21. Rimorso

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Harry, sdraiato nel proprio letto, si voltò verso il tavolo e vide la trottola...un misero giocattolo di legno da pochi soldi che per Louis rappresentava tutto.

Il banchiere rifletté sulla vita degli schiavi e si ritenne fortunato...lui era nato libero.

Dentro di lui cominciò a farsi strada il rimorso per come aveva trattato Louis e, sospirando pesantemente, si alzò dal letto.

Nonostante il tempo della punizione non fosse terminato, decise di far uscire il ragazzo dalla cella di correzione.

Prese una lanterna, si avviò verso il giardino e, giunto a destinazione, aprì la porta e disse serio: " Coraggio, esci!"

Louis si alzò da terra e fece quanto il suo padrone gli aveva detto, senza dire una parola.

Il banchiere lo riportò nella sua stanzetta e, stava per uscire, quando sentì la flebile voce di Louis:

" Mi dispiace, padrone, mi dispiace di essere stato usato da tanti uomini...mi dispiace di essere uno scarto da buttare...se io potessi sarei tutto quello che vuoi tu...sarei bello, bravo, intelligente e....hai ragione...è giusto che abbia lui la trottola...io non merito niente"

Harry sentì una strana sensazione dentro di sé, una sensazione che non avrebbe dovuto provare...allora, prese Louis per un polso, lo trascinò fuori dalla sua cameretta e lo portò nella propria stanza.

Si avvicinò al tavolo, prese la trottola e la diede a Louis, dicendo:

" Non è vero che non meriti nulla, Louis...non è colpa tua tutto quello che è successo...e...Manlio era solo...niente...non conta...io non dovevo dirti quelle cose..ma devi capire che tu sei uno schiavo e io non posso essere tuo amico o...qualcosa di più.
Io sono un banchiere e godo di prestigio...non posso..."

Harry osservò il volto triste del ragazzo e sospirò, poi, però, colpito da una improvvisa idea, disse:

" Senti, sai cosa facciamo? Ho bisogno di qualcuno che mi porti gli strumenti per lavorare al foro e che aiuti me e il mio segretario a fare dei piccoli lavoretti...vuoi farlo tu?"

Louis alzò di scatto la testa illuminandosi e chiese:

" E potrò stare vicino a te?"

Harry annuì e Louis si chinò riconoscente a baciargli le mani.

Il banchiere lo scostò delicatamente e lo fece sdraiare da un lato del suo letto; lui si posizionò dall'altro e, in breve tempo, i due si addormentarono.

Il giorno dopo, Harry e Louis uscirono presto e si avviarono lungo il vicolo che si immetteva sulla strada principale che giungeva al foro.

Lo schiavo sorrideva continuamente, orgoglioso di poter portare la scatola di legno che conteneva gli stili e le tavolette di cera che il suo padrone usava per scrivere.

" Ti sei trovato una nuova puttana, Harry? Te la porti anche al lavoro?"

Il banchiere si fermò di colpo al suono della voce e si voltò verso il luogo da cui proveniva.

Un giovane visibilmente ubriaco emerse dall'oscurità e si fermò.

Pompei ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora