•Capitolo 13•

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Tyler ed Harry stanno facendo a pugni per terra. Prendo Tyler per la maglietta cercando di fermare quella rissa, ma tutti i miei sforzi sono inutili.

<<Tyler! Ti prego smettila!>>, urlo prendendolo per un braccio.

Si blocca e ansimando entra nella camera vicino alla mia, sbattendo la porta.

<<Vai in infermeria, ti accompagno.>>, dico ad Harry.

<<Ora ci vado, tu vai in camera tua e riposati, sarai stanca. Non preoccuparti per me, non è niente.>>

<<Okay... scusa.>>

<<Per cosa?>>

<<Per questo.>>

<<Non è colpa tua, ma di quel pazzo!>>

Prima di andare via mi bacia, ma io non ricambio.

Al posto di andare in camera mia, entro nella stanza dove è entrato prima Tyler senza neanche bussare. È conciato male pure lui, ma ha meno lividi di Harry: ha un labbro spaccato, un occhio nero e un taglio sul sopracciglio destro.

<<Cosa cazzo ti è preso? Perché l'hai picchiato? Non ti ha fatto niente!>>, sbraito.

<<Non ti interessa il motivo.>>, sbotta.

<<Invece io direi di sì, visto che qui siamo in casa mia!>>, continuo a urlargli contro.

<<Questo non ti da il permesso di entrare in camera mia senza bussare!>>, dice iniziando ad alzare la voce.

<<Non è camera tua questa!>>

<<A me risulta che per il momento che starò qui sia la mia camera.>>, sbuffa andando a sedersi nel letto.

Non ci avevo completamente pensato che Tyler avrebbe dormito nella stanza accanto a me, le cose vanno di male in peggio.

<<Perché hai picchiato Harry?>>, chiedo con più calma rispetto a prima.

<<Preferisco non dirlo.>>

<<Tyler, ti prego...>>, mi avvicino a lui.

Si alza e va verso la finestra.

<<Ti amo...>>

<<C-cosa?>>, il cuore inizia a battermi forte nel petto.

<<Hai sentito benissimo...>>

<<Cosa c'entra questo c-con il fatto che hai picchiato Harry?>>

<<Ero... geloso, okay?>>

<<Perché non me l'hai detto prima?>>

<<Avevo paura.>>

<<Paura? Tu? Di cosa?>>

<<Di un rifiuto.>>

<<Guardandoti sembra che non hai paura di nulla.>>

<<Invece no. Quando sei partita, pensavo che non ti avrei rivisto più, non sapevo cosa fare. Ero disperato. Poi ho capito che dovevo dirtelo, almeno provarci...>>, vado verso di lui e lo abbraccio, poggiando la testa sulla sua spalla.

<<Cosa stai facendo?>>, chiede guardandomi.

Mi metto davanti a lui per guardarlo negli occhi e sussurro: <<Questo...>>

Poggio le mie labbra sulle sue. È sorpreso dal mio gesto improvviso, ma ricambia il bacio prendendomi per i fianchi e stringendomi a lui. Le nostre labbra si muovono all'unisono, è un bacio delicato, dolce, tenero ma, allo stesso tempo, possessivo e carico di emozioni.

Quei Maledetti Occhi Azzurri [in fase di correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora