Chapter 24. Un rapporto più grande di me

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Lì, in piedi davanti a me, c'era Cal.

"Ciao Piper...", ripeté dopo la prima volta che gli avevo chiesto cosa ci facesse lì.

"Cosa diavolo ci fai qui?", mi voltai e mi avvicinai a lui, quasi dimenticandomi che ci fosse anche Larry.

"Ehm...sorpresa!", rispose lui.

"Sorpresa un corno! Sono le 2 di notte! Mi vuoi dire cosa ci fai accampato qui davanti casa mia a quest'ora? E come sei arrivato poi?"

"Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi cosa succede? Chi è lui?", chiese Larry e solo in quel momento mi ricordai di lui.

"Oh scusa Larry. Lui è Cal, mio fratello. Cal, questo è Larry, un mio amico"

"E non solo potrei dire", disse Cal stringendo la mano che Larry gli porgeva.

"Cal, tu non hai nessun diritto di parlare! Larry scusami, ci vediamo un'altra volta", lo salutai e aprendo il cancelletto, trascinai dentro Cal.

"Ma poverino lo lasci così? Non volevo mica interrompervi..."

"Cal smettila di parlare sennò giuro che è l'ultima cosa che farai in questa vita!"

Aprii la porta d'ingresso del condominio, stranamente l'ascensore era proprio lì pronto, vi spinsi dentro mio fratello e premetti il pulsante del mio piano.

"Che diavolo ci fai qui?", dissi.

"Ciao sorellina, che bello vederti!"

"Fai pure il ruffiano? E come hai fatto a venire fino qui?"

"Con il treno"

"Io...sono allibita... cosa sei venuto a fare?"

"Volevo stare un po' con te..."

"Se ciao... dimmi perché... e poi sai che non vivo da sola! Ci sono altre persone a cui devo rendere conto!"

"Piper...mamma e papà sono insopportabili..."

"E allora? Questa non è una novità"

"Sì ma Piper, sono davvero al limite..."

"Hanno litigato ancora?"

"Sì..."

"Pesantemente?"

"Ti dico solo che non si parlano"

"Cazzo"

"Esatto"

"Ma qual è il tuo problema? Sei andato ad abitare in una roulotte in mezzo al bosco"

"Già. E vengono lì. A turno. Uno la mattina, uno il pomeriggio e qualche volta anche la sera. Manca solo che restino lì a dormire"

"Ma tu non hai la fidanzata?"

"Sì. Appunto"

"Ah. Immagino che questo potrebbe essere un problema per la vostra intimità"

Eravamo arrivati ma restammo fuori sul pianerottolo a parlare.

"Scusa Cal non glielo puoi dire che anche tu hai una vita e che vorresti un po' di privacy?"

"Pipes sai come sono quando fanno così, non ascoltano nessuno, tranne te"

"Io? Cosa posso farci io?"

"Lo sai che quando fanno così non ragionano più, anche se sembra che tutto vada bene. Mamma fa la stupida come al solito, anzi, forse di più e papà va a pesca da mattina a sera. Ma non si parlano. E vengono da me. L'unica persona che può farli ragionare sei tu, oltre la nonna ovviamente, ma sai che non sta bene"

"Già..."

"Piper devi tornare a casa..."

"Scusa?"

"Devi tornare"

"Ma io ho lezione!"

"Devi tornare, adesso che si può intervenire, sennò poi le cose andranno sempre peggio"

"Okay, ma non posso tornare domani, torneremo venerdì.."

"Va bene"

"Dai, andiamo a dormire, tu dormirai in camera mia, io dormo sul divano", dissi aprendo la porta di casa.

"Okay"

"Galantuomo proprio..."

"A proposito di galantuomo, chi era quel tipo?"

"Te l'ho detto, un mio amico"

"Solo un amico?"

"Sì"

"Un amico che stava per baciarti..."

"Cal, vai a dormire che è meglio"

Cal andò in camera mia e poi in bagno. Erano le 3 del mattino ormai. Presi il cellulare e scrissi un messaggio a Larry chiedendogli scusa e che gli avrei scritto quando sarei stata più tranquilla. Mi rispose dopo qualche minuto dicendomi che non c'era problema e mi augurava la buonanotte. Anche quella giornata era finita, era stata movimentata ma almeno era giunta al termine. Mi sistemai sul divano e provai a dormire. Sentivo che dentro di me c'era un posto rimasto vuoto, sentivo la mancanza di qualcosa, qualcosa che ormai era distante, qualcosa che sapevo non sarebbe tornata mai da me, qualcosa che mi aveva fatta sentire così viva. Mi mancava un pezzo di cuore, ma nonostante tutto cercai di noi pensarci e in men che non si dica mi addormentai.

La mattina dopo mi svegliai e quando arrivarono anche le altre spiegai che avremmo avuto come ospite mio fratello fino al giorno dopo e che poi saremmo partiti per tornare a casa.

Portai Cal in facoltà da me, ma con scarsi risultati : lui e lo studio erano proprio due mondi differenti, così dopo un'ora se ne andò a fare un giro per la città e gli lasciai le chiavi per poter tornare a casa.

Arrivai a casa stremata verso le 21. Trovai Cal che stava chiacchierando con Red e stava mangiando una fetta di torta appena sfornata. Quando si trattava di cibo, lui non si tirava certo indietro.

"Cal hai già cenato?"

"Sì, e tu?"

"No, non ho molta fame, però mangio volentieri una fetta di torta", e mi sedetti al tavolo con loro a chiacchierare un po'.

Verso le 23 decisi di andare a letto. Andai in bagno, poi in camera mia a preparare la valigia e in dieci minuti fu pronta. Diedi la buonanotte a Cal e mi rimisi sul divano per dormire. Stavolta nessun pensiero mi turbò perché mi addormentai appena toccai il cuscino.

La mattina, dopo colazione, andammo in stazione a prendere il treno per tornare a casa. Salii sul treno e cercai di mettere insieme parole che avrebbero dovuto riconciliare due persone il cui rapporto durava da trent'anni. Effettivamente, un rapporto che era più grande di me.

Just a girl in a bar || WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora