Pulizie compulsive e bricolage: il metodo infallibile per sbollire la rabbia
Sono le 5 di sabato pomeriggio e sono letteralmente esausta. Con una certa soddisfazione contemplo il risultato del mio duro lavoro: le piante del terrazzo sono perfettamente potate e sistemate. Il lavoro è terapeutico. Strappare le erbacce è catartico, specialmente immaginando che fossero i capelli di Filippo mister fighetto. Non voglio farne una questione e nemmeno sembrare la sfigata delusa.
Certo...ammetto che flirtare con lui mi sia piaciuto ma non è colpa mia se ha omesso il particolare di essere fidanzato. E non è nemmeno questo a turbarmi...abbiamo solo chiacchierato. Mi fa male il modo in cui ha parlato di me alla sua fidanzata. Il disprezzo, la cattiveria. E solo perché? Il fatto di non indossare tacchi alti o di non fare la manicure non mi rende un essere repellente. Mi sembra di avere tradito me stessa, presentandomi alla festa conciata come una diva. E questo è il risultato. Non cercherò mai più di camuffare la mia natura "selvaggia". Io sono Anna, sono un palindromo e ci sarà qualcuno a cui piaccio cosi.
Dopo l'operazione "terrazzo pulito" mi sono dedicata ad un'altra delle mie grandi passioni: creare mobili con materiali di recupero. Non sapete che soddisfazione mi da'...dare una seconda vita ad un oggetto in disuso.
Non lo faccio per essere taccagna, lo giuro. Ho un buon stipendio cosa che, unita ad uno stile di vita molto low profile, ha fatto lievitare il mio conto corrente. Potrei permettermi qualsiasi mobile...ma non sarebbe la stessa cosa. Casa mia è piena di mobili fatti da me. In realtà...casa mia è davvero fantastica e lo dico senza falsa modestia.
Quando l'inquilino della nonna se ne è andato...la casa era il prototipo dell'appartamento milanese anni 70. Porta, lungo corridoio con affacciate un dedalo di tante stanze minuscole (cucina mignon, sala da pranzo ancora più piccola, soggiorno, stanzetta tv...insomma avete capito), una porta sul fondo che dava accesso al cavedio da dove partiva la scala per il terrazzo che, ai tempi, era usato come una specie di deposito- cantina.
Ho iniziato i lavori aprendo completamente la parete del corridoio affacciata sul cavedio e creando un'unica grande vetrata che è il filo conduttore della casa. Dalle stanzette "buchi" ho ricavato una grande zona giorno open-space, due camere da letto, un piccolo studio e due bagni. Per quanto riguarda l'arredamento...invece...mi sono sbizzarrita. La cucina è interamente anni 50 (trovata nel terrazzo- deposito) e l'ho fatta ristrutturare giocando con il contrasto tra elettrodomestici moderni e componenti vecchie.
Il tavolo da pranzo l'ho scovato in un'osteria abbandonata nel paese dove vive la nonna e gli ho abbinato sedie colorate in plastica modernissime. Il divano è un pezzo di design, ne sono molto fiera, con un tavolino che ho realizzato restaurando una vecchia fioriera in legno e metallo a cui ho aggiunto una lastra in vetro.
Il guardaroba è stato un vero colpo di fortuna (e di genio): quando Rosina la lavandaia ha chiuso il negozio qui sotto, mi sono fatta vendere l'impianto che usava per appendere e consegnare i vestiti puliti. Con l'aiuto di un mio amico ingegnere, l'ho riadattato alla stanza guardaroba ed ora dispongo di un sistema super-hi-tech: con un clic scelgo la camicia, con un altro clic i pantaloni. I capi sono già divisi per stagione. (Mia sorella se ne è innamorata e mi ha pregato fino a quando non gliene ho fatto uno uguale...).
Il bagno è in stile giapponese. Colori scuri, luci soffuse, lavandino in pietra, sanitari super moderni. Al centro troneggia una vasca da bagno dell'ottocento (trovata a un mercatino e caricata con fatica su Pamela), di quelle con i piedi a zampa di leone che si vedono nei quadri del passato.
Nello studio, invece di una comune libreria, ho preferito ridipingere un'antica vetrinetta, in tinta con la scrivania, una massiccia e rassicurante cattedra di una scuola media.
Oggi, invece, ho realizzato un lampadario per la zona dinner, utilizzando una vecchia ruota di un carretto a cui ho aggiunto le lampadine. Ho fatto l'impianto da sola con l'aiuto di alcuni tutorial su youtube... e vi confesso che quando si è illuminato mi è scesa una lacrimuccia.
Dopo tutta questa faticaccia due ore di ozio non me le toglie nessuno. Un paio di riviste di arredamento, il nuovo numero di Wired e una scatola di cioccolatini mi faranno compagnia per le prossime due ore.
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Da Milano fino a Bangkok
AdventureAnna è il prototipo della ragazza alternativa Milanese: indossa Birkenstock, pantaloni etnici e ha una vera avversione per tutto ciò che è moda, design e lusso. D'altronde il suo nome è un palindromo e lei è sempre stata il contrario rispetto alla s...