capitolo 21

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Corsi a casa e dopo un po d'attesa mi arrivò la moto.

Fu un sogno, non riuscii a smettere di fissarla, era meravigliosa.

La provai subito fino alla massima potenza, andai velocissima tanto che se mi avesse visto un poliziotto mi avrebbe sicuramente bruciato la patente.

Dopo un'ora di girovagaggio tornai a casa e incominciai a studiare.

La mattina mi svegliai presto con la sicurezza che non avrei chiesto più passaggi a nessuno, indossai dei jeans corti, una canottiera bianca e una giacca in pelle con la lampo di lato.

Parcheggiai la moto proprio davanti a scuola e con il casco in mano andai dai ragazzi.

"Ciao" dissi a tutti.

"Bella la moto" disse Cameron.

"Mi fai fare un giro?" Domandò Jack.

"Non ti conviene" disse Taylor baciandomi sulla guancia.

Ne fui felice perchè voleva dire che non ce l'aveva più per la discussione del giorno prima.

Parlammo un po e poi arrivò Matt che mi abbracciò da dietro baciandomi il collo.

"Ma guarda chi si vede" gli dissi.

"Buongiorno" rispose.

Mi girai e lo spinsi un po più in là in modo da allontanarmi dal gruppo e lo baciai.

Non so per quanto durò quel bacio ma fu intenso.

"Andiamo piccioncini" urlò Nash.

"Staccatevi dai" controbattè Aaron.

Matt mi prese per mano e insieme entrammo a scuola.

A ricreazione andai in corridoio per raggiungere Mahogany al bar quando Jessie mi fermò.

"Ei" disse.

"Ei ciao" le risposi.

"Tu e Matt eh"

"Eh si" dissi orgogliosa.

"Bhe magari possiamo uscire un giorno io, te, Matt e Nash"

"Certo che si"

"Benissimo"

"Ei Jessie, Amanda ti vuole" disse Grace avvicinandosi a noi "Ciao Sara"

"Ei" risposi.

"Come va?" Mi domandò.

"Tutto bene"

"Ti ho vista con Matt, siete così dolci"

"Grazie" risposi un po imbarazzata.

"Adesso andiamo o Amanda si innervosisce, ciao Sara" disse Grace.

"Ciao" aggiunse Jessie mentre Grace la tirava per il braccio.

Dopo un po arrivai finalmente al bar e mi sedetti con gli altri.

Finita la ricreazione ricominciarono le lezioni e all'ultima mi convocò la preside per il mio "atteggiamento irrispettoso" lo definì.

"Buongiorno" dissi entrando nel suo ufficio.

"Buongiorno signorina Sara, mi sono giunte voci che ha risposto in modo inadeguato a una docente. Si accomodi e mi spieghi cos'è accaduto di preciso"

"Signora preside, si ha ragione ho mancato di rispetto alla docente di storia, mi creda che me ne vergogno moltissimo ma vede, non voglio giustificarmi, cambiando stato lasciando amici e famiglia in Italia può capire che è una situazione difficile. I miei genitori abitano a New York quindi io sono sola in una città di cui conosco solo il nome" incominciai a singhiozzare con gli occhi lucidi "Mi dispiace dirle questo ma vede io non so più chi sono e non ho più niente..." qui iniziai a piangere sul serio "mi scusi tantissimo" finì ormai in lacrime.

"Signorina mi dispiace non ne ero al corrente, non si preoccupi sono situazioni difficili. Se deve parlare con qualcuno venga da me vedrà, che andrà tutto bene"

"La ringrazio moltissimo per la sua disponibilità, mi scusi ancora" dissi uscendo asciugandomi le lacrime.

Sono sempre stata brava a fingere, pure la preside si commosse, aveva scelto la persona sbagliata contro cui mettersi la prof.

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