Impara l'arte...e vai di carta vetrata.
Due Mesi Dopo
Sono le undici di sera e sono letteralmente a pezzi. Io e la mia squadra stiamo carteggiando banchi da ore. La trattativa con le scuole private è andata a buon fine. Innegabile che Filippo sia proprio un mago in queste cose. Sa il fatto suo e la mia stima per lui (a livello lavorativo...sia chiaro...aumenta sempre più).
L'ho accompagnato nella ricerca...e ancora rido se penso all'espressione con cui lo guardava la direttrice della scuola più prestigiosa di Bangkok. Ero in imbarazzo per lui. Il tour per gli istituti per bambini ricchi mi ha fatto pensare alle mille contraddizioni di questa terra. Ho visitato dei campus lussuosi quanto le ville di Beverly Hills: decine di campi da tennis, piscine, spa. Appartamenti arredati con mobili di design, aule super i-tech e lezioni tenute con iPad.
Ah...non vi ho detto una cosa: una delle scuole ci ha passato anche i vecchi computer (credo che non abbiano più di due anni) ed ora possiamo dare ai nostri ospiti dei potentissimi Mac Book, tutti per loro. Non sto più nella pelle. Abbiamo raccolto banchi, scrivanie, sedie. Che, da un paio di settimane, stiamo restaurando mentre nel sito i lavori di costruzione procedono a gonfie vele. Voglio che ogni aula abbia un colore diverso, un tema diverso. Voglio che i bambini respirino gioia, felicità, allegria e che si avvicinino allo studio come un momento di festa. Che poi, a ben vedere, è la via più sicura per salvarli da una vita di miseria, o peggio ancora, di sfruttamento. Ho fatto un corso intensivo a Filippo e Junta e abbiamo formato tre gruppi di lavoro. I miei due allievi hanno imparato bene, cosi come gli operai.
Filippo mi ha stupito. Mai avrei detto che si sarebbe sporcato le mani...e invece eccolo là che sta correggendo il movimento di un ragazzo tailandese, con pazienza e amore. Ha rinunciato al ciuffo e i capelli sono tenuti fermi da una fascia che fa molto tronista-di-Maria-de-Filippi...ma fa risaltare ancora di più il suo bel viso. Indossa una t-shirt bianca tutta sporca di vernice e dei jeans sgualciti. In versione selvaggia è ancora più bello. Stiamo lavorando 14 ore al giorno. Al mattino continuo a svolgere il mio lavoro (come ha sottolineato il dottor Filippi, nessuna delle mie attività deve rimanere indietro... non è certo una vacanza). Al pomeriggio mi dedico alle faccende manuali e spesso, la notte, finisco quello non ho fatto la mattina.
Riguardo a Filippo...non sono stata del tutto sincera prima. Lo stimo anche a livello personale. La sera ceniamo tutti insieme e, quando non siamo morti di sonno, ci beviamo una birretta in terrazza, osservando il fiume. Questi rari momenti di relax mi hanno dato modo di conoscerlo meglio e mi è molto simpatico. Sono giunta alla conclusione che con le donne è, e sarà sempre un stronzo, ma può essere un buon amico. E noi siamo amici. Punto.
Il dottor Filippi, per premiarci, ci ha fatto un regalo. Dieci giorni di ferie per le vacanze di Natale. I lavori dovrebbero terminare il 20 dicembre. La sera stessa voleremo a Milano per festeggiare in famiglia. Non avrei mai pensato di dirlo ma mi mancano i miei. Ci sentiamo spesso...e li sento più vicini ora che in trent'anni di vita. Sarà che mi sento apprezzata.
O sarà che la gente di qui mi sta insegnando molto. Mi rendo conto che ho sempre affrontato tutta la mia vita sempre come una guerra. Di petto. Ho trascorso gli anni dall'adolescenza in poi a difendermi da tutto e da tutti, spesso attaccando e rendendomi sgradevole. L'amicizia con Junta e la sua schiera di amiche mi ha fatto rivalutare anche il rapporto con il mio corpo e con l'essere donna. Mi hanno svelato i loro rituali di bellezza...e soprattutto mi hanno fatto capire che sentirsi bene e belle non è per forza sinonimo di avere la testa vuota. Non diventerò mai come mia sorella...però ci faccio più attenzione. Non ho più bisogno della tabella della mamma e di Bea e ho comprato anche dei vestiti carini nei tanti mercati della città.
Nel fine settimana, (Caterina ci ha imposto di non lavorare la domenica, pena licenziamento immediato) usciamo e mi godo la città. Ho visitato il Palazzo Reale, un maestoso trionfo di tetti rossi e dorati e spiritualità. Ho respirato tutta l'energia positiva della religione buddista nel tempio di Wat Pho, rimanendo a bocca aperta davanti al Budda sdraiato: una statua d'oro di 43 metri. Mi sono persa nelle fronde altissime dei giardini della casa di Jim Thompson, una villa in legno immersa in un parco bellissimo e affacciata sul fiume. I suoi arredi sono il perfetto sincretismo tra suggestioni locali e gusto inglese, in pratica il luogo perfetto in cui sorseggiare il thè pomeridiano.
Un paio di week-end, in compagnia di Filippo e Junta (oramai siamo un trio), mi sono spinta fin sulle isole: delle vere e proprie oasi paradisiache, lambite da un mare azzurrissimo. Ci siamo mossi a bordo di vecchissimi furgoni che, durante l'alta stagione, vengono utilizzati dai viaggiatori low cost per spostarsi da una parte all'altra del paese. È stato divertente. E soprattutto...molto abbronzante. Non ci crederete ma io, Anna, palindromo, da sempre contraddistinta da una carnagione color latte...sfoggio una sfumatura dorata, sicuramente grazie anche agli intrugli miracolosi di Junta che, in quanto a cosmetici e simili, è più fornita di una spacciatrice di Bovisa.
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Da Milano fino a Bangkok
AdventureAnna è il prototipo della ragazza alternativa Milanese: indossa Birkenstock, pantaloni etnici e ha una vera avversione per tutto ciò che è moda, design e lusso. D'altronde il suo nome è un palindromo e lei è sempre stata il contrario rispetto alla s...