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La camera d'albergo scelta era moderna ed accogliente. Le lampade diffondevano una calda luce rosata che dava un tocco di classe all'intero ambiente.

Il salottino era molto intimo e sul suo tavolinetto circolare in cristallo un mazzo di fiori spandeva nell'aria il suo delicato profumo. Il divanetto in pelle color avorio era ravvivato da un paio di cuscini dorati che riprendevano il colore del copriletto e delle finiture delle ampie tende.

Di fianco al divanetto c'era il trolley che Monica aveva preparato e che Christian si era premurato di portare con sé, lasciandola libera da ingombri per tutta la giornata e facendole così trovare il necessario per la loro serata insieme.

Ai lati del salottino, due porte aperte lasciavano intravvedere due stanze da letto, su cui spiccava in ciascuna un grande letto matrimoniale con un copriletto dorato.

«Suppongo tu abbia voglia di fare una doccia» le propose Christian con un tono di voce particolarmente gentile.

«Sì, assolutamente. Ho i piedi che sembrano due ferri da stiro...»

La sua battuta fece sorridere Christian.

«Sul serio» precisò Monica. «E se ci pensi bene, è assurdo visto che io con il mio lavoro sono abituata a stare ore in piedi.»

«Forse è proprio il fatto di stare ferma per tanto tempo. E poi, di solito, gli ambienti sono sempre molto caldi.»

«Hai perfettamente ragione.»

«Ti accompagno sotto il getto della doccia?» le propose speranzoso.

«Preferirei di no, grazie.» La proposta di Christian era una tentazione e Monica avrebbe voluto avere la scusa per passare le mani insaponate sulla sua pelle, per ammirarlo con calma sotto la luce del bagno, per vedere lo scroscio d'acqua scendere sulla sua pelle, ma aveva bisogno di un momento tutto per sé, quasi di mettere una piccola barriera invisibile tra la sua giornata lavorativa e quello che sarebbe stato il dopo. E poi, era ancora troppo presto!

«Peccato!»

La voce di lui sembrò un filino delusa, ma Monica giurò che stesse esagerando per dare un tocco melodrammatico alla scena.

"Ah, gli uomini!" pensò.

Gay o etero, giocavano sempre ad esagerare con la teatralità.

Monica attraversò una delle due camere ed entrò in bagno, si spogliò velocemente e raccolse i capelli con un mollettone. Era stata dalla parrucchiera soltanto il giorno prima durante la pausa pranzo e se si fosse lavata anche la testa, oltre al fatto che avrebbe dovuto calcolare una mezz'ora abbondante per l'asciugatura, non era assolutamente sicura che avrebbe ottenuto un gran bel risultato.

Infatti non aveva portato con sé la piastra e con il solo phon dell'albergo, a potenza abbastanza ridotta, avrebbe fatto più danni che altro.

Aprì il getto dell'acqua, regolò la temperatura e dopo un attimo si infilò sotto godendo dell'intensità delle gocce che carezzavano la sua pelle e le concedevano un massaggio alle sue spalle. Si insaponò con il doccia-schiuma all'orchidea che aveva portato con sé e fece un profondo respiro inalandone l'intenso profumo. Si sciacquò e si avvolse nell'ampio telo da bagno. Tornando in camera, si rese conto di aver lasciato il trolley nel salottino e si accinse a recuperarlo. Notò che Christian stava consultando le sue mail sul cellulare mentre se ne stava seduto sul divanetto e aveva versato del vino bianco nei due calici appoggiati sul tavolino.

«Ne vuoi un goccino?» le chiese sollevandosi immediatamente in piedi non appena la vide. «O preferisci che ti aiuti a vestirti?»

«Opto per la prima offerta, grazie» gli rispose Monica avvicinandosi a lui che le porse il calice. «Ci provi sempre, eh?»

Irresistibile (wattys 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora