Capitolo 23

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"Sembra stia meglio adesso, o sbaglio?", chiedo a Paul indicandogli con lo sguardo il figlio.

"Pare di sì."

"E tu? Come stai?", gli accarezzo il viso.

"Bene, stranamente bene. Sarà la tua presenza a farmi stare così."

Mi abbraccia; gli bacio il collo e sento che gli piace. Vorrei fare l'amore con lui immediatamente, lì, sul ripiano della cucina, ma devo controllare il mio desiderio e soprattutto il mio istinto. Sfiora le mie labbra con le sue e va a sedersi accanto a Sam. Restano così per un'oretta, poi Paul ci saluta ed esce per tornare a lavorare.

"Tata, vorrei riposarmi..."

"Ma certo tesoro!"

"Posso andare sul tuo letto?"

"Vai pure!", e lo vedo allontanarsi.

Sospiro; quante ne sta passando quell'ometto! Eppure si fa forza come il padre; cerca sempre di sorridere e di farsi vedere allegro, e come biasimarlo! E' un bambino e i bambini devono essere felici! Suona il campanello e vado alla porta; guardo dallo spioncino e vedo Lise e Jason. Oh mamma! E adesso?? Apro la porta.

"Ciao!", sorrido ad entrambi.

"Possiamo entrare?"

"Certo! Ci mancherebbe!", sento un nodo alla gola.

"Sammy è qui?"

"Sta riposando in camera mia."

"Ah, ok. Lascialo dormire allora."

"Tutto bene Lise?"

"Si, adesso si. Ti ho sentita questa notte...Eri da noi vero?"

"Sì, mi ha chiamato Paul perché Sam voleva parlarmi...", spero solo che non abbia sentito o visto altro.

"Capisco! Sono contenta che Paul abbia un'amica accanto per affrontare questa situazione."

Mi sorride dolcemente. Vorrei gridarle contro tante cose, come ad esempio il fatto che non siamo solo amici, ma mi rendo conto che sarebbe un errore farlo. Riprendo possesso delle mie facoltà mentali e chiedo...

"Come mai siete qui tutti e due? C'è dell'altro che devo sapere?"

"No, nient'altro. Siamo passati solo perché volevo sapere come stavano, dato che è da ieri che non ci rivolgiamo parola. Cosa puoi dirmi di loro?"

"Cosa vuoi che ti dica? Sam è un bambino e credo che abbia già dimenticato quello che è successo. Paul invececi sta male. Credo sia normale!", bugiarda. Lui non ci sta poi così male, calcolando che lei si è trovata un altro uomo perché lui si è innamorato di me.

"E tu? Come stai?", mi chiede Jason.

"Riguardo cosa?"

"Tutta questa storia!"

"Sinceramente? Non lo so! Devo ancora digerire e assimilare per bene tutto quello di cui sono venuta a conoscenza in questi ultimi giorni. Tutti questi colpi di scena mi hanno turbata parecchio!"

"Lo immagino! E poi tu hai anche le tue preoccupazioni... ora ti abbiamo caricato anche questo peso sulle spalle..."

"Vedrai che ce la farò! Ce l'ho sempre fatta!", normalmente da sola, ma questa volta ho qualcuno accanto.

"Beh! Ora dobbiamo andare. Io ho un paio di udienze e lui deve andare a liberare la scrivania."

"Buon proseguimento allora!"

Li accompagno alla porta e se ne vanno. Cala il silenzio in casa; la tv è senza volume, Sam dorme e io sono rimasta da sola; sola con i miei pensieri. Cavolo! Paul si è scoperto innamorato di me e si è allontanato da Lise, che vedendo lui così distante si è innamorata di un altro uomo, che le ha dato più attenzioni in quel periodo. Ora stanno progettando di andare a vivere insieme in un'altra città e ricominciare una nuova vita.

Ed io? E noi? Che devo fare?

Entro in bagno e mi guardo allo specchio; c'è una domanda che mi sta perseguitando da questa mattina, per essere precisi da quando Paul ha detto di essersi innamorato di me. Mi guardo dritta negli occhi e mi chiedo: sei innamorata di lui?

Mi soffermo a guardare l'espressione del mio viso; un mezzo sorriso incurva gli angoli delle mie labbra e vedo gli occhi illuminarsi e iniziare a brillare. Si, sono innamorata di lui. All'inizio, quando l'ho conosciuto, mi ha colpito subito con il suo modo di fare, il suo sguardo, la sua voce e, ovviamente, il suo aspetto fisico. Poi ho imparato a conoscerlo, ad amare la sua personalità, ad apprezzare la sua compagnia e oltre all'attrazione fisica che già provavo nei suoi confronti, ha cominciato a farsi largo in me la voglia di averlo accanto come uomo.

Esco dal bagno e vado a mettermi davanti al computer, per controllare le mail e giocherellare su internet, come mio solito fare nei pomeriggi insensati passati a casa da sola. Sam continua a dormire e non mi va di svegliarlo per farlo uscire un po'; ha bisogno di riposare visto che nelle ultime notti non ha dormito molto, a sentire Paul. Ogni tanto mi alzo e mi affaccio sull'uscio della camera per controllare che stia ancora dormendo e poi torno alla scrivania, che giusto qualche giorno fa ho spostato accanto alla finestra che da sulla strada. Apro le tende e faccio entrare un po' d'aria. Continuo a scrivere e a giocherellare, il tutto fino a verso le sei, perché Sammy si sveglia e viene in sala.

"Tata..."

"Ehi! Dormito bene?", gli sorrido.

"Benissimo!", mi si siede in braccio, "Che fai?"

"Gioco su internet... ti va di giocare con me?"

"Si!!!", e per un'altra oretta ci divertiamo insieme.

Quando Paul suona il campanello, sia io che Sam facciamo un salto.

"Eccomi!", dico io. Apro la porta e lo faccio entrare.

"Ehilà!"

"Ciao papà!", gli corre incontro.

"Ti sei svegliato!"

"Si...!"

"Mettiti le scarpe e prendi le tua cose tesoro, ok?"

"Ok papà!", e torna in camera.

"Tutto bene Paul?"

"Si Sharon, tutto bene! Sono solo stanco e ho discusso al telefono con Lise, di nuovo... Le ho detto che io e Sam saremo rimasti a cena fuori e lei mi ha praticamente obbligato a riportarlo a casa."

"Certo che non la capisco! Quando è passata qui prima sembrava così tranquilla, non arrabbiata o infuriata..."

"E' passata qui? Scherzi?"

"No affatto! Ed era davvero serena..."

"Te l'ho detto che ormai non parliamo più civilmente!"

"Ma almeno ci provate oppure no?"

Abbassa lo sguardo; come immaginavo! Non ci provano nemmeno ad essere civili!

"Lo porto a casa e poi torno qui; non voglio stare con lei."

"Ma..."

"Non voglio sentire obiezioni Sharon!"

"Ok!"

Sam arriva con il suo zainetto in spalla."Andiamo a casa?"

"Si gnometto! Tua madre ti vuole a cena con lei questa sera. Vuole chiederti scusa."

Il piccolo non dice niente, si limita ad annuire e a prendere il padre per mano.

"Allora ci vediamo domani tata?"

"Certo!", mi chino e gli do un bacio in fronte, "A domani!"

"Noi ci vediamo dopo.", mi sussurra Paul all'orecchio.

Faccio cenno di si con la testa e gli apro la porta; escono e li vedo sparire dietro le porte dell'ascensore.



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