L'indomani andai a lezione da Alex. Sì, proprio alla sua lezione. Non mi erano serviti i millecinquecento insulti di Merida né i suoi "E poi non dire che non te l'avevo detto, quando a fine lezione tornerai da me per piangere!" per fermarmi. Avevo un'idea in testa e questa volta ero decisa a seguirla.
Arrivai in classe e mi misi proprio in prima fila, davanti alla cattedra, ed aspettai. Dopo una decina di minuti, quando l'aula era ormai piena e la lezione non sarebbe tardata ad iniziare, mi raggiunse Merida.
"Tu vuoi scherzare vero?", mi disse.
"Oh buongiorno anche a te!"
"Buongiorno un cazzo! Non ti è servito a nulla quello che ti ho detto vero?"
"Vieni a sederti che tra poco inizia la lezione"
"E in prima fila ti sei seduta, IN-PRIMA-FILA."
"Mi è calata la vista ultimamente"
"Ti è calato anche il cervello se per quello!"
"Smettila di lamentarti che tra poco iniziamo"
Di lì a qualche minuti arrivò Alex. Appoggiò la sua borsa sulla cattedra, si sistemò un attimo e poi cominciò a spiegare.
Durante la lezione non mi guardò nemmeno una volta, non mi aveva guardato nemmeno quando era entrata.
La guardavo e pensavo che dall'ultima volta che l'avevo vista, non era cambiata per nulla, o forse, mi sembrava più bella del solito.
Avevo deciso che alla fine della lezione le avrei parlato, le avrei chiesto finalmente che mi spiegasse tutto e io le avrei detto che da quel momento in avanti, sarei stata pronta ad iniziare qualcosa, un qualcosa che sapevo non poteva uscire alla luce del sole, non volevo certo compromettere la sua carriera e la mia vita universitaria. Ma io volevo Alex, ed ero certa che anche lei volesse me. Per cui, volevo mettere fine a quel tira e molla che avevamo portato avanti dall'inizio. Volevo mettere la parola "fine" sul nostro passato e "inizio" sul nostro futuro.
La lezione finì, qualcuno fermò Alex per chiederle qualcosa, io misi i libri in borsa e poi mi rivolsi a Merida.
"Mer ci vediamo dopo, devo parlare con la prof"
"Fai quel cazzo che vuoi, io non dico niente, che tanto poi non mi ascolti, se devi piangere però non provare nemmeno a cercarmi", girò i tacchi e se ne andò.
Mi avvicinai alla cattedra e quando anche l'ultimo studente fu soddisfatto dalla risposta di Alex, fu il mio turno.
"Professoressa Vause?"
"Sì?", Alex mi parlò ma i suoi occhi non mi guardavano, erano concentrati a guardare fogli pieni di funzioni lì sul tavolo.
"Ho bisogno di parlarle"
"Sono qui apposta"
In quel momento avrei voluto ucciderla. Mi guardai attorno, nella speranza che nessuno sentisse.
"Alex, per l'amor del cielo vuoi guardarmi?"
Alex sollevò la testa, e finalmente, per la prima volta dopo tanto tempo, mi riguardò negli occhi.
Fu in quel momento, quando i suoi occhi ritornarono a specchiarsi nei miei, che tutta la mia forza, tutte le mie energie, tutti i propositi che mi ero fatta, vennero meno. Il suo sguardo non perdeva il suo potere di spogliarmi e mi tornò in mente quella sera in cui non solo i suoi occhi, ma anche le sue mani, l'avevano fatto.
Mi guardò ma il suo sguardo non mi sembrò tanto turbato. I suoi occhi mi guardavano, ma sembrava andassero oltre i miei, come se mi trapassassero, ed io fossi un qualcosa senza sostanza. Non sapevo se prenderlo come un qualcosa di negativo o di positivo.
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Just a girl in a bar || WATTYS2016
FanfictionNon sempre sappiamo cosa ci può accadere. La maggior parte delle volte la vita cambia quando meno ce l'aspettiamo: quando stiamo camminando per strada, quando siamo ad una festa alla quale non volevamo andare, quando perdiamo un treno. O, sempliceme...