Capitolo 7

113 3 0
                                    

Domenica mattina. Maledetta sveglia!! Mi rendo conto di aver dormito sul divano e di non aver cenato per niente. Di caffè ne ho una caraffa intera, così mi faccio un bel cappuccino e mangio qualche biscotto. Mi faccio una doccia e mi vesto per andare a messa. Non ho voglia di vestirmi bene; jeans e maglietta possono andare. Mi trucco e sono pronta. Prima passo a casa dei miei a prendere la chitarra che venerdì ho lasciato lì.

"Tesoro mio sei radiosa! Che ti è successo ieri?"

"Mah...Niente. Ho parlato con Milly e mi ha detto che per l'imbarco devo aspettare un paio di mesi e poi ho visto qualche amico. Niente di particolare insomma!"

"Dovresti uscire più spesso allora!"

"Lo credo anche io mamma!". Spero solo che non capisca che sto così perché ho fatto il miglior sesso della mia vita.

Quindici minuti prima dell'inizio andiamo in chiesa e come al solito saluto qualche anziano signore che conosco e che chiede sempre di me quando parto. Vado a sedermi al mio solito posto e vedo Paul seduto lì vicino con Lise.

"Buongiorno!", dico tutta sorridente.

"Buongiorno a te Sharon!", mi saluta Lise, "Che ti è successo?"

"Perché? Cos'ho di strano?"

"Sei diversa oggi!"

Cavolo! Ma si nota così tanto??

"Ho avuto una bella giornata ieri, tutto qui! Mi sono divertita e rilassata con gli amici."

Mentre parlo con loro sistemo il mio angolino; è ora di iniziare. Annuncio il primo canto e parto a suonare. Sento i suoi occhi addosso e una strana emozione dentro di me. Durante la funzione ci scambiamo piccoli sguardi e sorrisi, come facciamo sempre, ma oggi hanno un significato diverso. Devo andare via in fretta quando finisce; non voglio ritrovarmi a parlare di nuovo con loro come l'altra sera. Sarebbe troppo imbarazzante. Dopo il canto finale ci salutiamo. Occhiolino da parte sua e un ciao sussurrato. Nient'altro. Solo una scia di profumo, il suo, a rendermi ancora più confusa ed eccitata. Pranzo dai miei e poi torno nel mio appartamento. Apro serrande e finestre e lascio entrare il sole. E'vero, sono solare oggi. E come non potrei esserlo? Passo davanti allo specchio che ho messo accanto alla porta e lo vedo; vedo il succhiotto che Paul mi ha lasciato come ricordo del nostro incontro. Non riesco a togliermelo dalla testa. Già prima che succedesse tutto questo pensavo a lui almeno tre, quattro volte al giorno, ma ora... Ora ci penso tutto il giorno! Vorrei chiamarlo, sentire la sua voce, parlare un po' con lui, ma andavano a pranzo dai genitori di lei e non voglio creargli problemi. Se è vero che sono in crisi, non voglio girare il coltello nella piaga. Decido di accendere la tv e guardare qualche stupido film o programma della domenica pomeriggio. Non voglio pensare oggi; voglio solo godermi questo splendido pomeriggio di primavera, in una periferia così stranamente tranquilla.

Qualcosa di inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora