Capitolo 16

93 2 0
                                    

"Vi abbiamo sentito."

"Mi dispiace. Ho provato a parlare con lei, come mi avevi detto tu, ma non vuole sentire ragioni. Sembra che il mondo giri solo intorno a lei."

Se sapessi che ha una relazione con un altro, capiresti perché si comporta così! Ma tu stai praticamente facendo la stessa cosa! Non so cosa rispondergli; mi limito a prendergli una mano. Avrei voluto baciarlo e fargli capire che io ci sono, che per qualunque cosa può venire da me, ma non l'ho fatto.

"Ti accompagno a casa."

Non commento. Ha bisogno di uscire da quella trappola, anche se solo per pochi minuti. Usciamo e prendiamo la mia macchina.

"Come torni a casa?"

"A piedi. Ho bisogno di pensare."

E' silenzioso anche lui, come me. Parcheggio la macchina e saliamo. Chiudiamo la porta e mi ritrovo con le spalle al muro e Paul davanti.

Mi bacia; mi toglie la maglietta e si toglie la sua. Dovrei farlo smettere, allontanarlo, ma mi rendo conto che in quel momento era tutto ciò di cui aveva bisogno. L'impulso è partito da lui e non credo di avere la forza di fermarlo. Non ne ho neanche la voglia! Gli sbottono i pantaloni e lui fa lo stesso con me. Ci ritroviamo nudi, in piedi, contro la parete. Mi solleva una gamba e mi penetra con decisione. Sento le spinte del suo bacino; le mani sul mio seno: la lingua che si intreccia con la mia. Dio quanto lo desidero! E quanto lo ho desiderato! Non posso ancora crederci che dal nulla, così all'improvviso, io e lui ci siamo ritrovati a condividere tutto questo. L'orgasmo arriva, impetuoso come sempre. Mi rimetto gli slip e la maglietta; Paul indossa boxer e pantaloni; andiamo in cucina e gli faccio un caffè.

"Non voglio tornare a casa; potrei restare qui anche questa notte?"

"E cosa dirai a..."

"Niente! Non le devo alcuna spiegazione."

Lo guardo e lo vedo rassegnato all'idea di aver sbagliato tutto con lei.

"Sai, qualche anno fa, quando ti ho conosciuta, ho sentito che tra noi c'era qualcosa, una strana sintonia e attrazione, ma non ho avuto mai il coraggio di affrontare le mie emozioni."

"E cosa ti ha spinto a farlo adesso?"

"Non lo so. Quando ti ho vista, l'altro giorno, ho sentito qualcosa qui, allo stomaco; qualcosa che avevo provato parecchio tempo fa, sempre nei tuoi confronti, ma che solo adesso ho fatto riaffiorare. Non so se è dovuto al periodaccio che sto passando a casa o alla mia vulnerabilità... Quello che so è che con te mi sento bene. Mi fai sorridere, mi fai divertire, riesci ad emozionarmi come non succedeva da molto. Ti voglio al mio fianco adesso; voglio fare l'amore con te, addormentarmi al tuo fianco e svegliarmi guardandoti negli occhi."

Wow! Sentire quelle parole... Scrutare il suo sguardo... Sentire la sua mano sul mio viso... tutto mi fa rabbrividire. Ditemi che non sto sognando! Lo prendo per mano e lo porto in camera da letto.

Gli do un bacio; inizio a scendere sul collo, sul torace, sull'addome. Arrivo al bordo dei pantaloni; li apro e glieli tolgo, lasciandolo nudo davanti a me. Torno sulle sue morbide labbra e mi toglie la maglietta. Ci sdraiamo sul letto, io sotto e lui sopra; facciamo l'amore meglio della prima volta, meglio del pomeriggio sul divano, meglio di quello nel suo nascondiglio. Nessuno mi aveva mai trattata così; nessuno aveva mai intrecciato le sue dita con le mie mentre saliva l'orgasmo; nessuno è mai stato in grado di farmi tremare di piacere; solo lui, le sue labbra, la sua lingua, TUTTO! Ci abbandoniamo l'uno sull'altra e, abbracciati, ci concediamo qualche minuto di estrema dolcezza.

"Paul?"

"Dimmi Sharon..."

"Grazie!"

Mi guarda e mi sorride. Mi stringe di nuovo e ritrovo il calore e il profumo del suo corpo. Avrei voluto dirgli tante altre cose, ma avrei rovinato tutto.

Piano piano sopraggiunge il sonno e, dopo tanto tempo, dormiamo entrambi profondamente.



Qualcosa di inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora