ruolo della donna dell'uomo d'affari, della sua segretaria, dell'autista.»

«Un ruolo da subordinata insomma...»

«Non necessariamente. E ti assicuro che la tua immagine contribuirebbe a dare alle fotografie un tono diverso. La presenza femminile ingentilisce sempre le cose...»

«Messa così, l'idea potrebbe anche stuzzicarmi.»

«Non mi hai detto che vorresti rilevare la boutique?»

«Beh, è un'ipotesi abbastanza realistica.»

«Allora ancora meglio. Sai che va di moda, ultimamente che sia direttamente il titolare a svolgere il ruolo di testimonial per il proprio prodotto. Psicologicamente dà un'idea di maggior serietà, di maggior coinvolgimento. Sai com'è: se ci si mette la faccia...»

«Sei un piccolo diavolo. Con le tue parole mi stai facendo capitolare al tuo volere.»

«Sei una donna tosta. Se hai deciso di capitolare, è perché razionalmente senti che ho ragione. Non sei certo un tipo che si lascia abbagliare da alcune facili parole.»

«Sei un tipo perspicace.»

«Lo so e tanto per cominciare, potresti accettare un mio invito a cena. Ti voglio portare in un localino nuovo che ha appena aperto e che voglio recensire per il mio blog.»

«Come mai tutto questo interesse?»

«Veramente è di un mio amico, ma sai... la pubblicità è l'anima del commercio.»

«Ed in questi tempi di crisi una spintina non guasta, vero?»

«Già, astuta la ragazza.»

Anna si vide recapitare in ufficio un piccolo bouquet di fresie rosa con un bigliettino. Lo aprì impaziente, curiosa di vedere chi glielo avesse mandato.

Sul cartoncino rosato, della stessa tonalità dei fiori, una grafia ordinata e squadrata occupava un paio di righe.

Scusami Anna per come è andata.

Veramente non era mia intenzione prenderti in giro né ferirti.

Spero che col tempo potrai perdonarmi.

A.C.B.

Anna si sentì presa da emozioni contrastanti. Quelle poche parole dimostravano che lui aveva capito quanto ci era rimasta male per il suo comportamento, ma erano talmente scarne da non lasciar immaginare altro. Lui aveva capito e le chiedeva scusa.

Null'altro.

In qualche modo segnavano la fine della loro storia mai iniziata. Anna sapeva che non sarebbe più stata in grado di vederlo con gli stessi occhi di prima o di ridargli quella fiducia che lui aveva tradito. Il suo risentimento avrebbe finito per pesare come un macigno rovinando tutto.

Irresistibile (wattys 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora