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La cena in un locale piuttosto familiare di Milano fu solo una piccola pausa alla passione che li aveva travolti dopo che le parole tra di loro avevano lasciato intendere l'intenzione reciproca di continuare la loro storia, nata in un contesto davvero inusuale, e non privo di difficoltà, ma che era in grado di riservare parecchie sorprese.

E il rientro a fine serata nella casa di Christian fu la prosecuzione dell'intensa passione che li travolse per tutta la notte, scatenando la loro fantasia che non sembrava aver limite né sentire il peso dell'intensa giornata, soprattutto per Monica che aveva cominciato a calarsi ancor di più nel suo prossimo ruolo di titolare di boutique.

Uno sbadiglio sulle labbra della ragazza ad un certo punto però tradì la sua stanchezza e Christian amorevolmente le chiese:

«Sei stanca cucciola?»

Monica si sentì pervadere da una piacevole sensazione sentendosi chiamare con quel nomignolo così affettuoso, quasi come se già potesse esprimere una certa intimità fra di loro.

«Beh, un po'» ammise Monica.

«Direi che ne hai il pieno diritto» commentò Christian. «La giornata è stata piuttosto lunga...»

«Sì, ma non ci rinuncerei per nulla al mondo. Anzi, se potessi, tirerei indietro l'orologio per godermi di nuovo tutte queste ore con te.»

«Non ce n'è bisogno, cucciola. Abbiamo tutta la vita davanti» e si avvicinò a lei stringendola fra le braccia in un modo protettivo. Monica appoggiò il viso al suo torace sodo, poggiando la guancia sul suo petto e sentendo il suo calore riscaldarle la guancia. Sollevò il viso verso di lui e lo fissò negli occhi.

Due iridi azzurre come il mare profondo incontrarono le sue che presto si spostarono sulle labbra per seguirne il movimento.

«Ti amo, Monica» le sussurrò Christian mentre un brivido intenso le percorreva la schiena.

«Anch'io Christian» ammise Monica e lui la strinse più forte facendola girare sul fianco e stringendola in modo che la schiena della ragazza aderisse al suo torace mentre le sue braccia la cingevano per non lasciarla andare mai più.

«Credo che ora ci possiamo concedere una pausa» le sussurrò tra i capelli e rilasciandole un bacio gentile «ma tra qualche ora possiamo riprendere esattamente da dove stiamo lasciando».

Monica inclinò la testa in modo da consentirgli di lasciarle un altro bacio prima di rilassarsi completamente e crollare in un sonno ristoratore pochi attimi dopo.

L'indomani mattina, anche se stanca morta, Monica si recò alla boutique.

Non aveva pensato di prendersi un dì di ferie, non potendo neanche lontanamente immaginare quanto sarebbe invece stato opportuno. L'intensa giornata precedente, per non dire della notte, erano state tutto fuorché rilassanti sul piano strettamente fisico e le ore di sonno erano state davvero poche.

Eppure Monica si sentiva particolarmente carica ed in vena di prendere davvero in mano il proprio futuro.

«Signorina Monica, ben tornata! Allora, mi racconti: com'è andata a Firenze?» le chiese Dumont non appena varcò la soglia della boutique senza darle neanche il tempo di salutarlo e nonostante già al telefono nei giorni precedenti gli avesse anticipato le cose più salienti.

«Meglio di così non poteva andare» commentò Monica e nell'udire le sue stesse parole le scappò un sorrisetto. Mai parole furono più vere e non soltanto riferite al lavoro!

L'inaspettato risvolto con Christian era andato oltre le sue più rosee aspettative. Non avrebbe mai pensato, da una trasferta per lavoro, di portarsi a casa un uomo che già le stava dichiarando amore e, bruciando tutte le tappe, già le aveva chiesto di andare a convivere.

Irresistibile (wattys 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora