23. Perché l'hai fatto?

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Louis alzò il viso di scatto e cercò di sorridere.

"Ti hanno fatto tanto male?" chiese Harry.

Gli occhi di Louis si riempirono di lacrime e chinò la testa.

" Perché l'hai fatto? Perché hai preso una colpa non tua?" insistette Harry.

"Io sono uno schiavo, non conto nulla, se anche muoio non importerà a nessuno, tu invece sei importante, padrone e... è giusto che tu viva... e poi io... io..."

" Tu?" chiese Harry.

" Io...mi sono innamorato di te fin da quando ti vedevo passare ogni giorno davanti al forno dove lavoravo a Pompei e...ringrazio gli dei per avermi dato la possibilità di averti conosciuto e di aver trascorso un po' di tempo con te...non avrei potuto vivere sapendo che avresti dovuto andare in prigione."

Harry rimase senza parole e balbettò:

" Louis, io non..."

" Non fa niente, padrone, lo so che per te non conto nulla, non fa niente...."

Harry si alzò ed indietreggiò contro la parete opposta.

Louis lo guardò e sorrise, nonostante le lacrime gli offuscassero gli occhi.

" Addio, padrone" sussurrò, ma Harry era già corso fuori dalla cella e dal carcere.

Non appena il banchiere fu di nuovo all'aria aperta, respirò profondamente, ma si bloccò, perché cominciò a piangere disperato....come non aveva mai fatto in vita sua.

Quando si accorse che i passanti lo osservavano perplessi e scandalizzati, si ricompose e, sfregandosi gli occhi, sì avviò verso casa, ma, all'ultimo momento, deviò il suo percorso.

Louis trascorse una notte infernale...aveva freddo, fame e sete e aveva perso il conto di tutte le botte prese e le umiliazioni subite.

Al mattino una guardia gli tolse i ceppi e lo mise in piedi in malo modo, infilandogli bruscamente una tunica.

Lo trascinò fuori dalla cella e, dopo aver percorso un lungo corridoio, lo sbattè fuori dalla porta del carcere.

Louis si trovò accecato dalla luce del sole e traballò a causa della debolezza e, sarebbe caduto, se un braccio non l'avesse sorretto per la vita.

" Padrone..." disse Louis avendo riconosciuto il corpo di Harry vicino al suo " cosa è successo?"

" Sono andato dalla famiglia di Tullio e abbiamo parlato.

I suoi genitori sono liberi, ma plebei e non ricchi...alla fine in cambio di un po' di denaro hanno ritirato la formale denuncia contro di te e questa mattina sono venuto a prenderti."

" Allora non muoio più?"

" No, Louis, sei salvo!" rispose il banchiere.

Indicando, poi, la figura del suo attendente che si stava avvicinando, disse allo schiavo:

" Adesso vai a casa con Veturio, va bene? Berenice si occuperà di te..."

" Io voglio stare con te, padrone...." protestò flebilmente Louis.

Harry gli accarezzò i capelli e sussurrò:

" Devo lavorare, piccolo, però torno a casa nel pomeriggio e ti prometto che staremo un po' insieme. Farai il bravo con Berenice, vero?"

Louis annuì e si allontanò con Veturio girandosi più volte ad osservare Harry che si stava dirigendo verso il foro.

Ho deciso di fare un doppio aggiornamento anche oggi per ringraziarvi per tutte le visualizzazioni, i voti e i commenti che lasciate alle mie storie.
Siete i lettori migliori del mondo❤️❤️

Pompei ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora