E quindi vorresti dirmi che...non solo hai fatto il dito a una specie di modello...ma che lui sarà pure il tuo nuovo capo?". Tizy non riesce a smettere di ridere. "Calma Tizy, non è il mio capo. È solo un figlio di papà con il quale dovrò lavorare. E poi...bello fin che vuoi...ma sai come sono quelli cosi. Dovevi vedere con che aria di disprezzo ha guardato Pamela...dall'alto del suo inutile e inquinante SUV".
Finalmente è iniziato il week-end. E come tutti i venerdì degli ultimi cinque anni io e Tizy ci siamo date appuntamento, a casa mia, per la nostra serata-migliori-amiche. Puntuale come un orologio svizzero, è arrivata con un assortimento di sushi da fare impallidire qualsiasi all you can eat. Io sono l'addetta al vino. Mi piace il vino. So distinguere una buona etichetta da una scadente, conosco le annate migliori e ho fatto un corso di assaggiatrice.
Il vino è una delle grandi passioni di papà. L'ho sempre seguito volentieri nei wine-taste, nei viaggi enogastronomici. È il nostro sottile fil rouge, un hobby solo nostro da cui mia madre e Bea sono escluse. Ricordo ancora il tour nella Napa Valley. Stavamo facendo il giro della California e, mentre mamma e Bea avevano preferito rimanere a Los Angeles a prendere il sole e fare shopping, io e papà avevamo attraversato la Napa Valley, a bordo di un fuoristrada vecchissimo.
Tra l'altro, durante i nostri giri enogastronomici, mio padre diventa un altro: smette i panni del notaio serio e ritrova uno spirito nomade e ragazzino. Anche se non posso vantare la stessa cantina di papà, mi sono fatta il mio tesoretto. Ho ricavato una cantinetta da un vecchio frigorifero da ufficio che ho incassato in una nicchia della casa. Lo spazio è diviso in due: la parte superiore, con delle mensole in legno recuperate da un vecchio cascinale, ospita i rossi.
La parte inferiore, ovvero il mini frigor, i bianchi. Intorno ho creato una cornice in pietre a vista e devo dire che...l'effetto è molto...molto figo. Stasera ho scelto un Ribolla Gialla del 2009 che, tra una battuta e l'altra, è già quasi sparito.
Io e Tizy siamo state compagne di banco dall'asilo al liceo. All'Università abbiamo deciso di emanciparci e trasferirci a Trento, per cambiare aria, città e per iniziare le nostre vite da grandi.
Abbiamo condiviso per cinque anni un minuscolo appartamento in centro...e ci siamo divertite un sacco. Una volta rientrate a Milano, immaginando già che saremmo state assorbite da lavoro, famiglia e fidanzati (almeno lei...) ci siamo promesse di dedicare una sera a settimana a noi. Tizy è euforica. Matteo le ha regalato due biglietti per Parigi, per festeggiare l'ultimo esame della specializzazione. In realtà le chiederà di sposarla.
La cosa buffa è che Tizy proprio non se l'aspetta. Non vedo l'ora...anche se un po' mi intristisce. Ho sempre pensato che qualsiasi cosa fosse successa ci sarebbe sempre stata la mia migliore amica. Ovvio che continueremo a vederci...ma quando sarà sposata...insomma avrà il suo punto di riferimento in Matteo. Non fraintendetemi...non sono invidiosa.
Tizy è come una sorella e se lei è felice, lo sono anche io. Ma mi sentirò un po' più sola. E poi in cuor mio avevo sempre sognato di poter condividere questo momento con qualcuno. Di avere il mio uomo ad aspettarmi alla fine della cerimonia (è ovvio che sarò la testimone...Tizy lo dice da quando abbiamo 10 anni). I matrimoni sono uno di quegli eventi a cui partecipare in coppia. Anche solo per scambiare uno sguardo complice con il tuo fidanzato durante lo scambio delle promesse.
Due ore dopo abbiamo spazzolato tutto il sushi, innaffiandolo con una seconda bottiglia di Ribolla. "Anna...Annina...faresti un regalino alla tua migliore amica'", mi chiede Tizy sgranando gli occhi?
Un brivido mi attraversa: quello sguardo significa solo una cosa...GUAI.
"No, sulla fiducia...dico no". Tizy fa il broncio. "Ok...cosa hai in mente?". "Perché non facciamo una serata da dive? Stasera non ho voglia del solito Frida. Ho voglia di una festa come si deve. Trucchiamoci, mettiamoci i tacchi. Ho voglia di sentirmi una stra-figa". D'istinto la mai risposta sarebbe no. Odio quel tipo di serate. Odio indossare i tacchi.
Ma poi...guardo Tizy e penso che è la migliore amica che tutti vorrebbero e che per lei...vale la pena sopportare un posto pieno di fighetti e il mal di piedi.
STAI LEGGENDO
Da Milano fino a Bangkok
AventuraAnna è il prototipo della ragazza alternativa Milanese: indossa Birkenstock, pantaloni etnici e ha una vera avversione per tutto ciò che è moda, design e lusso. D'altronde il suo nome è un palindromo e lei è sempre stata il contrario rispetto alla s...