Capitolo 4

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Puntuale come sempre, arrivo negli uffici del mio datore di lavoro per parlare con la mia referente di terra per il prossimo imbarco. Mi accoglie nel suo ufficio ultra moderno. Milly è una donna semplice, poco più grande di me; ha due splendidi occhi castani e dei lunghi capelli biondo scuro. E' una donna affascinante; mi chiedo come mai sia ancora single.

"Scusa se c'è tutta questa confusione, ma sto aspettando che mi vengano a montare il nuovo armadio!"

"Tranquilla Milly! Vedessi il mio appartamento! Sembra sia scoppiata la guerra!"

"Comunque accomodati pure su quella sedia."

Prendo posto accanto alla scrivania e Milly si siede sulla sua sedia girevole.

"Allora...Dovevamo vedere quando potresti partire, se non sbaglio..."

"Esatto!"

"Vediamo...",ed inizia a cercare qualcosa sul computer.

Qualcuno bussa alla porta.

"Avanti!"

"Buongiorno!Sarei venuto per l'armadio!"

No!Non ci credo! Quella voce; quel profumo; lui; qui; ora...

"Oh!Salve! Prego si accomodi pure! Dobbiamo lasciarle l'ufficio oppure possiamo restare?"

"Potete restare tranquillamente; non ci metterò molto! Fate come se non ci fossi!"

"Grazie! Allora Sharon, torniamo a noi... Che ne diresti di partire fra un paio di mesi? Prima non ho niente di disponibile..."

"Va bene, se hai posto solo fra due mesi, va bene così!"

Mi manca la vita di nave, ma ora che c'è questa strana cosa tra me e Paul forse è meglio così.

"Allora è deciso. Ti mando il contratto appena disponibile. Devo parlarne anche con Mary lo sai."

"Certo. Aspetto vostre notizie allora!"

"Perfetto! Buona giornata cara!"

"Buona giornata anche a te!"

E non hai la più pallida idea di quanto potrà essere buona, penso tra me e me, uscendo dall'ufficio dopo averle stretto la mano. Mi precipito all'ascensore e scendo al piano terra di quel mega palazzo di vetro che mi ha sempre messo i brividi; non so perché ma ha un non so che di spettrale. Forse il grigio usato per le pareti e le piastrelle nere a terra non aiutano molto.

L'aria oggi è più pungente di ieri; meno male che ho portato il giacchetto!

Di nuovo rumore di passi dietro di me; questa volta però mi giro e mi ritrovo faccia a faccia con Paul.

"Non immaginavo di trovarti qui."

"Nemmeno io.", gli sorrido.

"Allora più tardi ci vediamo?"

"Sì,ti faccio sapere quando mi sarò liberata."

"Ok.Ciao!"

Entro in macchina e lo saluto dal finestrino leggermente aperto. Mi accendo una sigaretta e metto un cd nel lettore. Vado all'incontro con gli amici e colleghi per una colazione tutti insieme. Era da tanto che l'avevamo programmato e finalmente, aiutati dalle belle giornate,abbiamo deciso di vederci da Starbucks. Quanto mi sono mancati! Non è stato un periodo facile questo, per nessuno di noi, ma eccoci qui,seduti in questo locale a bere il miglior caffè che abbia mai bevuto, a ridere e scherzare come facevamo in nave. Dopo un paio d'ore ci salutiamo e ognuno di noi torna al suo attuale lavoro oppure a casa. Io mi siedo in macchina e prendo il telefono. Cerco in rubrica il suo numero e lo chiamo.

"Pronto Paul, sono io!"

"Ciao! Dimmi!"

"I miei amici se ne sono andati. Quanto hai?"

"5 minuti e ho finito. Ci vediamo sotto gli uffici?"

"Ok.Ti aspetto al parcheggio!"

Ci salutiamo e riattacco; metto in moto e torno indietro. Nell'attesa mi fumo un'altra sigaretta. Ero riuscita a smettere 7 mesi fa, ma ora ho ricominciato. Credo che certi vizi siano duri a morire!

Lo vedo uscire dal palazzo e dirigersi verso il furgone. Mi fa cenno di seguirlo e così faccio. Non so che intenzioni ha, non so dove voglia portarmi, so solo che lo desidero più di ogni altra cosa al mondo. Ci fermiamo in un fast food sulla strada di casa.

"Non daremo troppo nell'occhio qui?"

"Tranquilla! Stiamo solo pranzando! Che male c'è?"

Ha ragione. Non c'è niente di male in un pranzo! Sono troppo paranoica, me ne rendo conto. Ordiniamo e ci sediamo.

"E così mi pare di aver capito che partirai tra 2 mesi...!"

"Già! Pare proprio di si!"

"Sei contenta?"

"Si e no per la verità. Non credevo che la partenza si allontanasse così tanto, ma visto quello che sta succedendo in questi giorni, mi fa piacere non dover partire nell'immediato."

"Fa piacere anche a me!"

Mangiamo e parliamo tranquillamente, come se non avessimo mai fatto niente.

"Devi lavorare nel pomeriggio?"

"No,ho fatto tutto questa mattina proprio per lasciarmi il pomeriggio libero per te."

"Io stavo tornando al mio appartamento. Che ne dici di passare lì? Ti offro il caffè!"

"Perfetto! Passo a cambiarmi e ci vediamo da te!"

Prima di salire in macchina mi afferra per un braccio e mi bacia.

"Ehi! Ma che fai!?"

"Dovevo farlo.", e mi strizza l'occhio. Bastardo! Lo fai apposta allora!

"A dopo!"

Entro in macchina e ingrano la marcia. Arrivata al mio appartamento mi rendo conto che forse dovevo dare una sistemata nei giorni passati piuttosto che oziare in giro per shopping e incontri vari. E' davvero un casino il soggiorno! Per non parlare della camera da letto! Ho fatto il bucato, approfittando del bel tempo, ma ho lasciato cumuli di panni sulla sedia accanto alla scrivania. Mi cambio velocemente e raccolgo i capelli in una lunga coda. Provo a dare una parvenza di ordine anche ai miei pensieri, ma non ci riesco. Il soggiorno torna ad essere abitabile e ritrovo il cordless che era sparito da un paio di giorni. La camera da letto sembra nuova, eppure ho trascorso parecchio tempo chiusa in casa questo inverno. Metto su il caffè; oramai Paul sta per arrivare; accendo il gas e suona il campanello. E' arrivato!



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