Era arrivato Gennaio, ed i primi esami. E in più per me era arrivato l'amore. Eh già. Si chiamava Steven e studiava Storia al secondo anno. Ci eravamo conosciuti ad una festa, alla quale io e Nicky c'eravamo imbucate e della quale ora non ricordo più molto.
Si trovava in un condominio nella periferia della città, rinomato da anni (questo ci avevano detto) per le sue rumorose e popolose feste.
Io e Nicky ce ne stavamo relegate in un angolino, il primo piccolo spazio che eravamo riuscite a trovare e che ci aveva fatto capire che andare a quella festa era stata una pessima idea. Ad un certo punto, Nicky si spostò per andare a prendere due birre, ed io rimasi ferma, in sua attesa. In quei cinque minuti in cui lei se n'era andata, un ragazzo si avvicinò a me e cominciò a parlarmi. Mi avevano rapito i suoi occhi azzurri e la sua voce profonda. Quando Nicky arrivò, lui mi salutò e lo persi di vista tra la gente.
"Piper, cosa dici se ce ne andiamo?", mi disse Nicky dopo una ventina di minuti.
"Sono d'accordo"
Cercammo di farci strada tra la gente fino alla porta d'entrata e ce ne andammo. Giù in strada potevo finalmente tornare a respirare aria fresca e sana, non condita da fumo o da alcol, ma poco dopo mi voltai perché qualcuno mi stava chiamando. Era il ragazzo con il quale avevo parlato, che non mi aveva nemmeno detto il suo nome,
"Mi chiamo Steven. E tu?"
"Piper"
"Beh, Piper, è stato bello parlare con te. Questo è il mio numero. Scrivimi!", e se ne andò subito dopo avermi messo in mano un biglietto con il suo numero di cellulare.
"Pipe! Hai fatto colpo!"
Arrossii e non dissi nulla, ma mi misi a ridere.
Arrivate a casa, scrissi a quel numero, e come risposta Steven mi disse se ci potevamo vedere il giorno seguente. Così, dopo circa un paio di settimane di appuntamenti vari, Steven trovò il coraggio di baciarmi e dopo un mese, decidemmo di stare insieme. Questo successe poco prima di Natale.
Raccontai di quel bacio prima di tutti a Merida, con la quale avevo stretto un forte rapporto di amicizia e alla quale sentivo di poter dire tutto, senza aver la paura di essere giudicata da lei.
Eravamo alla fine di Gennaio, mi trovavo a Lettere perché dovevo pranzare con Steven, ma lui era in ritardo e quindi scrissi a Stella. Stella mi aveva lasciato il suo numero su un biglietto attaccato alla porta di casa. Il biglietto portava il mio nome, ma dentro vi era scritto "Se vi servisse qualcosa, chiamatemi pure. Stella.", quindi in un certo senso era per tutte noi. Era davvero molto gentile quella ragazza. Le scrissi dicendole che mi trovavo a Lettere e se anche lei fosse stata lì, l'avrei salutata volentieri. Mi rispose nel giro di qualche secondo, dicendomi che sarebbe arrivata all'uscita di lì a qualche minuto. Intorno a me cominciarono ad arrivare delle persone, chi per incontrare qualcuno, chi tornava per il pranzo, chi aveva appena finito lezione. Fu poco dopo che il tempo mi sembrò fermarsi. Tra tutte le persone che avevo davanti, ne spiccava una, che si trovava praticamente dall'altra parte della sala. Tutto per me si era fermato. Mi sembrava che i raggi che provenivano dalle vetrate, illuminassero solo lei, e che il resto fosse incolore. Le sue gambe si infilavano in un paio di stivali grigi, il suo vestito era dello stesso colore. Se ne stava lì, ferma, a sorridermi con un caffè in mano. Era Stella. Cominciò a venire verso di me. Cercai di riprendermi da quella trance che mi aveva immobilizzato. Cercai di fare finta di niente. La salutai, parlammo un po', poi arrivò Steven ed andammo a pranzare. Ma non fu un pranzo particolarmente piacevole per me: Steven mi stava dicendo che sebbene ci avesse provato, non riusciva a dimenticare la sua ex fidanzata e che quindi non voleva portare avanti un qualcosa con me, qualcosa che sapeva non avrebbe portato a niente e non voleva farmi stare male. Mi chiese se potevamo comunque restare amici. Io non sapevo cosa rispondere, era la mia prima "storiella" e quindi gli risposi di sì, senza capire davvero quello che era appena successo, ossia che mi aveva lasciato. Alla sera, appena arrivata a casa, cominciai a rendermene conto e così iniziai a piangere. Non volevo farmi vedere dalle altre, così uscii e me ne andai sul tetto, dove avevo scoperto esserci una bellissima terrazza, dalla quale si poteva vedere tutta la città. Feci così per tutte le sere di quella settimana.
L'ottavo giorno di quella serie di fughe notturne, mi scrisse un messaggio Stella, proprio mentre mi trovavo in terrazza.
"Devo aspettare che tu venga a Lettere per poterti vedere? E' da qualche giorno che non ci incrociamo più!", diceva il suo messaggio. Mi fece sorridere quel modo carino che usava per rivolgersi a me.
"Credo non verrò a lettere per un po'", le risposi.
"Qualcosa non va?"
"In realtà sì", perché mi stavo rivolgendo proprio a lei? Non c'era poi così tanta confidenza tra di noi. Sì, ci parlavamo, ma non molto.
"Dove sei?"
"Sotto le stelle", scrissi ed inviai.
"Arrivo".
E in pochi minuti arrivò. Io ero seduta per terra, con le spalle contro il muretto. Il viso rigato dalle lacrime.
Venne verso di me.
"Non sederti" , le dissi, "Il cemento è freddo"
"Sono stata in Alaska. Ti assicurò che quello è freddo. Non questo"
"Non guardarmi. Non sopporto che qualcuno mi guardi quando sto piangendo"
"Hai degli occhi bellissimi"
"Ma come fai a vederli se c'è buio?"
"Sono illuminati dalle stelle", e dicendomelo, mi infilò un braccio attorno alle spalle.
"Ti va di raccontarmi cos'è successo?"
"Non proprio. Non adesso almeno"
"Va bene. Quando vorrai me lo dirai", mi tirò a sé e mi abbracciò. Tra le sue braccia, mi venne in mente quello che in tutti quei giorni avevo accantonato a causa di Steven, del suo avermi lasciata. Mi tornò alla mente un vestito grigio, Stella che mi sorrideva tra tutta quella gente. I raggi del sole che le illuminavano il viso e tutto il resto era fermo. Il tempo si era fermato.
Mi sentivo bene fra quelle braccia, sentivo la mia testa posarsi perfettamente appena sotto la sua spalla. In quell'istante pensai che il mio cuore si fosse perdutamente innamorato di un sorriso vestito di grigio, con in mano un caffè.
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Just a girl in a bar || WATTYS2016
FanfictionNon sempre sappiamo cosa ci può accadere. La maggior parte delle volte la vita cambia quando meno ce l'aspettiamo: quando stiamo camminando per strada, quando siamo ad una festa alla quale non volevamo andare, quando perdiamo un treno. O, sempliceme...