L'MBK è un enorme centro commerciale...delle imitazioni. C'è davvero di tutto, dalle borse griffate alle polo, dagli articoli per la casa ai gioielli. Dentro è tutto un urlare, un contrattare. Flotte di turisti si avventano sulla merce, osservandola, tastandola e confrontandola, annusandola.
Riemergiamo tre ore dopo, completamente frastornati, ma con il nostro bottino. Stipate le coperte sul pick-up, decidiamo di andare a mangiare qualcosa al Central Word. Optiamo per il ristorante giapponese (di quelli con i piattini colorati che girano sul tappeto ruotante e dove paghi a seconda del colore). Filippo (come da copione) si macchia con la salsa di soia e, dopo pranzo, lo accompagno a comprarsi una maglietta di cambio. Nel negozio ci divertiamo come due adolescenti: lui prova e io do un voto.
Raggiungiamo la zona delle Floating House nel primo pomeriggio. L'aerea è composta da una serie di vicoletti su cui si affacciano le palafitte. La maggior parte delle case, in legno, non ha nemmeno le finestre. Per velocizzare il tutto ci dividiamo. Ovunque vada vengo accolta da bambini sorridenti e da donne dai volti dolcissimi che insistono per offrirmi qualcosa. Un thè. Un dolce. Nonostante la povertà assoluta, ogni casa è abbellita da un fiore, da una statua o un quadro. L'abitazione che più mi colpisce è quella di due anziani. Lui è praticamente paralizzato e passa tutte le giornate su un'amaca guardando il fiume. Lei, più giovane di qualche anno, si dà da fare per accudirlo. Lo imbocca. Gli legge dei vecchi giornali. Lo abbraccia. Non riesco a trattenere le lacrime e abbraccio fortissimo questa donna speciale, che potrebbe essere mia nonna. Voglio fare qualcosa anche per loro, per gli anziani. Mi rendo conto che la maggior pare dei progetti umanitari è rivolta ai bambini. Giustamente. Ma chi pensa ai più vecchi?
Quando io e Filippo ci troviamo siamo alquanto pensierosi e facciamo il viaggio di ritorno in silenzio. Rientriamo alla base. Io mi ritiro in ufficio, sperando che quel dannato bilancio ora quadri, lui invece si dirige verso le aree comuni, dove i bambini stanno giocando.
Persa nei conti, e nel ricordo della coppia che ho conosciuto, non mi accorgo del tempo che passa. La porta che sbatte mi fa sobbalzare.
"Anna...mi serve la lista dei bambini che sono arrivati. Abbiamo fatto un errore. Stavo giocando con loro...e ce n'era uno... Atid...ha solo quattro anni che continuava a piangere. Gli ho chiesto cosa avesse, ma non parla inglese. Allora mi sono fatto tradurre dalla cuoca e scoprendo che ha un fratello gemello che non è stato incluso nel progetto. Dobbiamo andare a prenderlo".
"Strano...di solito cerchiamo sempre di non separare i fratelli. Fammi prendere la lista. Come si chiama il fratello?"
"Veradis".
"Non c'è. Mi sa che Caterina se n'è scordata. Anche se in genere è precisissima su queste cose".
Provo a telefonare al dottor Filippi ma il telefono risulta irraggiungibile.
"Il dottore non risponde. Domani andiamo a cercare la famiglia e cerchiamo di capire cosa sia successo".
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Da Milano fino a Bangkok
PertualanganAnna è il prototipo della ragazza alternativa Milanese: indossa Birkenstock, pantaloni etnici e ha una vera avversione per tutto ciò che è moda, design e lusso. D'altronde il suo nome è un palindromo e lei è sempre stata il contrario rispetto alla s...