Quando Sammy si sveglia trova me e Paul seduti sul divano, innocentemente abbracciati.
"Ehi piccolo! Ti sei svegliato?"
"Si papà! Ho dormito benissimo!"
"Si vede che sei riposato! Vieni qui!", lo fa salire sulle sue gambe, "Devo dirti una cosa!"
"Dimmi tutto papà!", gli sorride.
"Sai che la mamma ed io non andiamo più d'accordo e che ci siamo lasciati..."
"Si... lo so...", gli risponde triste.
"La mamma andrà via con il suo nuovo compagno e noi rimarremo insieme."
"So anche questo! Io con la mamma e quello lì non ci voglio andare! Voglio restare con te e Sharon!"
"Ed è quello che faremo, tesoro mio! Resteremo io, te e Sharon."
"Cosa vuoi dire papà?"
"Voglio dire che papà e Sharon stanno insieme polpetta!"
Ci guarda senza dire niente; io non so se sotterrarmi o dire qualcosa, ma credo che potrei fare entrambe le cose.
"Cosa? Tu e Sharon siete fidanzati?",dovreste vedere la faccia che ha! Mi viene quasi da ridere, ma mi trattengo visto l'argomento delicato.
"Si Sammy... Io e Sharon siamo fidanzati... e vorrei che venisse a vivere con noi, una volta che la mamma se ne sarà andata via!"
"Paul!", intervengo io, "Non sarà troppo affrettato?"
"Perché tata? Non vuoi vivere con noi? Non ci vuoi bene?"
"Ma certo che vi voglio bene! Come puoi pensare il contrario! Adoro te e amo tuo padre!"
"Allora verrai a casa da noi?", ho gli sguardi di entrambi puntati contro.
"Certo che verrò a casa con voi! Ma tu cosa ne pensi della nostra storia?"
"Sono felice, tata! Sai che ti voglio tanto bene e che mi diverto tanto quando sono con te! Se poi è felice anche papà, tanto meglio!"
"Il mio ometto! Fatti spupazzare un po'...",e inizia a fargli il solletico.
Sentirli ridere, vederli sorridere in quel modo, mi fa commuovere. Sono bellissimi, c'è poco da fare! E non finirò mai di ribadire che Sammy è la fotocopia di Paul. Più li guardo insieme, più ne sono convinta.
"Potrò continuare a chiamarti tata, vero?"
"Certo! Perché non dovresti!", mi abbraccia.
"Ti voglio bene tata!"
"Anche io te ne voglio, cucciolo!", gli do un bacio in fronte.
"Posso andare a giocare con il tuo computer?"
"Vai pure!"
"Grazie!", mi da un bacio sulla guancia e salta giù dal divano.
"E' più contento lui di te, Sharon!"
"Beh... Non mi avevi detto di venire a vivere con voi..."
"Mi è venuto in mente sul momento... E lo vorrei sul serio..."
"Mi sembra tutto così affrettato, ma così tremendamente favoloso!"
"Allora verrai a vivere con noi?"
"Si!", mi bacia.
"Ok... Allora... Hai qualcosa da fare?"
"Del tipo?"
"Non saprei! Cosa avresti fatto oggi?"
"Beh... Vediamo... Ho almeno un paio di lavatrici da fare e dovrei sistemare la mia camera... Non so se hai visto che disastro c'è!"
"Perfetto! Iniziamo allora! Hai bisogno di non pensare oggi e sia io che Sam ti aiuteremo, vero gnometto?"
"Cosa?"
"Vieni ad aiutarci a sistemare la camera di Sharon?"
"Arrivooo!!" , e ci raggiunge di corsa.
Mi aiuta a mettere i vestiti da lavare nella lavatrice; io aggiungo il sapone e chiudo l'oblò e lui spinge il pulsante. Esco sul balcone e apro lo stendino; rientrando lascio la finestra aperta così da far entrare il sole caldo di quel pomeriggio. I miei due uomini mi aiutano a ripiegare magliette e pantaloni, a dividere le maglie più pesanti da quelle più leggere.
La prima lavatrice è finita ed insieme a Sam stendiamo il primo carico. Metto in funzione il secondo giro e pieghiamo le lenzuola. In attesa del secondo round, ci buttiamo sul letto, Paul a sinistra, Sam al centro ed io a destra.
"Papà, sono davvero contento che noi tre abiteremo insieme!"
"Anche io lo sono Sammy... Più di quanto immagini!", mi guarda e mi sorride.
"Era da tanto che non ti vedevo sorridere così papà... Sharon...", si gira a guardarmi.
"Dimmi tesoro!"
"Grazie per aver ridato il sorriso al mio papà!"
"Sono io a dover ringraziare voi per avermi tirato su di morale in questi mesi, oggi in particolare!"
"Da quanto state insieme?"
"Nove giorni, per l'esattezza... Perché?"
"Era per sapere!"
Cavolo! Già nove giorni! Mi sembrava molto di più! Forse perché quando sono in loro compagnia è come se il tempo si fermasse. I nove giorni più intensi, emozionanti e strabilianti della mia vita. E tutto grazie a questi due favolosi uomini sdraiati accanto a me.
Stendiamo anche la seconda lavatrice. Rientriamo in casa e chiudo la finestra, abbassando la serranda.
"Per la miseria! È ora di tornare a casa Sammy! Prendi le tue cose e aspettami sul divano!"
"Vado subito papà!", ed esce dalla camera.
"Posso lasciarti da sola per cena?"
"Vai tranquillo! Sto bene ed è tutto merito vostro!"
"Allora ci vediamo più tardi!"
"Mi troverai qui!"
"Ok!", mi bacia di nuovo. Adoro le sue labbra; stanno diventando la mia droga preferita, così come i suoi baci, le sue carezze, i suoi abbracci.
Andiamo in salone e li accompagno alla porta.
"Tata ci vediamo domani?"
"Certo tesoro! C'è la messa domani!"
"Allora ci vediamo in chiesa!"
"A domani polpettino! E mi raccomando: fai il bravo a casa questa sera e non dire niente alla mamma, ok?"
"Ok tata! Sarà il nostro segreto!", mi fa l'occhiolino, mi da un bacio e va a chiamare l'ascensore.
"Noi ci vediamo dopo!"
"A dopo Paul!", e si allontana.
Li vedo svanire piano piano dietro le porte dell'ascensore; mi richiudo la porta alle spalle e respiro a pieni polmoni il profumo che era rimasto nell'aria. Nonostante la mattinata fosse iniziata male, devo dire che la giornata ha preso una piega del tutto inaspettata. Ora anche Sam sa della relazione che c'è tra me e suo padre, e ne è contento. L'unica che ancora non sa niente è Lise, ma ho come l'impressione che Paul gliene parlerà sul serio questa sera a cena. Non credo che cambierà idea e approfittando del fatto che anche Jason sarà lì, prenderà due piccioni con un fava.
Quello che mi chiedo è: come la prenderà Lise?
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Qualcosa di inaspettato
ChickLitSharon, una ragazza venticinquenne, perde la testa per un uomo 15 anni più grande di lei, Paul, sposato con Lise e con figli. La loro storia d'amore si svolge alla periferia di una splendida New York primaverile.