13. Una trottola

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Louis, dopo aver udito le parole di Harry, ripose tristemente il cibo nel piatto e si scusò per avergli fatto una simile richiesta.

Il banchiere lo osservò e lo vide asciugarsi con le mani sporche e unte delle lacrime che gli scendevano dagli occhi.

" Louis..." lo chiamò Harry a bassa voce.

Il ragazzo alzò il viso e lo guardò con gli occhi rossi e lucidi.

" Ne....mangio volentieri una..."

Il volto di Louis si aprì in un meraviglioso sorriso, si pulì le mani nella tunica e tese ad Harry una salsiccia.

Il riccio la mangiò di gusto e, non appena lo schiavo ebbe terminato ciò che aveva nella ciotola, lo aiutò ad alzarsi e, insieme, si avviarono verso casa.

Nel passare davanti ad un venditore di giocattoli, Louis si trattenne un attimo ed Harry lo vide osservare rapito un bambino al quale il padre aveva appena comprato una trottola colorata.

" Non hai mai giocato con una di quelle?" chiese Harry indicando le trottole esposte sulla bancarella " Io ne avevo una decina di tutti i colori..."

Lo schiavo lo osservò un attimo, poi rispose a bassa voce:

" Io non ho mai giocato, padrone, e non ho mai avuto un giocattolo...ho sempre dovuto lavorare, fin da piccolo."

Harry lo guardò incredulo e poi fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato di fare, prese Louis per mano e lo trascinò davanti al venditore ambulante.

" Scegli quella che vuoi!" disse a Louis, mostrandogli i giocattoli colorati.

Lo schiavo rimase impietrito e scosse la testa arretrando di qualche passo.

" Va bene, allora decido io! " e Harry, inconsapevolmente, si trovò a comprare la trottola più bella che il venditore avesse.

Dopo averla pagata, si voltò verso Louis e gliela mise fra le mani.

Il ragazzo la strinse a sè e disse:

" Grazie, padrone...io non avevo mai ricevuto un regalo...grazie...".

Harry gli sorrise e i due percorsero lentamente la strada che li separava dalla casa del banchiere.

Non appena Harry varcò la soglia della sua domus, si trovò di fronte una furibonda Aurelia che lo aggredì subito urlando:

" Dovevamo incontrarci stasera...dove eri? Mio padre è su tutte le furie!"

Come chiamato dal nulla, comparve un uomo di mezza età riccamente vestito.

" Mia figlia ha ragione, Harry, non mi piace aspettare e non mi piacciono i ritardatari!" disse con fare sprezzante.

Harry sentì crescere dentro di sè una rabbia che nutriva da tempo verso padre e figlia e sbottò:

" Nobile Claudio, tua figlia o meglio l'attendente di tua figlia ha venduto un mio schiavo ad un bordello, quando mi aveva espressamente  promesso che l'avrebbe portato in una delle vostre case in campagna"

Il nobile osservò per un attimo Louis che si era appiattito contro un muro e con un ghigno malefico ribattè :

" E tu sei andato in questo bordello e l'hai ritrovato? E...di grazia...cosa sei andato a fare in un lupanare che offre compagnia maschile?".

Il comportamento di Harry a noi può sembrare bipolare o strano, ma per come erano gli antichi romani non lo è. Harry rappresenta il ricco, cresciuto nella convinzione che uno schiavo sia un oggetto da sfruttare e basta, ecco perché i momenti di dolcezza verso di Louis sono alternati ad altri di cattiveria.
Harry si trova a provare affetto e senso di protezione verso un essere considerato inferiore e per lui non è facile da ammettere.

La trottola era uno dei giochi più diffusi fra i bambini romani.
Era chiamata " turbo" e si giocava in questo modo: si disegnava per terra un grande cerchio diviso in dieci settori numerati ad ognuno dei quali corrispondeva un punteggio.
Lo scopo del gioco consisteva nel far roteare la trottola nel centro, raggiungendo così il massimo punteggio.

Pompei ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora