Chapter 16. Dalla parte di Alex

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Quando credevo che per una volta le cose stessero andando per il verso giusto, tutto veniva stravolto. Ero seduta in salotto, sul divano, con in mano un bicchiere di sambuca, che, dopo il Baileys, era il mio drink preferito. Pensavo e ripensavo a quello che era successo di lì a qualche minuto prima. Allo schiaffo che avevo ricevuto. Meritatissimo, in realtà. Pensavo a quello che avrei dovuto affrontare quando Silvye sarebbe uscita dal bagno : l'ennesima lite, l'ennesimo sforzo di dirle era tutto finito.

Silvye arrivò dopo una ventina di minuti. Uscì dal bagno con i capelli bagnati e il solo asciugamano che l'avvolgeva. Stava venendo verso di me e mentre lo faceva mi chiedevo cosa avessi mai trovato in lei per poter anche solo pensare di avere una storia : non era bella come Piper, ma ero un tipo che non si fermava alle apparenze, quindi pensavo al suo carattere, al suo pessimo carattere, che ci portò a scontrarci così tante volte. Davvero, cosa avevo per la testa? Forse era il fatto che fosse una brillante filosofa quando l'ho incontrata la prima volta e il mio amore per la filosofia mi aveva annebbiato completamente la mente. Si sedette vicino a me e provò a baciarmi, mai io mi scostai.

"Silvye, dobbiamo parlare"

"Sì, lo penso anch'io Alex... Chi era quella?"

"Non ho nessuna intenzione di parlare di lei e ti chiederei di non farlo, dobbiamo parlare di noi"

"Ah dobbiamo parlare di noi? Beh dovremo parlare anche di lei dal momento che te la scopi mentre stai ancora con me!"

"E' proprio questo il punto Silvye! Noi non stiamo più insieme!"

"Non è vero! Mi...mi...mi avevi detto che ci dovevamo prendere una pausa!"

"Te l'ho detto solo perché mi stavi esasperando e ti ho detto quello che volevi sentirti dire, anche se la mia opinione a riguardo era un'altra, ossia che tra di noi è tutto finito"

"No, non può finire così... noi... noi ci amiamo...". Stava cominciando a piangere, odio quando la gente si mette a piangere davanti a me.

"No, noi non ci amiamo da un bel po' Silvye, anche se tu sei convinta del contrario.. ma io non ti amo più e non so nemmeno se l'ho mai fatto"

"Non puoi dirmi questo... dopo tutto quello che abbiamo passato...", tentò di abbracciarmi, ma fermai le sue braccia e mi alzai dal divano.

"Smettila Silvye, è inutile ricordare il passato, quel che è stato è stato... quindi per questa notte dormirai qui, poi domani mattina lascerai giù le chiavi di questa casa e te ne andrai per la tua strada e saremo entrambi felici"

"Cos'è, mi fai la carità adesso? Non mi serve un posto per dormire. Ho tanti amici in città, non sei l'unica che io conosca, quindi non mi serve l'elemosina da te!"

"Amici? Da quando tu hai degli amici? Con quel carattere di merda che ti ritrovi? Abbiamo litigato con tutti quando stavamo insieme! Quando ci siamo conosciute all'università io ho fatto i salti mortali per proteggerti per quella bocca che non sapeva fare altro che aprirsi per dire cattiverie o cose fuori luogo! Ho perso tutti i miei amici per colpa tua!"

"Non venire a dare la colpa a me se non hai più amici! Ti sentivi il genio e il leader del gruppo, sempre al centro dell'attenzione! Non ti sopportavano più!"

"Questo non è vero!"

"Invece sì!"

"Se stanno così le cose, allora c'è una sola cosa da fare"

"Alex...cosa stai facendo? Non vorrai mica...", ma non riuscii a sentire quello che disse dopo.

Presi le chiavi che aveva lasciato sul tavolino in entrata e me le misi in tasca, poi andai in bagno, presi il suo beauty-case e la biancheria intima che si era tolta prima di entrare in doccia, poi andai in camera da letto dove per terra aveva lasciato la sua valigia aperta. Buttai dentro quell'astuccetto da bagno e la biancheria, chiusi la valigia, poi presi i vestiti che si era tolta e che erano sul letto.

"Alex per l'amor del cielo non avrai il coraggio di..."

"Stai zitta!"

Mi avviai verso l'ingresso, aprii la porta e gettai sul pianerottolo i suoi vestiti e la sua valigia, poi mi voltai, la presi per un braccio e buttai fuori anche lei.

"Ora va dai tuoi amici e lasciami in pace. Io con te ho chiuso!", dissi e mentre cercava di rispondermi, le chiusi la porta in faccia.

Ora finalmente c'era silenzio e pensare che avevo chiuso per sempre con quel capitolo della mia vita mi faceva sentire in pace con il mondo. Ma non era tutto finito, c'era un'altra questione che dovevo sistemare, un'altra persona che si meritava delle spiegazioni : Piper. Dopo quello che era successo, dubitavo che avesse voluto rivolgermi ancora la parola, quindi decisi di scriverle una lettera che, in qualche modo, le avrei fatto pervenire a lezione. Così mi sedetti e cominciai a scrivere.

Il lunedì, Piper non si presentò a lezione, così come il martedì e il giovedì. Me lo aspettavo, in realtà, ma speravo fosse una di quelle volte in cui mi sbagliavo. Andai anche al bar da Pitt la sera, ma non la vidi mai. Quando non venne a lezione nemmeno il lunedì e il martedì della settimana dopo, avevo deciso che se non si fosse presentata nemmeno il giovedì, avrei parlato con quella sua amica, mi sembrava si chiamasse Merida. Così fu. Giovedì entrai in classe e lei non c'era. A fine lezione cercai di parlare con Merida. Finii cinque minuti prima e mi diressi verso la platea, dove la signorina...

"Mi scusi, lei è la signorina?"

"Smith, Merida Smith"

...la signorina Smith si trovava e cominciai a parlarle.

"Signorina Smith, sa per caso qualcosa della signorina Chapman? Non la vedo a lezione da un po'..."

"Piper non sta molto bene, mancherà per qualche altra lezione, ma non si preoccupi, le passo io gli appunti"

"Ah, molto, molto bene, le dica pure che se ha problemi o domande può venire nel mio ufficio, a ricevimento"

"Certo, glielo dirò. Adesso io devo andare, ho un'altra lezione, arrivederci professoressa Vause"

"Arrivederci", e se ne andò.

Quella ragazza non lasciava molto trapelare le proprie emozioni, da come mi aveva guardato, non ero riuscita a capire se sapesse o no di quello che era successo tra me e Piper e non sapevo se la cosa mi turbasse o meno.

Uscii dall'aula, ero particolarmente stanca quel giorno e mentre passavo per il corridoi del secondo piano per raggiungere il mio ufficio, guardai fuori dalla finestra e vidi un ragazzo ed una ragazza che uscivano dalla facoltà a braccetto. Non riuscii a vederli bene perché svoltarono l'angolo e furono fuori dalla portata della mia vista. La ragazza assomigliava molto a Piper.

"Sto avendo le allucinazioni", pensai. E se non fosse stato così? Capii che era tempo di prendere le proprie decisioni. E alla svelta.

Just a girl in a bar || WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora