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Tre mesi dopo

«Allora, posso contare su di te?» chiese Anna.

«Stai scherzando? Non potrei mai mancare alla festa del tuo compleanno. Piuttosto dimmi, hai bisogno di una mano?»

«No, pensavo ad una cenetta semplice, in un ristorante.»

«Noi due sole?» Monica si aspettava la telefonata dell'amica. Sapeva che di là a pochi giorni avrebbe compiuto gli anni e già si era segnata nell'agenda del telefono di passare in profumeria per prenderle un regalo e l'idea di un invito, magari in pizzeria per mangiare qualcosa insieme non le dispiaceva.

In quell'occasione, avrebbero avuto anche un po' più di tempo per stare insieme.

Anna ultimamente era presa da un grosso lavoro che il suo capo le aveva affidato e restava spesso in ufficio fin dopo l'ora di cena.

Monica, dal canto suo, aveva la vita se si può dire, ancora più incasinata.

Aveva completato le pratiche per l'acquisto della boutique, era riuscita grazie a Christian ad ottenere un finanziamento ad ottime condizioni, ma alla fine aveva deciso di lasciarlo fuori dall'operazione commerciale. Non voleva interferenze sul suo campo lavorativo e soprattutto non voleva mischiare lavoro e sentimenti, quasi come per una sorta di scaramanzia.

Se con Christian le cose avessero funzionato, avrebbero avuto un argomento in più di cui parlare e su cui confrontarsi, mentre se invece fossero andate male, ognuno sarebbe andato avanti per la propria strada, senza dover aggiungere alla separazione altre inutili complicazioni.

Poi, con Francesco, aveva lavorato assiduamente alla campagna fotografica per il lancio della boutique. Cogliendo il suggerimento dell'amico, aveva posato anche lei in alcuni scatti pur rimanendo in secondo piano.

I soggetti principali delle immagini restavano comunque prestanti modelli, qualcuno, per scelta di Monica, anche in là con gli anni. La ragazza desiderava far passare l'idea che la classe non ha età ed intendendo rivolgersi ad un target non solo giovane.

Del resto, gli uomini un po' più maturi erano anche quelli che più potevano disporre sul piano economico e che più facilmente avrebbero potuto scegliere gli abiti delle grandi griffe della sua boutique.

«Carina, un paio di scatti al tuo uomo proprio non possiamo proprio farli?» aveva più volte chiesto Francesco, con insistenza.

Monica si era chiesta il perché della sua domanda.

Christian era indubbiamente un bell'uomo, dall'aria sicura e tenebrosa che avrebbe fatto una grandissima figura, soprattutto sui tabelloni esposti ai lati delle strade di Milano o sulle gigantografie appese alle fiancate degli autobus.

Il suo fisico asciutto, il suo portamento elegante, il suo viso bellissimo e da schiaffi al tempo stesso, i suoi occhi azzurri non avrebbero avuto nulla da invidiare a qualche prestigioso modello, ma le aveva espressamente chiesto di restare nell'ombra.

La moda non era il suo campo e non aveva voluto lasciarsi coinvolgere dalle insistenze di Monica, fortemente pilotate dall'amico fotografo.

Ma forse a Francesco interessava di più la possibilità di avere qualche occasione per incontrarlo, per provare ad esercitare il suo fascino su di lui, per provare a stuzzicarlo...

Purtroppo per lui, Christian era un etero convintissimo e, dopo aver chiesto a Monica di convivere, aveva anche deciso di mettere la testa a posto.

Soltanto la sera prima, al suo rientro dalla boutique, aveva trovato la casa immersa in luci soffuse, il salotto inondato da una luce calda e rosata, musica romantica di sottofondo, il tavolo apparecchiato per due e addobbato con centrotavola floreale e candele accese.

Irresistibile (wattys 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora