Capitolo 12

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Tutto sommato la notte è stata più tranquilla del previsto. Mi sveglio qualche secondo prima di Paul: in questo momento mi sembra di vedere il piccolo Sam dormire accanto a me. Apre gli occhi e mi sorride.

"Buongiorno!"

"Buongiorno!", gli accarezzo il viso. Lui mi si avvicina e mi bacia.

"Passeremo un altro pomeriggio insieme oggi..."

"Pare di sì..."

"Bene. Non vedo l'ora!"

Mi da un altro bacio, poi ci alziamo. Colazione veloce, si riveste e mi saluta.

Torna a casa per farsi una doccia e cambiarsi per andare a lavoro. Lise, fortunatamente, è già uscita per portare a scuola Sam, così lui ha tutto il tempo per fare le sue cose.

"Per fortuna ho lei. Ci ho messo parecchio a capire perché starle accanto mi faceva, e mi fa, provare emozioni così forti, uniche. Alla fine l'ho capito: mi sono preso una cotta per lei... Non posso dire di amarla, ma mi fa stare bene; mi fa sorridere; mi fa bene ecco... L'ho tenuta stretta tutta la notte ed ho sentito il battito del suo cuore andare a tempo col mio. Quella ragazza mi ha stregato davvero! Beh...meglio sbrigarsi! I clienti aspettano!", pensa guardandosi allo specchio.

Io, invece, vado a fare un po' di spesa visto che le mie riserve di cibo e bevande iniziano a scarseggiare. Faccio una bella passeggiata; non ho voglia di prendere la macchina in una così bella giornata. Torno a casa appesantita dalle borse, ma con il portafoglio più leggero. Finalmente rivedo il frigo pieno, così come la credenza. Tante dolci schifezzuole sono tornate ad abitare nello sportello sopra al forno elettrico; succhi di frutta alla pesca e multi vitamine sono nel ripostiglio... Si... Ho fatto un'ottima spesa per i pomeriggi in casa, magari anche in dolce compagnia... Mi cucino qualcosa di veloce, mangio e vado a prendere Sam all'asilo. Oggi lo vedo strano; credo che abbia sentito i suoi genitori litigare.

"Ehi polpettino! Tutto bene?"

"Si tata, tutto bene.", ha lo sguardo triste.

"Sei sicuro? E' successo qualcosa a scuola?"

"No.", incrocia le braccia, "Ho sentito mamma e papà litigare, ieri sera, dopo che te ne sei andata..."

"E come mai hanno litigato?", non posso dirgli che so già tutto!

"La mamma è stanca e vorrebbe che papà restasse a casa con me."

"Capisco.... Ci andiamo a prendere un gelato? Ti va?"

"Certo che mi va! Andiamo alla gelateria dell'altra volta??"

"Aggiudicata!"

E andiamo a mangiarci uno dei gelati più buoni della città. Mentre passeggiamo per il parco, squilla il mio cellulare.

"Toh! Sai chi è?"

"Chi?"

"Tuo papà! Pronto?"

"Ehi ciao!"

"Ciao!"

"Dove siete? Sono appena arrivato a casa e non vi ho trovati!"

"Siamo andati a prenderci un gelato... Ci raggiungi?"

"Arrivo!"

Gli do l'indirizzo e dieci minuti dopo eccolo arrivare, in tutto il suo splendore di uomo.

"Ciao patato! Come stai?", ogni tanto lo chiama con i nomignoli che gli do io e la cosa non può farmi che piacere.

"Bene papà. Tu?"

"Adesso bene! Ciao Sharon!", mi abbraccia e mi fa l'occhiolino.

"Ciao Paul! Vuoi anche tu il gelato?"

"Mmm...Perché no!"

Facciamo dietrofront e ritorniamo alla gelateria.

Sam prende per mano sia me che Paul e vuole fare l'aeroplano. Lo lanciamo per aria e la sua risata ci contagia; ridiamo anche noi con lui.

"Papà...questi due pomeriggi sono stati i più bei pomeriggi degli ultimi mesi! Mi sto divertendo tantissimo con voi!"

Io e Paul ci scambiamo un'occhiata: lo gnomo ha ragione; siamo stati bene.

"Beh! A questo punto vado via direttamente da qui, senza che passo da voi."

"Va bene tata. Però domani andiamo al luna park... Ok?"

Lo guardo facendo la faccia pensierosa e portandomi una mano davanti alla bocca.

"Vada per il luna park allora!"

"Grande! A domani!" E mi da un bacio sulla guancia. Salta in macchina e si mette a giocare sul sedile posteriore.

"Sharon non so davvero come ringraziarti!"

"Non devi Paul! Mi piace quello gnometto, lo sai!"

"Stanotte sono stato bene..."

"Anche io!"

Sono tentata di dargli un bacio, ma so che non posso farlo, almeno non lì, in quel momento.

Lo abbraccio e gli do un bacio sulla guancia.

"A domani!"

"Già! A domani!"

Entriamo in macchina e ognuno va nella sua direzione, tornando alla vita'reale'.



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