Capitolo 18

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"Sam, la mamma deve dirti una cosa..."

"Cosa?", disse il piccolo continuando a mangiare le patatine del fast food.

"Chiederò il divorzio da papà."

"Cosa? Che vuol dire?"

"Che la mamma lascia papà. Non andiamo più d'accordo come prima e poi, beh... mi sono innamorata di un altro uomo."

"E com'è possibile? Non vuoi più bene a papà?", l'ingenuità dei bambini è adorabile.

"Può succedere a volte. E a me è successo, Sam. Voglio bene a tuo padre, abbiamo condiviso tante cose. Ma adesso è cambiato qualcosa nei suoi confronti.... Quando andrò a vivere con Jason, verrai con me?". Il bambino guarda la mamma dritto negli occhi, poi sposta lo sguardo su Jason.

"No, io voglio restare con papà!"

"Ma a me non pensi? Mi mancheresti tantissimo!"

"Ma io voglio stare con papà!", alcune lacrime iniziarono a bagnare i suoi occhietti.

"Tesoro, vieni qui!", disse avvicinandosi a lui.

"No, lasciami stare! Non ti voglio più bene!". Detto questo, lasciando tutti e due increduli, il piccolo prende lo zainetto e scappa dal fast food.

"Dove vai Sam! Torna qui tesoro!", corre troppo veloce per lei che indossa i tacchi e dopo qualche vicolo lo perde di vista.

"Che cosa ho fatto!", disse passandosi una mano nei capelli.

"Quello che ritenevi giusto, amore. Ora andiamo a cercarlo!"

Pagarono il conto e salirono in macchina.


Mentre raccolgo i panni dallo stendino, sento suonare il citofono del portone.

"Si? Chi è?", niente, non sento nulla."C'è nessuno?", ed è in quel momento che sento dei singhiozzi familiari. "Sam, piccolo, sei tu?". Nessuna risposta. Prendo di corsa le chiavi di casa e mi precipito giù per le scale. Apro il portone e trovo il mio gnomo seduto sullo scalino, con gli occhi gonfi di lacrime.

"Tesoro che è successo!?", mi abbraccia stretto.

"E' colpa della mamma!", scoppia a piangere rumorosamente.

"Che è successo amore mio!? Raccontami!"

Gli asciugo le lacrime con un fazzolettino e mi racconta tutto.

"Non posso crederci!"

"Neanche io! Ma non voglio andare a vivere con lei e con quello!"

"Ehi! Vieni qui!", lo tengo tra le mie braccia, un po' come feci qualche notte fa con il padre.

"Saliamo in casa, dai! Ho comprato i biscotti che ti piacciono tanto!"

Un sorriso appare sul suo viso; mi prende permano e saliamo. Accendo la tv e gli metto i cartoni animati, che guarda sgranocchiando i suoi biscotti. Prendo il telefono e chiamo Lise. Non se lomerita, a dir la verità, ma immagino sia preoccupata per lui.

"Sharon! Non ho molto tempo per stare al telefono..."

"Sam è con me.", dico freddamente, senza far trasparire la mia rabbia.

"Oh! Davvero? Vengo a prenderlo allora!"

"Non credo sia il caso, Lise... Mi ha raccontato tutto!". Silenzio. "Lascialo da me e goditi il pomeriggio. Loaccompagno a casa io più tardi, quando rientra Paul."

"Ok. Gr..."

"Non farlo Lise, non ringraziarmi! Sai che gli voglio bene!"

"A più tardi!", e riattacco.

Mi siedo accanto a Sam e gli rubo un biscotto; lui si gira, mi guarda e mi sorride. Mi si siede in braccio e si appoggia al mio petto.

"Tata, secondo te perché la mamma se ne vuole andare con un altro e lasciare papà?"

"Non lo so tesoro! Tuo papà è fantastico e non capisco il perché lei se ne voglia andare. Comunque non pensarci ok? Sono cose da grandi! Dovranno risolvere tutto loro."

Cosa potevo dirgli? Non so davvero cosa pensare! Ma non le lascerò portare via Sam a Paul. E non sono neanche molto sicura di volerlo portare a casa questa sera, quando Lise dirà a Paul le stesse cose che ha detto a lui poco fa. Dopo una mezz'ora, Sam si calma e siaddormenta. Spengo la tv e gli metto una coperta addosso; mi siedo altavolo e mi metto al computer, in attesa di riportarlo a casa.

Qualcosa di inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora