Capitolo 39

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Se mi soffermo a riflettere, a mente lucida, su quello che ci sta succedendo stento a crederci. Mio padre, rispettabilissimo notaio, se ne va in giro armato come se fossimo in un film di spionaggio. La nonna e la mamma si sono trasformate in due attrici da Oscar mentre, io, Bea e Junta traffichiamo con telecamere, monitor e recinzioni come tre ladre professioniste. Sento delle voci concitate che si avvicinano verso la porta. Non vi dico la mia sorpresa quando sulla soglia vedo comparire Filippo. Mi tuffo tra le sue braccia riempiendolo di baci. È in compagnia di una bella donna identica a lui. Non ci vuole un genio per capire che sia la madre.

"Sono tornato per aiutarvi. Mia madre mi ha rivelato alcuni segreti di famiglia...che ribaltano completamente la questione. Mio padre...non è mio padre". Filippo è visibilmente emozionato. La madre, accarezzandogli la spalla, gli dice di calmarsi e interviene in suo soccorso.

"Come ho detto a mio figlio...Vittorio Maria non è il suo padre biologico. Il papà di Filippo era un mio compagno di università che, davanti alla prospettiva della paternità, è fuggito facendo scomparire ogni traccia. Mancavano pochi mesi al parto quando conobbi Vittorio Maria...ci innamorammo e lui si offrì di riconoscere Filippo, dandogli il cognome. Purtroppo durante il parto ebbi delle complicazioni, dovettero intervenire d'urgenza. Mi salvarono la vita...ma non potei più avere figli. Credo che, in cuor suo, Vittorio Maria abbia sempre incolpato me e mio figlio di questo. Non è stato un matrimonio facile. Anzi. Mio marito si rivelò ben presto un traditore. Ma tenni duro per garantire un futuro a Filippo...". Dopo una pausa, la donna riprende a parlare.

"Fin qui nulla di strano. Credo che Caterina sia l'amante, o almeno una delle tante, di mio marito. Ma la cosa davvero incredibile...è che il dottor Filippi è il vero padre di mio figlio. L'ho scoperto per caso leggendo un articolo che lo riguardava, qualche settimana fa. È lui, lo riconoscerei anche tra un milione di anni. Volevo parlarne con calma al rientro...ma data la situazione...".

Incredibile.

"Pensate che tutto ciò centri qualcosa con la sparizione del dottore??" chiedo agli altri?

"Non lo so...però...una volta salvati i bambini credo che sia il caso di cercarlo. A meno che non lo troviamo in clinica" dice mio padre.

"Anna perché non gli mandi una mail di lavoro e vediamo se risponde?"

"Si dai. Tra l'altro non apro la posta da un sacco. Non vorrei che la cosa creasse sospetti...".

"Io allora ne approfitto per sentire com'è la situazione al centro..." dice Filippo.

Per un paio di orette smaltisco le mail arretrate, tutte questioni di routine. Controllo le spese giù al centro...ma fortunatamente tutto procede per il meglio. Prima di spegnere mando una mail al dottor Filippi, informandolo sugli sviluppi e sottoponendogli un paio di bilanci. Il mio capo risponde sempre alle mail...anche quando è in vacanza. Se non otterrò nessuna risposta...sarà il caso di preoccuparsi.

Filippo mi aggiorna sulla situazione nella casa famiglia. I cinquanta bambini si sono ben integrati e, come da accordi, il mese prossimo ne saranno inseriti altri cinquanta.

Siamo rimasti soli. Lo abbraccio fortissimo e gli chiedo come si senta.

"Sono sconvolto. Sottosopra. Non mi sarei mai aspettato quello che la mamma mi ha raccontato. Per quando riguarda mio padre...Vittorio Maria...pur essendo molto doloroso...mi sembra che il cerchio si sia chiuso. Il fatto che non sia lui mio padre biologico, la sua doppia vita, la rabbia per non avere avuto un erede diretto...mi ha tolto un bel peso. Gli sarò ugualmente riconoscente...ma non ho più bisogno del suo consenso. O della sua approvazione. Il dottor Filippi mi piace. Molto. È incredibile pensare che lui e mio padre si siano sempre frequentati per lavoro...ma che mia madre non si sia mai accorta di nulla. Forse la dice lunga su quanto poco si parlassero i miei genitori. Spero che riusciremo a trovare anche lui... e poi si vedrà. Mi piacerebbe conoscerlo meglio...o forse no. Non so. Adesso mi interessa salvare i bambini...e poi dedicarmi a mia madre...a te...".

Mentre lo dice mi bacia e mi accarezza. Sento il desiderio crescente. Lo voglio. Filippo chiude a chiave la porta dello studio e mi spinge delicatamente sulla scrivania. Io Anna, palindromo, adoro il sesso. 

Da Milano fino a BangkokDove le storie prendono vita. Scoprilo ora