4. La fine

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Non appena riconobbe l'oggetto del suo " amore" nel corpo riverso sulla strada, Louis gli si inginocchiò vicino e gli tolse dal viso la cenere che lo ricopriva.

Lo bagnò con l'acqua dell'otre e, lentamente, Harry aprì gli occhi.

" Dobbiamo scappare, dobbiamo attraversare il ponte ..." disse Louis concitato invitando l'uomo steso a terra ad alzarsi.

Con fatica il banchiere si mise in piedi e, insieme al ragazzo, attraversò velocemente il ponte, incurante dei rumori sinistri che la struttura emetteva sotto le persone che lo stavano percorrendo.

Non appena Harry e Louis giunsero dall'altra parte, si lasciarono cadere a terra esausti, alla disperata ricerca di ossigeno.

In quel preciso istante un fragore colossale attraversò la nebbia, il ponte si spezzò, cedette alla pressione dell'acqua del fiume e fu travolto.

Harry si rialzò di scatto e ricominciò a correre diretto verso la spiaggia e Louis lo seguì, anche se l'uomo non gli aveva detto nulla.

Non appena il banchiere giunse in riva al mare, si guardò intorno, finché non scorse la barca di un suo amico ancora ancorata.

" Publio! " urlò Harry a gran voce.

L'uomo chiamato si voltò avendo udito il suo nome e rispose:

" Harry, sei vivo...che gioia!"

" Per favore, puoi darmi un passaggio fino a Napoli? È lì, vero, che andrai?" chiese il banchiere.

" Certo, volentieri...sali!" disse Publio.

Harry stava per salire sull'imbarcazione, quando si sentì tirare per una manica.

Si voltò e si trovò di fronte il ragazzo che l'aveva salvato e solo allora notò il collare di ferro intorno al suo collo...era uno schiavo.

" Tieni..." gli disse quest'ultimo porgendogli l'otre di acqua che aveva in mano " ti servirà per il viaggio "

Pronunciate queste parole, si allontanò di due passi e rimase immobile sorridendogli tristemente.

Harry lo osservò un istante, ma poi si arrampicò lungo la scaletta che saliva sulla barca.

Il banchiere osservò la colata di lava che ormai stava scendendo veloce dal Vesuvio e capì che in breve tempo avrebbe raggiunto anche la spiaggia.

Si voltò ancora un attimo e vide lo schiavo nella stessa posizione di prima, questa volta, però, con gli occhi pieni di lacrime e il corpo scosso dai brividi causati dalla paura.

Allora, dimenticandosi di aver di fronte un oggetto e non una persona, gli tese una mano e gli disse:

" Coraggio, vieni con me!"

Louis spalancò gli occhi incredulo, afferrò titubante la mano che gli veniva tesa e salì sull' imbarcazione.

Quando tutti furono a bordo, venne tolta l'ancora e la nave prese il largo lentamente.



Alcuni schiavi, soprattutto quelli che svolgevano i lavori più umili, portavano un collare di ferro al collo che rappresentava una vera e propria tortura. Sul collare era inciso il nome e l'indirizzo del padrone e spesso la frase: " Prendimi, perché sono scappato e riportami a casa"

Pompei ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora