Chapter 6. La città e le sue mille luci

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Il piano di Merida non si realizzò. Le sere dopo quella volta al cinema, ci eravamo recate da Pitt e finalmente una sera, molto tardi, arrivò Alex, che ovviamente non mi degnò di uno sguardo. Dissi a Merida "Eccola, è lei!". Merida la guardò, aspettò dieci minuti e alla fine mi disse "Andiamo", "Come andiamo? Non avevi un piano?", "Appunto. Andiamo!", non replicai e la seguii e nell'uscire urtammo contro due ragazzi e sebbene uno di quelli ci avesse urlato "Ehi voi due! State attente!", non ci fermammo e andammo dritte alla macchina.

"Insomma Mer, questo è il tuo grande piano? Andarsene dopo sere intere passate ad aspettarla?"

"Senti, dovevo vederla per farmi un'idea e ponderare la situazione.."

"Ponderare la situazione? Quale situazione? Non so niente di lei e tu l'hai vista per dieci minuti!"

"Ehi, io so! Ed ora scendi che siamo già arrivate a casa tua..."

"Ciao Mer, ti voglio bene!"

"Ciao baldracca, io no." Eravamo proprio dolci e carine l'un l'altra.

Non sapevo cosa avesse in mente Merida, ma ero troppo stanca per pensare. Volevo solo buttarmi a letto e non pensare all'ennesima occasione che avevo sprecato per parlare con Alex, anche se forse lei non si ricordava nemmeno più della mia esistenza. Stavo per aprire il cancello quando una macchina dietro di me si fermò ed abbassò il finestrino. Sentii un brivido freddo correre lungo la schiena e cercai il più veloce possibile di prendere la chiave giusta per entrare. Di maniaci che giravano ce n'erano tanti e sicuramente non sarei stata né la prima né l'ultima protagonista di uno stupro di notte.

"Ehi, non si saluta più?", disse la voce dentro la macchina.

In quel momento il brivido di paura quasi cessò. Quella voce aveva qualcosa di familiare. Mi voltai.

"Alex! Santo Iddio ma vuoi farmi prendere un colpo?"

"Perché?"

"Perché è notte fonda, ti sei apposta dietro di me ed hai cominciato a parlare senza nemmeno dirmi che fossi tu! "

"Cosa devo fare? Le presentazioni formali? Cosa sei, sua altezza imperiale?" e si mise a ridere.

"Non sei per nulla divertente! E poi, cosa ci fai davanti a casa mia?"

"Oh è casa tua? Buono a sapersi"

Perché le interessava sapere dove abitavo? Questa domanda mi intrigava molto, ma non avevo nessuna intenzione di farle pensare che qualche suo interessamento nei miei confronti potesse farmi piacere. Anzi, avrei sicuramente affermato il contrario se la questione si fosse presentata.

"Cosa vuoi Alex?"

"Sono venuta a prenderti.."

"Cosa?"

"Sono venuta a prenderti. Sali"

"E perché dovrei farlo?"

"Perché te lo sto chiedendo!"

"Ma senti questa...Alex non ci conosciamo nemmeno. Non so chi sei, se non che ti chiami Alex, che ti piace il Baileys e che ti piace baciare le ragazze in bagno senza nemmeno dar loro una spiegazione adeguata!"

"Questo è inesatto"

"Ah sì e dimenticavo che vuoi sempre aver ragione!"

"Si ecco forse su questo non hai tutti i torti. Ma vieni con me e risponderò ad ogni tua domanda"

Non mi fidavo, ma la tentazione di salire su quella macchina con lei era più forte di me.

"Dove andiamo?"

"E' una orpresa!"

"Come faccio a sapere che non mi ucciderai o roba del genere?"

"Beh scrivi un messaggio ad un tuo amico fidato dicendogli che se non ha notizie di te entro domani mattina alle 11, dovrà andare dalla polizia e denunciare la tua scomparsa e che la colpa è di Alex Vause".

Ero intrappolata. Come potevo non accettare?

"Okay. Mi hai convinta."

"Finalmente"

Salii in macchina.

"Come facevi a sapere che abito qui?"

"Beh, appena sei uscita dal bar ti ho seguita e poi ho seguito la macchina che ti ha portato fino qui"

"Sei una stalker!"

"Non dire sciocchezze,! Le stalker non baciano qualcuno nel bagno di un bar offrendogli poi il loro drink preferito!"

"No infatti, fanno molto peggio, tipo pedinarti fino a casa."

"Touchè!", e mentre cominciava a ridere, un sorriso si stampò anche sulla mia faccia.

"Vedo che sono riuscita a farti ridere. Non devo esserti proprio antipatica" disse. Non mi diede il tempo di rispondere ( per fortuna, perché non avrei saputo spiaccicare una parola), mise in moto la macchina e ci inoltrammo nelle vie illuminate della notte.

Dopo una decina di minuti, ci fermammo.

"Spero che tu abbia delle scarpe comode", disse, "abbiamo ancora 5 minuti di camminata, in salita".

"Mi vuoi proprio uccidere del tutto a quest'ora della notte e sicuramente vorrai nascondere il mio cadavere in un luogo appartato!"

"Si ma non svelare tutti i miei trucchi subito! Sennò poi dovrei cambiarli"

"Solo per farmi dispetto ed impedire che io abbia ragione, giusto?"

"Ovviamente".

Maledetta Alex.

Camminammo per poco più di 5 minuti su per una salita che contava un paio di curve ed ora davanti a noi, la strada svoltava verso destra e proseguiva ancora più in alto. Alex mi si parò davanti.

"Ora chiudi gli occhi e lasciati trasportare da me"

"Va bene"

"Ma come, nemmeno un po' di resistenza? Ma così non è divertente!"

Chiusi gli occhi e lei mi prese per le mani e cominciò ad accompagnarmi un po' più su di dove eravamo, esattamente dove la strada svoltava a destra, ma invece di proseguire si fermò e mi girò verso sinistra.

"Ora puoi aprire gli occhi"

Li aprii. Quello che mi si presentò davanti era un qualcosa di indescrivibile. Da quel punto si vedeva tutta la città che avvolta nella notte risplendeva con le sue mille luci.

"Questo posto è bellissimo" dissi, quasi dimenticandomi di non essere sola.

"Decisamente più romantico ed adatto per un bacio rispetto al bagno di un locale. non trovi?" disse Alex.

Mi girai verso di lei. Aveva un grosso sorriso stampato sul viso, come il sorriso di un bambino che aspettava il suo premio.

"

Just a girl in a bar || WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora