Capitolo 19

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"Devo per forza tornare a casa tata?"

"Non vuoi andare da papà?"

"Si che voglio!"

"E allora andiamo!"

Mi salta in braccio e andiamo alla macchina. Si siede sul sedile davanti e si allaccia la cinta proprio come un ometto; salgo anche io e metto in moto. Quindici minuti dopo siamo davanti casa sua. Ci sono entrambe le macchine; a giudicare dal calore del cofano di quella di Paul dev'essere appena arrivato. Ci avviciniamo alla porta e bussiamo.

"Sam! Ciao tesoro!", ad aprire è Lise.

"Lasciami, mamma! Ciao tata! Ci vediamo domani!", mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia. Prende lo zainetto e corre in camera sua.

"Grazie Sharon."

"Ti ho già detto che non devi farlo."

"Entra, ormai sai tutto anche tu."

"E' una cosa vostra, io non c'entro nulla! Torno a casa. A domani."

E con molta freddezza me ne vado. Ho la testa che sta per esplodere e una voglia matta di urlare. Sarei potuta restare effettivamente, ma non voglio sentire le sue scuse, anche perché io vado a letto con suo marito da quasi una settimana e non vorrei farmi scappare questo piccolo dettaglio. Non mi sento in grado di sopportare una situazione del genere. E non posso sapere il perché lei abbia iniziato a tradire Paul anni fa. E' un uomo perfetto per come la vedo io; quale motivo l'avrà spinta a fare una cosa del genere? A dir la verità, sono un po' curiosa... Riprendo la via di casa e torno nel mio appartamento.

"Chi era?", dice Paul uscendo dalla camera da letto.

"Sharon che ha riportato Sam a casa."

"E come mai non si è fermata?"

"Ha detto che aveva da fare..."

"E Sam dov'è?"

"Nella sua stanza..."

Paul va dal figlio e lo trova sdraiato sul letto con il suo orsacchiotto tra le braccia.

"Ehi gnometto! Che succede? Non mi sembri contento oggi... E' successo qualcosa con Sharon?"

"No, papà! Sharon è fantastica con me, le voglio tanto bene.", stringe ancora di più l'orso.

"E allora perché quella faccia?"

"Per colpa della mamma."

"Cosa ti ha detto?". In quel momento si affacciò sulla porta Lise.

"E' meglio che ti sieda Paul, ho bisogno di parlare con tutti e due."

Sam fece spazio al papà e si sedette accanto a lui.

"Oggi pomeriggio ho detto a Sam che ho un altro uomo."

"Come scusa?", Paul era incredulo, ma alla fine non così tanto.

"Si Paul, ti tradisco... Da due anni e mezzo per l'esattezza."

"E me lo dici così?"

"In quale altro modo avrei dovuto farlo? Non posso girarci intorno. Ho già pronti i documenti per il divorzio."

"Hai già pensato a tutto a quanto pare... E parlarne prima con me e poi con Sam no? Guardalo! E' distrutto povero piccolo! E io mi sento uno schifo adesso!", passa un braccio attorno alle spalle del piccolo e lo tira a sé.

"Lo so Paul, ma è così. Non era programmato che mi innamorassi di un altro, ma è successo. Tu sei stato e sei un marito e un padre perfetto, non ci hai mai fatto mancare niente, ti sei sempre occupato di noi alla grande. Quando ho incontrato questo uomo mi ha lasciata spiazzata; ho iniziato a frequentarlo, era un mio cliente, e piano piano me ne sono innamorata. Sono una stronza lo so, ma è la pura verità. E non trovo altro modo per dirtelo."

Calò nuovamente il silenzio. Fu allora che Sam parlò con la madre.

"Non verrò a vivere con te e quello. Io resto con papà."

"Come vuoi tu Sam. Resterai qui con tuo padre."

"Vattene via Lise. Esci da questa stanza.". La donna guardò suo marito e suo figlio e lesse nei loro occhi la delusione per quello che gli aveva detto.

Se lo meritava, ma faceva così male! Aveva ferito le uniche due persone che non avrebbe mai voluto far soffrire. Non aveva avuto modo di pensare alle conseguenze delle sue azioni e al fatto che avrebbe potuto perdere anche il figlio, oltre che il marito. L'unica cosa che le importava era andare a Chicago e ricominciare a vivere con Jason. Si sarebbe trasferita la settimana successiva e voleva portare con se suo figlio, ma dopo aver visto la sua reazione, decise che forse era meglio lasciarlo con il padre. Con lei non sarebbe più stato felice. Cenarono in silenzio, senza rivolgersi neanche uno sguardo. Lise lavò i piatti, andò in camera, si infilò sottole coperte e si addormentò.

"Papà... cosa faremo adesso?"

"Niente tesoro. Firmerò il divorzio da tua madre e continueremo a vivere la nostra vita qui."

"Voglio parlare con Sharon."

"Con Sharon? E perché?"

"Quando la mamma mi ha detto queste cose a pranzo, sono scappato dal fast food e sono andato da lei. Le ho detto tutto."

"Così anche lei lo sa..."

"Sì... Ho fatto male a parlare con lei?"

"No piccolo. Però non si scappa! Avrai fatto preoccupare tua madre!"

"Lo so.", disse Sam abbassando lo sguardo."Non lo farò mai più!", alcune lacrime iniziarono a rigare il viso del piccolo.

Paul lo abbracciò e prese il telefono per chiamare Sharon.

"Pronto?"

"Sharon sono io!"

"Paul... Ciao!"

"Sam mi ha detto che sai tutto anche tu..."

"Già... Come state?"

"Lui male, non l'ha presa affatto bene. Ed io, beh, non lo so. Aspetta che ti vuole parlare!", gli passa la cornetta del telefono.

"Tata!"

"Gnomo ciao! Come ti senti adesso?"

"Meglio! Papà è qui con me! Perché non vieni qui anche tu?"

"Tesoro non mi sembra il caso!"

"Ma ho bisogno di te!". Cosa? Il mio piccolo adorabile gnometto ha bisogno di me?

"Passami tuo padre e aspettami li. Arrivo subito!"

"Ok!"

"Ehi, sono io!"

"Ehi! Devo venire davvero?"

"A Sam farebbe piacere."

"Solo a lui?"

"Lo sai!"

"Capisco. Prendo le mie cose e arrivo!"

"Grazie!"

"Figurati!", e riattacco.

"Va a lavarti i denti e mettiti il pigiama; Sharon sta per arrivare!"

"Vado subito!", bacia il papà e corre in bagno.

Paul restò seduto sul divano a fissare quei fogli, che firmò senza nemmeno leggerli, in attesa dell'arrivo della ragazza.

Qualcosa di inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora