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La mattinata era calda e soleggiata: l'ideale per godersi con calma la città, per poterne ammirare i vicoli più particolari, le viuzze più strette, i negozietti caratteristici mentre la gente ancora sonnecchiava. Era domenica e non c'era ancora il flusso di persone che di là a qualche ora avrebbe invaso tutte le vie, soprattutto quelle turistiche.

Si ritrovarono di fronte all'imponenza di Palazzo Pitti, con la sua facciata in bugnato e la sua enorme piazza. La maestosità dell'edificio ricordava a Monica i grandi palazzi storici di Parigi, la loro dimensione esagerata, il fatto che lei fosse quasi un puntino rispetto a loro.

«Ti piacerebbe se lasciassimo il centro e facessimo una passeggiata al Giardino di Boboli?» propose Christian. La proposta aveva un che di insolito, in base all'idea che Monica si era fatta di Lui. Era un uomo pratico, determinato, dalle decisioni rapide. Il suo look sempre curato denotava l'attenzione che lui dedicava al suo aspetto e si sarebbe aspettata da lui un'analisi dettagliata delle boutique del centro, magari arricchite da una dettagliata analisi professionale da parte di un'esperta della materia.

Invece, questo aspetto quasi romantico che lui aveva fatto affiorare contrastava fortemente con l'idea che si era fatta di lui e ciò non fece che suscitare in lei la curiosità di conoscerlo un po' di più, di andare oltre a quella che evidentemente era la sua facciata pubblica.

Ed anche di scoprire qualcosa di più intimo su di lui e di poter effettivamente chiarire a se stessa se meritasse continuare a frequentarlo sperando che il loro rapporto si trasformasse in qualcosa di più concreto o se invece meritasse tenerselo come amico e come consulente. In fondo. lui era nel mondo degli affari già da molto tempo e di certo aveva molta più esperienza di lei in quei campi in cui si accingeva ad entrare.

«A cosa stai pensando?»

«A tante cose in generale e a nessuna in particolare.» Monica non se la sentiva di svelargli i suoi pensieri, tanto più che riguardavano proprio lui. Quel lampo fulmineo che aveva attraversato la sua mente e che per la prima volta le aveva fatto credere possibile ed anche desiderare di avere finalmente una relazione stabile, una persona accanto con cui condividere la propria vita, un uomo a cui dedicare la propria attenzione, i propri pensieri, il proprio amore l'aveva scossa e quasi fatto provare un brivido. Razionalmente, non riteneva che fosse ancor giunto il momento giusto, ma la vicinanza di Christian, le sue premure, il suo atteggiamento galante le avevano fatto provare un brivido intenso di desiderio lungo la schiena e si stava facendo fortemente spazio nella sua mente.

«Come sei vaga! Ti senti a disagio con me?»

«No, veramente non stavo pensando a nulla in particolare. Forse mi hai stupito con la tua proposta di andare a visitare i giardini. Mi sembra contrastare con te.»

«Dici? Ho anch'io le mie passioni, oltre al lavoro.»

«Giardinaggio di alta classe?» lo stuzzicò Monica.

«No, diciamo piuttosto che all'università il corso di arte dei giardini mi aveva piuttosto interessato.»

«Hai studiato architettura?»

«Sì, prima di passare ad economia.»

«Ma dai!!!»

«Idee poche, ma confuse, vero?»

«Beh, effettivamente sono due settori completamente diversi.»

«Mio padre avrebbe voluto che portassi avanti lo studio di famiglia ed in un primo momento anch'io credevo di volerlo. Poi invece mi sono reso conto di non sentirmi proprio tagliato. Mi piaceva la parte creativa, quella dei contatti con i clienti, ma mi sono reso conto che preferivo di gran lunga studiare il piano economico o le possibilità di accedere ai mutui piuttosto che restare ore davanti al computer a cercare di armonizzare ambienti e dimensioni. E così, ho cambiato ramo.»

«Visto che sei riuscito a diventare un grande manager, direi che ne è valsa la pena» commentò Monica, contenta che si fosse lasciato andare a qualche confidenza personale.

«Grande manager? Forse. Diciamo che il mio lavoro mi piace molto anche se non manca di grosse responsabilità e mi costringe a vivere incollato al telefono.»

«Beh, finora non ha ancora suonato» constatò Monica.

«Non ci crederai, ma l'ho spento. Poi più tardi controllerò se ci sono effettivamente delle emergenze, non voglio vivere scollegato dal mondo, ma desidero trascorrere alcune ore solo con te, senza interruzioni.»

Monica si sentì lusingata da questa ulteriore attenzione che l'uomo le stava riservando mentre si incamminavano lungo la scalinata che portava all'immenso giardino.

Si persero nei colori e nella magica atmosfera del paesaggio, ancora per lo più deserto e si concessero qualche piccola confidenza avvicinando pian piano i loro mondi ed i loro pensieri.

Passando vicino ad una fontana, Monica mise la mano in una vasca e si bagnò le dita. Poi schizzò qualche goccia d'acqua sul viso di Christian che non si aspettava quell'insolito scherzetto da ragazzini e rimase un attimo titubante. Poi prese a rincorrerla, ma Monica, avendo intuito la sua reazione, si era già allontanata. Le lunghe gambe di Christian la raggiunsero con veloci falcate e quando fu da lei, la imprigionò fra le sue braccia e la baciò. Monica si lasciò andare a quell'inaspettato momento romantico e quando lui si staccò dalla sua bocca, provò quasi un senso di delusione. Avrebbe voluto restare racchiusa fra le sue braccia ancora per un po', a sentire il senso di protezione che lui sapeva infonderle. Era bello per una volta lasciarsi andare, cedere alla propria fragilità e non doversi dimostrare sempre una donna decisa forte, determinata.

Monica e Christian scoprirono di avere molte cose in comune e qualche desiderio irrealizzato simile.

«E così avresti voluto fare un corso di ballo latino» commentò Christian.

«Sì, ma non avevo mai trovato un ballerino disponibile ad imbarcarsi con me in una simile avventura.»

«Forse non lo avevi mai cercato con impegno. Credo che alle scuole si rivolgano anche single, non solo coppie.»

«Giusto. E tu, allora perché non hai mai iniziato?» lo stuzzicò Monica.

«Vuoi la verità?»

«Sì, assolutamente.»

«Per pigrizia» le sussurrò e si mise a ridere.

«Ok, allora siamo in due a non essere molto convinti.»

«Se vuoi però ora il ballerino lo hai trovato. Potremmo informarci già domattina e cominciare in settimana.»

«Credo che sarò piuttosto impegnata per i prossimi mesi.»

«Più di ora?»

«Penso proprio di sì.»

«Come mai?»

«Ho in programma grandi cose che mi stanno facendo agitare il sonno e mi tengono in ansia anche da sveglia.»

«Anche adesso vero?» le chiese Christian. Aveva infatti notato in lei una sorta di tensione che la prendeva in certi momenti nonostante il loro incontro fosse piuttosto spensierato e lui ci tenesse fortemente a mantenerlo su toni leggeri per non farla sentire prigioniera di scelte non ancora condivise.

«Beh, il pensiero va sempre là» ammise Monica e si decise a confidargli il suo proposito di rilevare la boutique.

«Così domani sarà una giornata campale» esclamò Christian con aria trionfante.

«Credo di non poter più rinviare la risposta. Dumont è stato fin troppo gentile con me dandomi il tempo di verificare tutto e di studiare con la calma la fattibilità dal mio punto di vista.»

«Se hai bisogno di aiuto, sai che puoi sempre contare su di me» le rispose Christian di slancio, consapevole di quanto ci tenesse a quella donna che stava entrando sempre di più nei suoi pensieri, nella sua anima, nelle sue vene.

Si sentiva completamente preso da lei e per la prima volta realizzò che non era solo qualcosa di fisico. Era la sua testa ad affascinarlo, la sua determinazione, il suo voler riuscire a sfondare nella vita, esattamente com'era successo a lui. Il suo atteggiamento competitivo lo intrigava da morire e sentiva che con lei la vita non sarebbe mai stata noiosa, sarebbe stata una sfida continua ma avrebbe potuto creare anche un forte legame per risolvere insieme le avversità.

C'era però ancora un passaggio da chiarire.

Irresistibile (wattys 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora