Capitolo 17 "Liberi"

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"Come dimenticare" mi dice Emma.
"Dovevo portarti con me quel giorno"
"Ma non l'hai fatto"
"Mi dispiace Emma"
"Dispiace anche a me"
"Voglio passare la notte con te" le dice stringendomi la mano.
"Non avrebbe senso" mi dice "vai da lei, vacci adesso e restaci"
"Non voglio e non mi va"
"Che vuoi Mattia?" sbuffa
"Ho bisogno che tu mi capisca, ho bisogno che tu mi faccia capire davvero le mie esigenze"
"Mattia le tue esigenze vengono da dentro devi essere tu a capirle io non sono un mago, non so entrare dentro le persone devi essere tu a capire, devi essere tu e non io ti prego non opprimermi"
"Eri felice la scorsa notte?" chiedo
"Pure troppo, non dovevo"
"Non si comanda al cuore"
"Devo imparare a comandarlo"
"Non potrai mai Emma, mai"
"Sono stanca Mattia, stanca"
"Ci andiamo a fare un giro?" chiedo
"Ma stai fuori? Sono in pigiama"
"E quindi? Non ce vede nessuno"
"Devo andare Mattia"
"Non vai da nessuna parte"
Non le do il tempo di scendere che metto in moto; non so dove la porterò, non so che fare ma che m'importa? Sono con lei e questo è quello che voglio in questo momento e niente piú può rendermi completo. Emma mi guarda e ride nervosamente, mi giro e vedo uno stralcio di sorriso sulle sue labbra e questo mi fa stare bene.

"Non faccio ste cazzate da quando ero ragazzina Mattí"
"E che te importa? Divertiti"
"Non ne ho motivo"
"Ah no? Te lo do io il motivo"

Guardo fuori dal finestrino e vedo che piove, da ragazzino correvo sotto la pioggia con gli amici miei e mi divertivo un sacco adesso però c'ho lei e cosa c'è di meglio se non farla divertire come fosse un innocente bambina senza colpe.

"Come quando fuori piove
e senti dentro l'eco della liberta"

"Lo senti dentro l'eco della libertà Emma?" le domanda
"Che?" mi dice aggrottando la fronte
"Siamo liberi Emma, liberi"

Scendo dalla macchina e vado ad aprirle la portiera, piove da quando è entrata qui dentro ma adesso è ora di divertirci cazzo.

L'afferro per le braccia e la trascino fuori, accanto a me.
"Ci prende una polmonite" grida
"Che te frega? Balla, divertiti"
"Ti pare il momento?" chiede.
"È sempre il momento"

"Balla su te stessa finchè perdi
il senso dell'orientamento"

Balliamo sotto la pioggia come due ragazzini innamorati ma a chi importa? Agli altri non importa di me, di lei, di noi.

"Tu sei pazzo" urla scoppiando a ridere, è felice lo vedo.
"No, sono un uomo e sono libero"
"Perchè non possiamo essere liberi sempre?" mi chiede.

Non le rispondo, la bacio e basta.
È un bacio bagnato, un bacio passionale, un bacio vero; restiamo sotto la pioggia baciandoci e siamo felici.

Quando torno a casa seduta sul divano trovo mia madre che nel vedermi rientrare si alza in piedi e mi viene in contro.
"Mattia, dove stavi?" chiede nervosa.
"In ospedale" dico buttandola li.
"Non è vero, Carlo mi ha detto che hai lasciato il luogo tre ore fa sono le cinque del mattino"
"Ero in giro mà" sbuffo "devo rispondere alle tue domande alla mia età?"
"Perchè sei tutto bagnato?"
"Per favore, so felice"
"Ludovica in ospedale e tu sei felice?"
"Per cortesia mamma basta"
"Hai un'altra?" chiede
"Mamma ma che cazz.."
"Lasciala se non la ami"
"Mamma per favore.." sbuffo e me ne vado senza piú dire altro.

"Grazie per la pazzia " leggo il messaggio di Emma non appena raggiungo la mia camera.
"Grazie a te, avevo bisogno di essere felice"
"Anch'io! Grazie a te"
"Dimentichiamo quella notte da Carlo.."
"..perchè?"
"È meglio cosi, domani scendo in Puglia dai miei per Natale ho bisogno di staccare"
"Si, tanto"

Poso il telefono e cerco di dormire ma non lo farò; ho freddo, non sto bene.
Mi sento congelare l'anima, sento congelare il mio cuore.

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