Capitolo 39 "La mia Emma"

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Raggiungo Giulio in discoteca con un nodo alla gola dopo aver appena finito di litigare con Carlo che appena ha saputo dove stavo andando ovviamente si è incazzato ma non sono pentito di quello che gli ho detto perchè sono stato soltanto sincero e mi dispiace che abbia deciso di schierarsi contro di me quando fino a qualche settimana fa c'avrei messo la faccia che lui per me avrebbe dato pure la vita e invece no mi sbagliavo e come dice mia madre devo essere bravo a capirla certa gente perchè qui le cose stanno prendendo una piega diversa e non mi farò mai mettere i piedi in testa da uno come Carlo; quando prima è tornato da prendere il caffè io stavo pronto per andarmene ero in piedi e con la giacca messa e lui capendo il tutto si è avvicinato con sfida.

"Dove stai andando?" ha chiesto
"Me ne vado, non volevi questo?"
"Ma avevi detto che rimanevi"
"Tu mi avevi giurato di essermi amico per sempre" gli risposi.
"Che assurdi paragoni fai?''
"Perchè è assurdo? Guarda che c'è una certa connessione eh"
"Ma che connessione? Adesso hai perso pure il senno Mattia?"
"Non ho perso nulla, ho solo aperto gli occhi e ho capito che molte volte le parole delle persone devono pesarsi per bene m'avevi giurato di restarmi vicino sempre anche quando le cose sembravano andar male e invece non appena la vita ci sta mettendo contro tu che fai? Ti allontani e mi volti le spalle ma guarda è meglio cosí perchè sai cosa mi ha sempre detto mia nonna? -Il miglior amico ti tradisce- ed è proprio cosí, non ti sei voluto fidare di me non mi hai mai detto dei tuoi sentimenti per lei e adesso che ti aspetti? Che io ti vengo dietro? No Carlo non sono un fesso io e andrò per la mia strada anche da solo e lotterò con tutte le forze per essere felice perchè me lo merito"

Non dissi piú nulla e andai spedito verso l'uscita perchè c'avevo Giulio da raggiungere ed Emma da salvare adesso sono qui in mezzo alla folla che cerco il mio amico e la persona della quale sono innamorato ma in tutta sta gran folla non vedo proprio nessuno e credo che farò prima a chiamarlo almeno non devo perdere ulteriore tempo quindi afferro il cellulare dalla tasca e compongo il numero.

"Fratè ma n'do cazzo stai?" urla
"Sto qua Giuliè dove m'hai detto nel messaggio" grido cercando di superare con la mia voce la musixa "c'è sta un casino un ve vedo mandami segnali de fumo"
"Nun te sento Brí, sto sul retro"
"Cazzo hai detto?" raggiungo l'uscita e comincio a sentire meglio la sua voce finalmente.
"Ora te sento finalmente, siamo sul retro raggiungici subito" faccio come mi dice e riattacco la chiamata adesso devo aiutare Emma giuro che mi è dispiaciuto lasciare Ludovica in quelle condizioni ma non avevo chance.

"Eccolo Mattia" sbuffa Giulio vedendomi e guardando oltre noto Valerio e Manuel che tengono ferma la figura di Emma che tra le lacrime urla qualcosa di incromprensibile; ha gli occhi rossi, il trucco sbavato e i capelli scompigliati, piange e ansima.

Non ci penso due volte; mi avvicino e vado per accarezzarla ma lei si ritrae.

"Che vuoi? Hai rovinato tutto, bastardo! Vattene via, vattene" grida esasperata dandomi dei violenti pugni contro il petto.
"Questa è pazza" ridacchia Valerio "ma che si è fumata?"
"Regà non scherzate, è seria la cosa" dico facendo un rimprovero generale dato che ridono tutti quanto sono
"E tu" mi rivolgo ad Emma "a casa basta fare ste vergogne"
''Vergogne? Tu sei una vergogna"
"Ti sfoghi dopo dai andiamo"
"No, con te non voglio venire"
"E vieni lo stesso dai muoviti"
"Ho detto di no, vattene solo"
"Emma ora basta" urlo e urlo talmente forte che si tappa le orecchie e si butta a terra sbattendo le ginocchia al pavimento ''a casa adesso" l'afferro per un braccio facendole forse male e si aggrappa al mio petto prima di accasciarsi di nuovo e cominciare a vomitare.

Povera bambina la mia Emma.

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