11. Tradito

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                                        Napoli, un mese dopo

Harry era sempre più indaffarato con il passare dei giorni e, anche mentre svolgeva il suo lavoro, i pensieri si rincorrevano continuamente nella sua testa.

La data della celebrazione del matrimonio si avvicinava e le cose da preparare erano tante, troppe forse.

Aurelia si era rivelata una ragazza incontentabile e il banchiere si domandava come avrebbe potuto sopportarla come moglie.

Poi, però, si diceva che l'unione con lei gli avrebbe aperto le porte delle case delle famiglie più ricche e nobili, quindi, avrebbe anche potuto sopportare i capricci di una ragazzina viziata.

Del resto, il suo dovere era quello di metterla incinta il prima possibile per procurarsi un erede e, soprattutto, per mettere a tacere le voci che erano arrivate alle orecchie del suo futuro suocero, voci che sostenevano che lui avesse sempre prediletto compagnia maschile.

Harry sorrise al pensiero di quanto le voci avessero ragione e decise che, quella sera,  per non smentirle, si sarebbe concesso un po' di divertimento.

Si alzò dal banco dove esercitava il suo lavoro al foro e salutò il segretario, che lo aiutava nella gestione degli affari a Napoli.

Si allontanò dalla piazza e percorse la via principale, passando davanti a varie attività commerciali ancora piene di gente, nonostante l'ora.

Dopo un breve cammino, Harry giunse ad uno dei bordelli più noti della città, che, però, non frequentava da parecchio tempo, ed entrò nell'ambiente già abbastanza pieno di uomini di ogni età.

Il proprietario del lupanare riconobbe subito in lui un cliente benestante e gli si avvicinò premuroso.

Stava per fare le sue richieste all'uomo, quando vide con la coda dell'occhio uno schiavo trascinare fuori da una delle stanzette un ragazzo completamente nudo che non si reggeva nemmeno in piedi.

Il servo lo sbattè contro il muro e il giovane si lasciò scivolare per terra rannicchiandosi su se stesso e tremando come una foglia.

Harry osservò il ragazzo e....il respiro gli morì in gola quando lo riconobbe.

Accorse vicino a lui e gli si inginocchiò davanti sussurrando :

" Louis..."

Il ragazzo, sentendo la voce del suo vecchio padrone, alzò il viso e spalancò gli occhi, poi, però, rendendosi conto dello stato in cui si trovava , tentò di coprirsi con le mani.

Harry, allora, si tolse il mantello e lo mise sulle spalle del ragazzo avvolgendoglielo attorno.

Si rialzò come una furia e fronteggiò il padrone del bordello:

" Come mai lui è qui? " chiese con rabbia.

L'uomo, prevedendo guai, rispose:

" L'ho comprato regolarmente da un liberto " e fece vedere al banchiere la ricevuta compilata.

Quando Harry lesse il nome del liberto di Aurelia, impallidì e sentì completamente tradita la sua fiducia.

Pompei ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora