34. Insieme

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                                                                              Napoli, sei mesi dopo

Louis non stava più nella pelle!

Harry gli aveva promesso che sarebbe tornato presto dal lavoro, per portarlo a fare una passeggiata per le strade della città.

Il ragazzo sapeva che sarebbe rincasato nel pomeriggio, ma lui, già dalla tarda mattinata, era seduto su uno sgabello vicino alla porta d'ingresso ad aspettarlo.

Lo schiavo lisciò per l'ennesima volta la bella tunica gialla che il suo padrone gli aveva comprato e strinse tra le mani la tavoletta di cera che aveva scritto, con tanta fatica, durante le prime ore del giorno.

Harry aveva assunto per lui un maestro e Louis stava imparando a leggere, a scrivere e a contare.

Sapeva di non essere bravissimo, ma si impegnava così tanto che il suo insegnante lo lodava sempre.

Il banchiere gli aveva promesso che sarebbe diventato il suo segretario, dato che quello attuale era ormai troppo anziano per il lavoro.

Louis era felice, come non lo era mai stato nella sua vita...aveva sempre da mangiare, non doveva faticare e gli altri schiavi gli volevano bene.

E poi c'era Harry...il suo principe, il suo raggio di sole.

Louis sorrise da solo al pensiero di tutti i piccoli regali che gli faceva, delle attenzioni che gli riservava e delle coccole dolci e tenere che gli donava di notte, quando dormivano insieme, abbracciati.

La porta che si apriva lo riscosse dai suoi pensieri  e Louis sorrise con tutto il cuore all'uomo che stava entrando.

" Cosa fai qui, passerotto?" chiese Harry, non appena vide lo schiavo fermo vicino alla porta.

" Ti aspettavo, padrone..." rispose Louis, mettendogli subito in mano la tavoletta di cera che aveva scritto .

Harry osservò la scrittura ancora incerta e titubante del ragazzo, ma notò con orgoglio che tutte le parole erano scritte correttamente.

Il banchiere, allora, prese uno stilo dalla sua borsa e, con la parte non appuntita, cancellò le scritte fatte da Louis.

Quando la tavoletta fu di nuovo liscia, con gesti precisi e veloci scrisse qualcosa e, passandolo a Louis, disse:

" Leggi "

Louis osservò un istante e subito sorrise.

" C'è scritto < Ti amo passerotto > " cinguettò lo schiavo.

" E tu cosa rispondi?" chiese il banchiere.

Louis cancellò la tavoletta e, faticosamente, scrisse qualcosa, dandolo poi ad Harry da leggere.

" Anche il tuo passerotto ti ama " scandì  Harry sorridendo.

Il banchiere gli si avvicinò, gli bació la fronte e gli sussurrò in un orecchio:

" Vado a cambiarmi e poi andiamo, aspettami qui!"

Pompei ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora