La mattina dopo mi svegliai tra le braccia di Alex. I nostri corpi nudi, giacevano attaccati per tutta la loro lunghezza. Sentivo il braccio di Alex che poggiava sul mio fianco e mi teneva stretta, mentre il mio era un po' più in alto e sfiorava la sue spalla. La luce nella stanza proveniva da uno spiraglio di tenda scostata e tutto sembrava avvolto in qualcosa di morbido, in un tepore quasi primaverile. Alex stava ancora dormendo. Non avevo il coraggio di svegliarla, così rimasi lì, a guardarla. I capelli arruffati le incorniciavano il viso, gli occhi chiusi sembravano assorti in qualcosa, un sogno forse, e le sue labbra disegnavano un lieve sorriso. Rimasi lì ad osservarla per pochi minuti, poi i miei occhi cominciarono a chiudersi e mi riaddormentai. Furono le carezze ed il bacio di Alex che mi svegliarono, dopo un tempo che non riuscivo a quantificare. I miei occhi si riflettevano nei suoi. Mi erano mancati quegli occhi. Mi mancavano dall'ultima volta in cui eravamo state insieme in quel letto.
"Buongiorno", mi disse.
"Buongiorno"
"Come stai?"
"Sto che potrei abituarmici"
"A cosa?"
"A te che mi svegli con un bacio", e sorridendo, mi trasse forte a sé e me ne diede un altro.
Restammo un po' a letto, a parlare, a guardarci, a scambiarci teneri baci e carezze. Quando ci alzammo per andare a mangiare qualcosa, mi accorsi che erano quasi le undici. Guardai il telefono e trovai i messaggi di Larry, Merida e di mamma, tutti e tre che mi auguravano il Buon Anno. Merida, come sempre nelle grandi ricorrenze, ossia Natale, primo dell'anno e compleanno, lasciava da un parte le sue parole colorite e mi scriveva con poche parole, dolci e semplici. Risposi a lei e a mia madre e decisi di non leggere ancora il messaggio di Larry. Dopo quello che era successo la notte prima, era l'ultima persona della quale volevo sentire parlare. Avrei dovuto parlare con lui, ma prima dovevo parlare con Alex, per capire cos'era quello che avevamo fatto, quel nostro cercarsi, trovarsi e finire l'una nelle braccia dell'altra, come se non fosse mai successo nulla. Invece, in tutto quel tempo in cui non c'eravamo viste, qualcosa era successo e sapevamo entrambi che ne dovevamo parlare. Alex uscì dal bagno con addosso solo le mutande ed il reggiseno e il suo abbraccio mi arrivò da dietro. Sentivo il suo respiro vicino al mio orecchio e poi la sua testa che si appoggiava sulla mia spalla, mentre i suoi capelli corvini facevano capolino sul mio seno. Lasciai il telefono e strinsi le mie mani sulle sue.
"Non è un sogno questo, vero?", dissi.
"No", rispose con voce tranquilla. Poi mi girò, mi prese il viso tra le mani e vi poggiò un tenero bacio. Quando si staccò, rimasi un attimo con gli occhi chiusi e quando li riaprì, Alex stava lì ferma a guardarmi.
"Cosa c'è?", dissi.
"Niente"
"E allora perché te ne stai lì ferma a guardarmi?"
"Sei bellissima"
"Ma smettila"
"Non mi sembra vero che tu sia qui, non avevo nemmeno immaginato che ci potesse essere tutto questo"
"Ti sei addolcita in tutto questo tempo!", le dissi e le tirai un asciugamano che era sulla sedia accanto a me.
"Ah sì?", disse e prendendomi per i polsi mi buttò contro il muro.
"Ahi! Sei violenta!"
"Ma allora ti decidi? Prima ti lamenti perché sono troppo dolce, poi ti lamenti perché sono violenta. Ti vuoi decidere Chapman!"
"Chapman! Mi hai chiamato Chapman?!", e si mise a ridere, sapendo che la mia reazione sarebbe stata esattamente quella. Così riuscii a liberarmi dalla sua stretta e prendendola a mia volta per le braccia, la feci cadere all'indietro, sul letto.
"Chi è adesso che comanda?", dissi, guardandola immobile sotto di me. Il suo sguardo si fece malizioso, mentre sul suo volto si dipingeva un largo sorriso.
"Beh, dimostrami come sai comandare".
La stavo per baciare quando il mio telefono squillò, immaginavo fosse mia madre.
"Devo rispondere, è mia madre"
"Rispondi pure", disse Alex e mentre la lasciavo, lei si alzava, appoggiandosi su un gomito.
Era mia madre. Risposi dicendole che andava tutto bene e che avrei deciso nel pomeriggio quando tornare a casa, e che sì, Larry ed io avevamo trascorso una bella serata. Pronunciai il nome di Larry e mi dimenticai che anche Alex l'avrebbe sentito. Finita la chiamata, mi rigettai su Alex che aveva uno sguardo diverso, la malizia era svanita e sembrava che fosse uno sguardo quasi serio. Cercai di non pensarci e di distrarla da quello che aveva sentito.
"Dove eravamo rimaste?", dissi.
"Piper, non credi che dovremmo parlare?"
"Sì, ma possiamo aspettare"
Le mie labbra sfiorarono appena le sue quando il suo cellulare squillò.
"Non saprei chi sia, devo rispondere", così la lascia alzarsi.
Rispose al telefono e sentii : "Ciao Arizona! Buon Anno anche a te! Senti, ci potremmo sentire più tardi? Perché adesso sarei un po' impegnata? No, no ti spiego dopo eh? Ciao!", e riattaccò.
Ci guardammo ed io dissi: "Sì, dobbiamo parlare".
"Sì, ma sono convinta anch'io che possiamo aspettare", e mi raggiunse sul letto. Ci scambiammo un paio di baci e poi il mio telefono risquillò. Potevo immaginare chi mi stesse chiamando. Mi alzai e vidi che era Larry. Decisi di non rispondere, ma sapevo che non avrei potuto farlo per tutto il giorno.
Mi voltai verso Alex e lei sembrò leggermi nel pensiero.
"Non potrai non rispondergli per sempre. Vado a preparare qualcosa da mangiare. E' sempre meglio parlare con la pancia piena", e prima di uscire dalla stanza si mise un pigiama e mi diede un bacio.
"Sì, direi di sì", dissi mentre la guardavo sparire verso la cucina.
E' arrivata la resa dei conti, pensai. Anche se non lo volevo ammettere, ma dovevamo sistemare tutta questa storia.
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Just a girl in a bar || WATTYS2016
FanficNon sempre sappiamo cosa ci può accadere. La maggior parte delle volte la vita cambia quando meno ce l'aspettiamo: quando stiamo camminando per strada, quando siamo ad una festa alla quale non volevamo andare, quando perdiamo un treno. O, sempliceme...