12

6.2K 248 8
                                    

Monica era assorta a controllare le ultime fatture arrivate. Nonostante il sottofondo musicale che si spandeva nella bou­tique, le parve di riconoscere una voce che le risultava decisamente familiare.

Era una voce maschile, calda, roca, sensuale. Si soffermò per capire cosa stesse dicendo.

«Devo assolutamente parlare con la responsabile commerciale, per un reclamo» insistette l'uomo.

«Può dire a me» intervenne prontamente Sara, abituata ormai da tempo a far fronte a qualsiasi esigenza dei clienti, comprese le lamentele assurde. Qualcosa le suggeriva che l'uomo d'affari appena entrato in negozio, con quell'aria tanto affascinante e sfrontata, aveva di certo qualche lamentela infondata da far valere.

«No signorina» ribatté fermamente il cliente «devo assolutamente parlare con la responsabile.»

«Vede signore... La signorina Giordano è impegnata in questo momento. Vuole che le chiami Monsieur Dumont?»

«Non ha sentito bene?» rispose l'uomo spazientito. Monica si stava già affacciando alla boutique. Aveva sentito anche troppo e non era il caso di far innervosire il cliente, né di lasciar soffrire inutilmente quella povera commessa.

«Buongiorno, sono Monica Giordano, la responsabile commerciale della boutique» disse avvicinandosi a Christian e tendendogli la mano per un saluto formale che sperò risultasse il più naturale possibile.

Doveva pur sempre salvare le apparenze. La commessa non sapeva che tra loro due ci fosse stato un torrido incontro ravvicinato.

Il contatto con la mano calda e morbida di Christian le provocò quasi una scossa che si unì al brivido che le corse lungo la schiena al solo pensiero di ciò che avevano fatto nel camerino della boutique qualche giorno prima. E per un fugace istante pensò che non le sarebbe dispiaciuto essere una volta di più da sola in boutique con lui.

L'uomo le fece uno dei suoi sorrisi mozzafiato.

«Piacere signorina Giordano. Dovrei fare un reclamo» ribadì lui prontamente.

«Prego, mi segua nel mio ufficio» lo invitò, facendogli strada. «Sara, mi occupo io del signore» confermò alla collega.

«Dimmi Christian, è solo una scusa o c'è veramente qualcosa che non va?» gli chiese non appena furono soli ed ebbe richiuso la porta dell'ufficio dietro di sé.

«Sai Monica, i pantaloni nuovi...» la guardò con aria maliziosa. «Beh, hanno qualche problema.»

«Davvero?» chiese premurosamente Monica. Mi sembra ti stessero bene e che la lunghezza fosse perfetta.

«La lunghezza sì, ma per il resto no. Sai, se quando li indosso penso a te, fanno un enorme difetto sul davanti...» le espose seriamente.

Monica si fermò un attimo ancora concentrata sulla possibile soluzione del problema, prima di strabuzzare gli occhi, rendendosi conto che la stava prendendo in giro.

«Che scemo!» e si mise a ridere.

«Veramente! Tirano in una maniera assurda.»

«Dimmi invece, seriamente. Hanno davvero qualche difetto o sei tu ad avere qualche problema? Perché sai, io propenderei per questa seconda ipotesi...»

«Dai, i pantaloni sono perfetti. Volevo rivederti e visto che non eri di là, quella del reclamo è stata la prima cosa che mi è venuta in mente.»

«Bella scusa. Non pensi alla figura che avresti potuto farmi fare di fronte al mio titolare? Non mi avresti certo semplificato la vita. Monsieur Dumont ci tiene particolarmente alla soddisfazione dei clienti e non vuole che sorgano incomprensioni.»

Irresistibile (wattys 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora