Chapter 27. Quando scende la neve

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Era passato circa un mese e mezzo da che io e Merida c'eravamo fidanzate. Tutto sembrava perfetto. Larry e Kieran si erano rivelati dei ragazzi fantastici, anche se con i loro mille difetti, ma sapevano starci vicino, supportarci, sopportarci, consolarci se ne avevamo bisogno e ogni volta che uscivamo insieme non c'era tempo per annoiarsi, anzi, non la smettevamo di ridere. Persino a casa mia sembrava andare tutto bene : mio padre era apparentemente cambiato, o almeno aveva cominciato a fare minimo un complimento al giorno a mia madre e a portarla fuori a cena a week end alternati. Erano rimasti entusiasti quando avevo detto loro che mi frequentavo con qualcuno e non vedevano l'ora di conoscere Larry, come lui, d'altra parte, non aspettava altro che conoscere loro, ma non volevo correre troppo, quindi avevo deciso che le presentazioni sarebbero arrivate con il nuovo anno, se non anche con la primavera.

Era un martedì sera, mancava una settimana a Natale e quindi di lì a qualche giorno le lezioni sarebbero finite, più precisamente sarebbero finite giovedì e avevamo deciso che saremmo usciti, "famiglia" e rispettivi fidanzati, per festeggiare. Le strade erano ricche di luci e di decorazioni natalizie, in ogni via c'era una moltitudine di colori, dove spiccavano il verde degli alberi di natale, il rosso, il bianco e il blu delle ghirlande e delle palline e l'intermittenza delle luci nelle vetrine dei negozi e delle case. Tutti sembravano elettrizzati da quell'atmosfera, avvolti nel calore che emanavano i cuori nel periodo natalizio, i bambini che correvano per le strade, che tenevano per mano i genitori, che raccontavano cosa avevano scritto nella letterina per Babbo Natale. Era impossibile essere tristi.

Quella sera, come tutti i martedì sera, non avrei visto Larry, perché il cineforum l'avrebbe impegnato fino a tardi, così, decisi che avrei aspettato Merida e saremmo andate a bere qualcosa da Pitt. Merida era a casa di Kieran, che si trovava non molto distante dal centro della città e dalla facoltà di Lettere, per raggiungerla si doveva percorrere una piccola strada in salita, ai piedi della quale si trovavano delle scale che portavano ad una chiesetta. Mi piaceva aspettare lì Larry o Merida, mi sedevo su quei gradini e nell'accovacciarmi sentivo un senso di libertà, come se in quel posto fossi stata al sicuro da tutto, che nulla di male mi avrebbe potuto raggiungere. Ero arrivata un po' prima dell'orario stabilito e sapendo che Merida sarebbe sicuramente arrivata in ritardo, mi sedetti sugli scalini ed aspettai. Passarono circa dieci minuti prima che Mer arrivasse, accompagnata da Kieran. Salutai Kieran e dopo aver fatto un paio di parole con noi, ci salutò e si riavviò su per la stradina, verso casa sua.

Io e Merida ci risedemmo sui gradini e rimanemmo lì, ad ascoltare il silenzio, il rumore di un auto che passava, il silenzio, la voce di una mamma che stava sgridando al telefono sua figlia perché aveva preso un brutto voto a scuola, il silenzio, il passo affrettato di un marito che portava un mazzo di fiori a casa per la moglie, il silenzio, una breve melodia di una canzone natalizia che arrivava da una finestra che si era aperta e poi subito richiusa lì vicino, e poi ancora il silenzio.

"E' quasi Natale anche quest'anno Pipes"

"Già, è il terzo che passiamo insieme no?"

"Mamma mia già il terzo?"

"Eh sì..."

"Ma quanto passa veloce il tempo?"

"E' incredibilmente veloce"

"Quante ne abbiamo passate insieme?"

"Un sacco, davvero, ci stavo pensando qualche giorno fa"

"Adesso sembra andare tutto per il meglio. Se qualcuno mi chiedesse qual è il periodo più felice della mia vita, giuro che risponderei questo, quest'ultimo mese"

"Sì, anch'io. Ci siamo addirittura fidanzate lo stesso giorno Mer, ti rendi conto?"

"Sì, mi rendo conto che sei sempre tu a copiarmi"

"Ma smettila..."

"Kieran è davvero una persona fantastica, non mi ero mai sentita a mio agio con qualcuno come con lui. Parla tantissimo, ma allo stesso tempo sa ascoltarmi, non credo che riuscirò mai a trovare qualcuno come lui..."

"Sì, è davvero un ragazzo meraviglioso, a parte quando rincara le sue frecciatine..."

"Ah sì, lì è fastidiosissimo, ma non posso fare a meno di ridere!"

"Sì, hai ragione"

"E Larry?"

"Larry cosa?"

"Come ti ci trovi? Mi pare che andiate d'accordo...anche Kieran mi dice che Larry è presissimo da te"

"Sì, è vero, Larry sembra davvero la persona più innamorata del mondo..."

"Sì, ma tu?"

"Io, ecco, è una strana sensazione..."

"Che intendi dire?"

"Mi sembra, per la prima volta in vita mia che tutto vada bene, niente di strano, niente che sembri sbagliato, difficile, complicato, tutto va bene...e io non sono abituata a queste cose..."

"Ma è una cosa positiva no? Il fatto che vada tutto bene!"

"Sì credo di sì..."

"Avanti Piper non lamentarti anche quando le cose vanno bene!"

"Non mi lamento è solo che..."

"Oh guarda Piper!"

Merida stava guardando il cielo, così alzai gli occhi anch'io e vidi che stava iniziando a nevicare. La neve cominciava a scendere lenta e in poche ore avrebbe ricoperto tutto, così, al mattino, i bambini sarebbero corsi alle finestre e avrebbero trovato una coltre bianca nei loro giardini, che la mattina stessa o nel pomeriggio sarebbero stati violati con le più svariate creazioni di pupazzi di neve o per interminabili lotte a suon di palle di neve.

Pensai che la neve era l'elemento perfetto che mancava in quell'atmosfera, non sarebbe stato davvero Natale se non ci fosse stata la neve. Quei fiocchi portavano con loro anche una certa quantità di pace, di tranquillità. Tutto sarebbe stato ricoperto di neve. Potevo quasi toccare quella quiete, quella pace.

"Stavi dicendo Pipes?", disse Merida.

"Oh, non ricordo... evidentemente non era importante... andiamo da Pitt?"

"Assolutamente sì!"

Arrivammo da Pitt ed ordinammo, e dopo circa cinque minuti, arrivarono due tazze bollenti e fumanti di cioccolata.

"Freddino fuori ragazze?", chiese Pitt.

"Altroché!", risposi.

"Ecco qui, riscaldatevi"

"Grazie Pitt!", disse Mer.

Brindammo e cominciammo a bere, sentendo il caldo che scendeva giù, scongelando i nostri corpi.

Non eravamo in molti dentro al locale e quasi tutti avevano preso la stessa cosa che avevamo preso noi. In quel momento mi passò per la testa un problema di geometria che stavo studiando nel pomeriggio e che non mi era molto chiaro, per cui, come ogni volta in cui qualcosa mi attraversava la mente, il mondo si fermò, mi concentravo talmente tanto dal non accorgermi di aver abbassato la testa, non vedendo ciò che avevo davanti, e avevo lo sguardo sul tavolo ma stavo letteralmente fissando il vuoto.

Riemersi dai miei pensieri quando sentii Mer dire : "Oh no."

"Cosa? Che succede Mer? Scusami, stavo pensando ad una cosa. Che succede?"

"Porca merda...perché. PERCHE'. Senti Pipe, se ti dicessi di non voltarti per nessuna ragione al mondo, tu lo faresti?"

"Assolutamente no"

"Allora girati"

"Cosa c'è, un mostro?"

"Non scherzerei se fossi in te"

"Andiamo, non esagerare", dissi ridendo.

Mi voltai e il sorrido se ne andò quando vidi chi aveva appena varcato la porta del bar.

Alex Vause era tornata. E non era sola.

Just a girl in a bar || WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora