Capitolo 35

42 5 0
                                    

La villa è incantevole. All'esterno potrebbe confondersi con le altre costruzioni...ma dentro è un sogno. Pezzi di design, elettrodomestici modernissimi. Si sviluppa su un piano solo, a ferro di cavallo, con in mezzo una grande piscina. Un piccolo varco conduce alla spiaggetta privata, un lembo di sabbia dorata lambita dall'acqua più verde che abbia mai visto.

Mia madre assume un'espressione contrita. "Ho fatto male i conti...non ci sono abbastanza camere per tutti. Bea e Junta possono dormire insieme, la nonna avrà la sua bella camera...e tu e Filippo potete dormire nella dependance. Non è un problema vero?".

"Assolutamente no", risponde Filippo. Noto che mamma, Bea e la nonna si scambiano sguardi complici. Qualcosa mi dice che l'assegnazione delle camere non sia stata casuale.

La dependance è deliziosa. Ovviamente c'è solo un letto. Questa me la pagano. Ho le guance in fiamme. Per distrarmi inizio a disfare i bagagli.

Filippo mi si avvicina. "Anna, voglio fare l'amore con te. Ti voglio e ti voglio adesso". Prima che la mia testa possa formulare una risposta, il mio corpo mi spinge tra le sue braccia. Esploro la sua bocca, accarezzo i pettorali. Filippo mi solleva delicatamente e ci ritroviamo sul letto. Lo sento forte sopra di me.

Apro un occhio e poi un altro. Il sole sta tramontando. Non credevo che si potesse...per così tante volte. Non ho mai capito tutta questa fissa delle persone con il sesso. Almeno non fino a oggi.

Filippo mi si avvicina e mi dà un bacio.

"Qualcuno aveva bisogno di dormire?"

"Che ore sono"?

"Le sette, quasi. È passata tua madre prima. Ha detto che alle otto usciamo".

"Mia madre...oddio ma è entrata?", chiedo scandalizzata al pensiero che possa averci visto mezzi nudi.

"Tranquilla. Stavo leggendo in veranda e le ho detto che dormivi. Sei bella da togliere il fiato quando dormi. Anche se russi un po'...".

Ignoro la provocazione e mi precipito in doccia. Non ci posso credere. Io e Filippo, bello e impossibile, abbiamo appena trascorso un pomeriggio di fuoco. Sono elettrizzata. Ma anche molto in imbarazzo? Come devo comportarmi ora? Ci sono. Farò finta di nulla.

Abbiamo noleggiato due pick-up. Filippo sta per salire al posto di guida ma lo blocco. "Voglio provare l'ebrezza di guidare uno di questi cosi. E non voglio maschi alfa tra i piedi. Bea, Junta...venite con me. Filippo va con mamma, papà e nonna".

Mia sorella impallidisce. "Anna sei sicura?".

"Sicurissima".

Il fuoristrada, come un carrarmato, supera gli enormi crateri che attraversano la stradina in salita. Ma perché non l'ho fatto prima? Mi sembra di essere al Luna Park, sulla giostra del Safari. L'acqua di una pozzanghera schizza ovunque. Tra una buca e l'altra aggiorno mia sorella e Junta sull'accaduto.

"L'ho sempre saputo. Si vedeva che c'era tensione erotica" sentenzia Junta con tono da psicologa.

"Sorellina...facciamo un brindisi virtuale alla tua perduta verginità. Questo si che è un uomo. Il tuo primo vero uomo. Senti ma come è messo...?"

"Beaaa".

Mentre cerco di picchiare mia sorella, uno scooter attraversa la strada. Inchiodo. Il volto mi è famigliare. Caterina. La riconoscerei tra mille, anche se porta il casco. Immediatamente faccio il numero di Filippo.

"Fillo, è Caterina. Davanti a me. Scendi e sali in macchina con noi. Dobbiamo seguirla. Di a mamma che li raggiungiamo dopo.".

Caterina procede veloce, zizzagando. Non ci ha riconosciuto ma, siccome la strada è abbastanza isolata, cerco di stare a debita distanza. Ad un certo punto svolta in una piccola stradina, impercorribile in auto. Inchiodo e parcheggio in uno spiazzo.

"Junta, Bea...voi state qui nel caso ce ne fosse bisogno. Io e Anna cerchiamo di capire dove sia...".

Filippo mi da' in mano una pistola e ci lanciamo all'inseguimento. La strada è ripidissima e, fortunatamente, la ruota del motorino ha lasciato un'impronta che ci guida fino a un'alta cancellata in legno. Le palme altissime impediscono la visuale. Proviamo ad avvicinarci ma un abbaiare di cani rompe il silenzio.

"Anna...è meglio che andiamo. Credo che abbiamo individuato il nascondiglio. Meglio elaborare un piano. Così potrebbe essere pericoloso".

Ce ne andiamo in silenzio, cancellando le impronte delle scarpe. Arrivati al bivio, Filippo fa una foto e la geolocalizza con l'iPhone.

Bingo. Li abbiamo trovati.

Da Milano fino a BangkokDove le storie prendono vita. Scoprilo ora