Chapter 5. Ho un piano

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Avevo conosciuto Merida il primo anno di Università. Ci aveva fatte conoscere un'amica comune ma non ci siamo "prese" subito. Infatti io avevo molta paura di lei. Non so di cosa precisamente, ma mi incuteva un certo timore. "Ti mettevo paura? Ma stai scherzando?" mi disse quando, molte chiacchiere dopo, gliene parlai. Poi non so cosa successe, ma fatto sta che avevamo cominciato a capirci subito: bastava uno sguardo, un gesto, una parola e noi ci capivamo. Era stata lei a sapere quando avevo dato il mio primo bacio ed era stata sempre lei la persona dalla quale sono corsa quando la mia prima storia è finita. Quando mi succedeva qualcosa, in bene o in male, lei c'era. Magari non ci vedevamo da settimane, ma quando mi succedeva qualcosa, lei era lì. Avevamo passato ore e nottate a chiacchierare. Mi ricordo di una volta in cui stavamo parlando, lei sul mio letto ed io sulla scrivania, intenta a studiare, e ad un certo punto le feci una domanda ma lei non rispose. Mi girai e vidi che si era addormentata. Non avevo cuore di svegliarla, e la lasciai dormire fino a che non si svegliò, circa un'oretta dopo, dicendo : "Ma ma...cos'è successo? Non mi sarò mica addormentata!", e quando le risposi "Sì" scoppiammo tutt'e due a ridere.

Una sera di quel Settembre, decidemmo di andare al cinema con Nicky ed alcune amiche, una classica serata tra donne insomma. Io non ero molto dell'umore adatto ma pensavo che un film mi avrebbe distratto un po' dai miei pensieri e quindi avevo deciso di andare.

"Piper, tutto bene?", mi chiese Merida per strada.

"Certo che sì", risposi.

"Già. Tutto bene. Un corno", ma non mi chiese altro.

A metà del film mi accorsi che quell'uscita rigeneratrice era stata inutile. Non riuscivo a smettere di pensare. All'uscita del cinema, sulla strada per casa, Merida mi prese per un braccio dicendomi:

"Tu ora vieni a casa con me, i miei coinquilini non ci sono, ci facciamo le crepes e mi parli di che cazzo hai"

"Mer sono le 23.30... domani abbiamo un esame"

"E che cosa vuol dire? Tu vieni a casa mia e fine". In questi casi non potevo ribattere. Arrivammo nel suo appartamento, che senza coinquilini era immerso nel silenzio. Era un appartamento grazioso, poco lontano dal mio, e ogni volta che ci entravo, mi sentivo a casa. Merida cominciò a preparare le crepes e intanto parlavamo del film, delle nostre amiche, dei vari gossip, delle nuove lezioni che ci aspettavano. Preparai la tavola con piatti, bicchieri, forchette e l'immancabile Nutella. Appena le crepes furono pronte e messe nei piatti, ci sedemmo e cominciammo a parlare. O meglio, Merida cominciò a farmi parlare.

"Su forza Pipes... parlami"

"Di che?"

"Dai su lo sai...", mi ha detto, cominciando a ridere.

"Non c'è assolutamente niente" le dissi, ma sapeva che quando cominciava a ridere, io la seguivo e sarei sicuramente finita col dirle tutto, ma volevo provare almeno stavolta a resisterle.

"Dai su bitch, lo sai che prima o poi lo farai, svuoterai quel maledetto sacco ai miei piedi, quindi meglio prima che poi!"

Dopo un tira e molla durato circa mezz'ora, parlai. Le raccontai di Alex, di averla conosciuta al bar da Pitt, di averle parlato un paio di volte e alla seconda volta, "quella sera, al tuo compleanno, quando sono andata in bagno, lei è entrata e senza dire niente mi ha baciata, e poi se n'è andata"("Ah! Ora capisco perché sei uscita con quella faccia sconvolta! Non mi hai detto nulla, stronza!" mi disse Mer, ma me lo aspettavo), e che poi l'avevo rivista ma che mi aveva snobbata in pieno e quando le avevo chiesto di quel bacio, mi aveva parlato del suo drink preferito e se n'era andata. E da allora io non smettevo di pensare a lei. Smisi di parlare e guardai Merida, che a sua volta mi guardava, in silenzio. Mangiai un boccone di crepes in attesa di una "sentenza". Sapevo cosa stava per dirmi Merida, ma ero troppo stanca per anticiparla. Poi parlò. Mi fece mille domande su Alex : com'era, cosa faceva, cosa mi aveva detto, perché avevo aspettato così tanto a dirglielo e altre domande. Purtroppo non potevo rispondere a molto dal momento che di Alex non sapevo assolutamente nulla.

"Perfetto! Ho un piano!"

"Mer, quale piano?"

"Noi ora andremo tutte le sere al bar da Pitt, magari non prestissimo perché dobbiamo studiare.."

"Noi?"

"Yes, of course! Sono stata già troppo nell'ombra! Devo vedere questa Alex! Comunque, stavo dicendo, andremo ogni sera da Pitt e quando lei arriverà, mi dai un attimo di tempo per inquadrarla...e poi decideremo il da farsi... anche se ho già in mente qualcosa..."

"Qualcosa cosa? Dai lo sai che odio queste cose..."

"Tu sì, ma io no! Sono la tua sister-soul quindi farai come ti dico!"

"Ho scelta?"

"Che domande! Certo che no!"

Scoppiamo a ridere anche se io non ero molto tranquilla, non sapere quello che c'era nella testa di Merida mi spaventava.

"Comunque, se tutto va secondo i miei piani, sarà lei che verrà a parlarti..."

"Perché?"

"Non fare domande..."

"Okay, e se non lo facesse?"

"Se non lo fa, ci sono due strade : o le vai a parlare tu o lasceremo che tutto questo svanisca"

"E come capirò cosa devo fare?"

"Beh scusa ci sarò anch'io a consigliarti o no? Che cazzo sto lì a fare sennò?"

"Giusto, dimenticavo la tua presenza da stratega"

"Che bitchissima che sei"

Erano le 3 del mattino e di lì a sei ore mi aspettava un esame. Era tempo di tornare a casa.

Just a girl in a bar || WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora