•Capitolo 6•

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Mi alzo, prendo il telefono e chiamo Edward con lo sconosciuto. È il momento della verità, se risponde chi penso io, tra noi è finita. Avevo capito tutto ieri sera, quando ho sentito la voce di Sasha al telefono.
"Pronto? Chi parla?"risponde una voce all'altro capo del telefono.
"Ciao, sono la cugina di Edward. Tu chi sei?"chiedo, anche se già so la risposta... Sasha.
"Sasha, la sua fidanzata."proprio come immaginavo, anche se lo sospettavo quelle parole mi hanno ucciso dentro.
Trattenendo a stento le lacrime riesco a pronunciare "Puoi passarmelo?"
"Uhm, ok."
"Pronto?"la voce di Edward, il suo suono mi fa stare ancora peggio. Ma devo essere forte, non posso piangere, non posso essere debole. È successo troppe volte, e non accadrà più.
"Edward, ti devo parlare."
Silenzio, sento solo silenzio. Poi la sua voce "Sì, sto arrivando."quasi un sussurro.
Chiudo la chiamata, faccio un bel respiro e guardo Tyler, che nel frattempo si è alzato e mi ha preso le mani tra le sue. Da come mi guarda vedo che ha capito. Faccio un altro respiro profondo e mi dirigo fuori.
Vedo il suo pick up parcheggiare e lui che scende e mi viene incontro.
"Mad, io..."
"Non chiamarmi Mad."lo zittisco, sostenendo il suo sguardo.
"Piccola, dai..."
"E nemmeno piccola. Dammi le chiavi di casa mia."
"Dai aspetta. Posso spiegare."
"Le chiavi, ho detto!"lo interrompo, riesco a non urlare, ma no so ancora per quanto. Riesco a atte calma, anche se dentro di me c'è una tempesta in pieno svolgimento.
Edward mi da le chiavi, sta per dire qualcosa ma gli faccio cenno di stare zitto e di far parlare me.
"Ora che mi hai ridato le chiavi..."faccio un respiro "... sparisci! Sparisci dalla mia vita, per sempre."
"Mad, ti prego, ascoltami."mi supplica.
Non resisto più. "Ho detto sparisci!!"urlo, lanciandogli un'occhiata truce.
Mi guarda con quegli occhi verdi smeraldo che mi hanno fatto soffrire troppe volte e se ne va, questa volta per sempre.
Sposto lo sguardo verso la sua auto, dove c'è Sasha seduta sul sedile del passeggero che mi guarda trionfante, con un sorriso malizioso. Mi giro ed entro in casa.
Appena Tyler mi vede, chiede "Va tutto bene?"
Per tutta risposta corro verso di lui, mi butto tra le sue braccia e scoppio a piangere. Ho trattenuto le lacrime per troppo tempo, adesso  non c'è la faccio più. Tutte le parole, i baci, le ore passate assieme erano una cazzata per lui, non mi ha mai amato veramente. Tyler mi stringe più forte tra le sue braccia e io poggio la testa sul suo petto, continuando a versare fiumi di lacrime.
••• ••• ••• ••• •••
È passata un'ora e siamo ancora abbracciati come prima, solo che adesso siamo seduti a terra.
Tiro su con il naso, stacco il viso da suo petto e chiedo "È ancora valida la proposta di prima?"
Mi guarda con un sorriso confortevole sul volto "Si, sempre."
Ricambio il suo sorriso e lo bacio sulla guancia. 'Che cosa ho fatto?!?'
Divento tutta rossa in faccia "Scusa, non so che mi è preso..."
"Neanche io, ma a me è piaciuto."
Ci alziamo, prendiamo i giubbotti e usciamo.
Salgo a cavalcioni sulla moto dietro di lui e stringo le mani su suo petto.
Mentre parte mi chiede "Dove vuoi andare?"
"Non lo so, scegli tu. Però in un posto dove c'è poca confusione."
"Al Blue Moon?"propone.
"È il locale più frequentato della città, cosa non ti è chiaro in di 'un posto dove c'è poca confusione'?"
"Sono le 12.30, non c'è nessuno a quest'ora."
"Se proprio insisti, ok."
••• ••• ••• ••• •••
Entriamo al Blue Moon. Tyler aveva ragione, c'è pochissima gente. È praticamente deserto.
Ci sediamo a un tavolo in fondo e lui ordina due birre, la cameriera prende l'ordine e se ne va. Dieci minuti dopo torna con le birre.
"E se mi avesse chiesto i documenti? Io non ho l'età per bere. Ho solo 18 anni."
"Non è successo, quindi ora non pensarci. Aspetta... questo vuol dire che non hai bevuto alcolici?"chiede stupito.
"No! Certo che li ho bevuti. Ho un documento falso. Lo uso solo per bere quando sono fuori."
"Allora perché ti agitavi tanto prima?"chiede ridendo.
"Così."
Bevo un sorso di birra.
"Quando fai il compleanno?"chiede bevendo un sorso pure lui.
"Oh, tra due settimane. Ora parlami un po' di te!"cerco di liquidare l'argomento con un'altra domanda. È troppo doloroso per me.
"Mm... vediamo, cosa vuoi sapere?"gli sono grata per non aver fatto altre domande sul mio passato.
"Tutto. Per esempio, quanti anni hai, da dove vieni, cosa studi."
"Allora, ho 21 anni, vengo da New York, sono nato ad Agosto e studio criminologia."
Continuiamo a parlare per ore, di varie cose. È riuscito a tirarmi su di morale. Anche se la giornata era iniziata male devo dire che sta proseguendo bene, tutto grazie a lui.
"Sono già le 15.30, meglio se torniamo."mi fa notare.
"Mi stavo divertendo, in queste ore non ho pensato a Edward. Stavo bene, però si. Dobbiamo andare."sorrido.
Tyler insiste che deve pagare lui, quindi lascia i soldi sul tavolo. Ci alziamo, mi prende la mano e usciamo dal locale.

Quei Maledetti Occhi Azzurri [in fase di correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora