Ora siamo a casa mia e mentre mi preparo stappiamo una bottiglia di vino. Tizy mette al massimo le nostre canzoni preferite e tra una tortura e l'altra (mi ha obbligato a fare la ceretta...giusto per essere pronti...) balliamo, cantiamo...come due adolescenti. Mi sembra di essere tornata ai tempi dell'università. Guardo Tizy, che in mutande, salta a ritmo e penso che le voglio bene. Sono fortunata ad avere un'amica come lei. Insieme abbiamo girato il mondo, ci siamo fatte forza prima degli esami, ci siamo consolate...siamo diventate grandi.
"Sei l'amica migliore che si possa desiderare e io ti adoro".
Alle otto e mezza sono pronta. Indosso una lunga gonna nera a pieghette (ho già scordato il nome tecnico che la commessa e Tizy hanno pazientemente cercato di insegnarmi), una blusa (questo me lo ricordo) bianca, giacca in pelle e un paio di slippers (all'inizio pensavo che fossero ciabatte da notte...e che avessero a che fare con il dormire...ma la commessa, esasperata, mi ha spiegato che derivano dal verbo scivolare) argentate, con la zeppa.
Marco, puntualissimo, suona alle nove. Scendo...emozionatissima...e lo vedo, appoggiato ad un vecchio Maggiolino cabrio verde mela. Non ha gli occhiali...e la barba di due giorni gli dona. Ha un bel fisico, tutto fa pensare che abbia fatto anni di nuoto, e un profumo buonissimo. Attraversiamo la città a bordo del Maggiolino...e mi sembra di essere in un film. Dopo un aperitivo in Trattoria Toscana (uno dei miei posti preferiti) optiamo per una pizza in un localino tranquillo in Corso Genova. Cinque tavoli, tovaglie a quadretti, marito e moglie pugliesi...e una delle pizze più buone che abbia mai mangiato.
"Quando mi sono laureato in ingegneria...ho provato a fare il consulente per un annetto. Ma non faceva per me. Buone prospettive di carriera...ma il prezzo da pagare è la rinuncia alla tua vita. Non riuscivo più a fare nulla, zero sport, musica e i week-end si riducevano ad un recupero snervante di tutte quelle attività normali bandite in settimana...in pratica una vita da incubo. Mi sono licenziato...e ho aperto la mia start-up.
All'inizio esportavo latticini...che in oriente vanno a ruba. Poi ho avuto l'idea di sfruttare i container anche al ritorno...e ho iniziato a rifornire i ristoranti asiatici del nord Italia, importando di tutto: salse, stoviglie, componenti di arredo. Ho un socio...il mio migliore amico...e a turno facciamo la sponda tra l'Italia e l'Asia. Con l'anno nuovo...vorremmo però dividerci ...per ridurre i costi. Teo è fidanzato con una ragazza tailandese e non vede l'ora di trasferirsi. In quanto a me...mi piacerebbe comprare un rustico in campagna, non troppo lontano da Milano...e far crescere i miei figli nel verde...". Ok sono in iperventilazione...questo è anche il mio sogno.
"Anna...ti faccio una proposta. Ti va se ti accompagno a casa...a piedi? Adoro camminare di notte per Milano...". E come dire no????
Da Porta Genova ci dirigiamo in Duomo ammirandolo in tutta la sua magnetica bellezza. Superata San Babila, svoltiamo in Corso Venezia... dove le cupole del planetario fanno capolino tra le fronde degli alberi. A Porta Venezia facciamo una pausa, per un amaro sorseggiato in strada. Marco si accende una sigaretta e con l'altra mano accarezza la mia.
Corso Buenos Aires ci acceca con le luci delle sue vetrine. Arrivati in Piazzale Loreto mi avvolge con braccio. Con lui mi sento al sicuro. Ridiscendiamo lungo via Porpora, osservando le costruzioni liberty e le ville private. Milano è così: prima palazzoni e poi, quando meno te l'aspetti, zone nascoste dove il tempo si è fermato. Arrivati a casa...riesco a sussurrare un "ti va di salire..." e poi...sono solo baci, carezze.
Mi sveglio accolta dal profumo del caffè...da un croissant freschissimo e da un bacio dolcissimo di Marco.
I giorni successivi...li vivo su una nuvola rosa. Non sono mai stata così felice. Divido il mio tempo tra la famiglia, gli amici e Marco. Ci divertiamo come matti a scorrazzare per la città. Una mostra. Un giro al lago. Andiamo a trovare la nonna. Di giorno la aiutiamo con le faccende della campagna in cui Marco è un vero mago. La sera, protetti dalla nebbia, ci avventuriamo in lunghe passeggiate notturne nelle stradine che vengono utilizzate dagli agricoltori per accedere ai campi. Una sera, siamo seduti in riva al canale artificiale dove si raccoglie l'acqua per irrigare, quando Marco mi chiede di conoscere i miei genitori. "Non voglio affrettare le cose...ma dato che tra poco tempo dobbiamo ripartire...vorrei conoscere la tua famiglia. Un po' perché mi fa piacere...e un po' perché ti voglio dimostrare il mio impegno in una storia nascente...in cui credo tantissimo...".
Organizziamo dalla nonna. La famiglia ci raggiunge al completo: mamma, papà, Bea e Riccardo, il suo noiosissimo ragazzo. Che, a dirla tutta, oggi è più simpatico del solito. Sarà che non indossa l'abito, sarà che si mette a parlare di musica con Marco...sarà che il mondo mi sembra migliore.
Come tutti gli anni trascorriamo il Natale in montagna. Per la prima volta sono felice di partire. Corro nella neve come una bambina e faccio una cosa che non facevo da anni. Riprendo in mano gli sci, dopo anni di snowboard.
Mi rendo conto che la tavola, anche se la adoro, era stato un modo per distinguermi dalla mia famiglia. Mi sembrava uno sport meno fighetto, meno borghese. Invece mi diverto tantissimo sciando. La sera, come quando eravamo bambine, io e Bea chiacchieriamo nella nostra cameretta in legno. Dall'abbaino si vedono i fiocchi di neve che cadono. Sono stata ingiusta con mia sorella. Ok...sarà un po' troppo legata alla moda e all'apparire. Però è riuscita a trasformare una passione in un lavoro redditizio. Si è comprata una casa e si mantiene da sola, proprio come me. Le chiedo di farmi vedere il suo blog e lo guardo senza pregiudizi. Noto tante cose che non avevo mai visto prima. I suggerimenti di come ispirarsi ai matrimoni famosi senza spendere cifre esorbitanti. Oltre a una serie di opzioni che consentono di devolvere l'intera lista nozze in beneficenza per supportare le operazioni di chirurgia plastica per le donne sfigurate dai mariti violenti. In fondo Bea non è cosi diversa da me e mi accorgo di volerle bene.
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Da Milano fino a Bangkok
AdventureAnna è il prototipo della ragazza alternativa Milanese: indossa Birkenstock, pantaloni etnici e ha una vera avversione per tutto ciò che è moda, design e lusso. D'altronde il suo nome è un palindromo e lei è sempre stata il contrario rispetto alla s...