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«Anna, oggi pomeriggio finalmente consegnamo la casa a Biasini.»

Matteo Castiglione era entusiasta e quasi non riusciva a contenersi.

Ultimamente alcuni grossi lavori stavano giungendo a conclusione e per lui il momento della consegna al cliente era un'esperienza che ogni volta assaporava come se fosse la prima volta, quasi come un bambino che finalmente scarta il regalo tanto desiderato che Babbo Natale gli ha appena portato.

Si gongolava nel vedere le espressioni stupefatte dei clienti e le loro facce ammirate quando coglievano via via i particolari high-tech, le ultime novità tecnologiche e tutte le diavolerie che riusciva ogni volta ad escogitare dando un tocco di unicità ai suoi lavori. E poi, in modo particolare le clienti, esprimevano un sacco di commenti positivi sugli accostamenti di colori, sulle tappezzerie scelte, sui copriletti e addirittura gli asciugamani di cui spesso forniva i bagni, creando delle sapienti note di colore.

Anna questa volta non sprizzava lo stesso entusiasmo, nonostante una grossa fetta del lavoro fosse opera sua. Avrebbe preferito essere a mille miglia da lì, forse in quella ventilata vacanza nei mari caldi del Sud pur di non incontrare ancora Alex Biasini.

Era stata una strana storia, la loro.

Difficile da digerire per il suo modo di sognare l'amore.

Non si sentiva ancora libera dalle emozioni che provava per lui. Non avrebbe saputo dire se si trattava solo di rabbia, di delusione o forse ancora di attrazione. Magari un giorno lo avrebbe perdonato, come lui le aveva chiesto di fare nel bigliettino che accompagnava il mazzo di fresie, ma per il momento si sentiva soltanto confusa.

Sì, si disse tra sé, la decisione di troncare con lui era stata la sua scelta migliore.

La sera prima Monica le aveva confidato che Christian era passato in negozio e che aveva insistito perché uscissero insieme, per scusarsi anche con lei.

«Ho preferito temporeggiare. Sai non so ancora se ho voglia di rivederlo. Non mi è piaciuto ciò che ci è accaduto» le spiegò l'amica e, mentre da un lato apprezzava il fatto che stesse lasciando Biasini un po' sulle spine, dall'altra il diverso comportamento che l'uomo stava adottando con loro le lasciò l'amaro in bocca. A lei aveva mandato un mazzo di fiori accompagnato da un bigliettino di scuse, mentre con Monica era andato di persona.

Provò una fitta al cuore, ma restò salda sulla sua decisione di non dargli nessun'altra possibilità.

«Non farti problemi per me. Diciamo che è stata una cosa che poteva accadere...»

«Sì, ma credo tu sia ancora ferita. Mi sembrava che lui ti piacesse.»

«Sì, ma per fortuna eravamo solo agli inizi. Cercherò di venirne fuori.»

Nella voce di Anna c'era però una nota di tristezza che tradiva una scarsa convinzione.

«Anna, ne sei davvero convinta?» insistette l'amica.

«Davvero! Non preoccuparti per me» riprese sembrando forse un po' più convinta. «Certo, mi fa una strana sensazione pensare che esci con lui, ma va bene. Io comunque ho chiuso.»

«Non correre» l'ammonì Monica. «Ha detto che vuole scusarsi. E sì, che vorrebbe rivedermi, ma sai che io degli uomini mi fido poco. Quanto a lui, ancora meno...»

«Non si può mai dire. Comunque, non sarò io l'ostacolo. E' una strana sensazione ma credo di potercela fare. Non è molto diverso da quello che succederebbe se tu stessi uscendo con un mio ex fidanzato...E Alex non era nemmeno il mio ex, solo una conoscenza un po' più approfondita di altre, ma forse nemmeno quello...»

Monica si mise a sorridere, poi aggiunse:

«Mi fa uno strano effetto sentirtelo chiamare Alex. Io continuo a chiamarlo Christian. Eppure stiamo parlando dello stesso uomo.»

«E' vero, ma succede solo tra noi. In studio lui per me è soltanto il dottor Biasini e, pensa, gli do addirittura del lei.»

«Davvero? Pazzesco.»

«Una bella rivincita. Lo tratto con distacco e, se posso, lo evito come la peste bubbonica. Non ti dico la sua faccia...»

Monica si mise a ridere pensando alla sottile strategia che l'amica stava attuando per vendicarsi di lui. Ma non si sentiva di biasimarla.

«Davvero non ti scoccia se lo rivedo per un chiarimento?»

«No, davvero. Anzi, sono convinta che delle scuse le debba anche a te.»

La consegna della casa confermò le aspettative di Castiglione. Biasini ne fu totalmente soddisfatto ed apprezzò anche il piccolo centrotavola di piccolissime orchidee selvatiche che era stato posto sul tavolino di cristallo in salotto e che riprendeva le nuances del divano in pelle in una particolare sfumatura color melanzana che dava un po' sul bordeaux.

La casa appariva piena di stile, raffinata, elegante, ma anche giovane ed estremamente funzionale.

«Ottimo lavoro, avete fatto una cosa sublime» commentò visibilmente soddisfatto.

I termini quasi esagerati di Biasini riflettevano il suo stato d'animo ed il suo sguardo stupito lo confermava.

Castiglione stava letteralmente gongolando mentre Anna pregava intensamente che il supplizio finisse quanto prima. Stava praticamente facendo un conto mentale alla rovescia, calcolando che non appena avesse tolto i piedi da quell'appartamento, avrebbe finalmente finito di lavorare al progetto Biasini e la cosa la faceva già sentire più leggera e sollevata.

Quando rientrarono in studio, Castiglione sembrava volare a cinquanta centimetri sopra il pavimento, entusiasta ancor più del solito della soddisfazione del cliente.

«Non vedo l'ora di vedere le fotografie della casa di Biasini su qualche prestigiosa rivista di settore» si lasciò scappare.

«E' per questo che stai esultando così tanto?» gli chiese Anna.

«Certamente. E questo significa pubblicità, successo, nuovi clienti...»

«Wow!!!» cercò di commentare ma non si sentiva così euforica, dopotutto.

«Doppio wow! Siamo stati una squadra grandiosa e tu Anna hai avuto delle trovate geniali. Quasi quanto le mie...» soggiunse poi con un ghigno scherzoso.

«Ma come siamo modesti!» lo stuzzicò lei.

«Ti meriti un premio. Lo vuoi in denaro o preferisci un paio di giorni di ferie in più così ti concedi una vacanza?»

«Beh, sai... i giorni di vacanza già me li avevi promessi...»

«Ah, già, allora prenota e fino ad una certa cifra pago io, così non ne parliamo più.» Castiglione estrasse dalla tasca il portafogli, tirò fuori il libretto degli assegni e si mise a compilarne uno che mise in mano alla sua dipendente. 

Anna strabuzzò gli occhi e lo fissò temendo di non aver letto bene.

«Sicuro?»

«Sicurissimo!»

"Questo è decisamente pazzo!" pensò, ma si guardò bene dal fare qualsiasi sorta di commento, prima che potesse cambiare idea. Era certa che una doppia opportunità come questa le sarebbe raramente ricapitata ancora. Ed in qualche modo poteva compensare il risvolto negativo della storia con Biasini.

Irresistibile (wattys 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora