Lei di mattina

1K 59 4
                                    

Erano le 7:15 del giorno dopo quando mi alzai. Avevo puntato la sveglia a quell'ora ma mi ero alzato qualche attimo prima che suonasse.
L'hotel in cui alloggiavo era carino e confortevole tutto sommato. Avevo già detto di portarmi qualcosa in più per colazione e sistemarla in modo che potessi portarla via. Alle 8:00 e qualche minuto ero già fuori l'albergo per dirigermi da Emma. Suonai al piano sotto e Francesca mi aprì subito.
"Stavo andando a svegliarla. Fallo tu oggi."
"Ho preso la colazione per noi."
"Io l'ho già fatta."
"Frá...stai cercando di..."
"Di lasciarvi soli per chiarire..."
"Io la amo ancora..."
"Anche lei,fidati."
"La sento distante però..."
"Vedrai che si scioglierà appena saprà tutto..."
"Tutto che? Cioè come fai a sapere.."
"La Baffy,ma tranquillo Emma non sa nulla. Tina me lo ha raccontato perché era stufa del fatto che ti insultassi anche io."
"Lei non deve sapere nulla ancora."
"Non sa nulla. Si è solo accorta che io sono di nuovo 'morbida'nei tuoi confronti,si fa tante paranoie ma ne è felice. Dice che ti deve odiare solo lei."
"Quello che penso anche io."
Dissi prima che entrambi scoppiassimo a ridere.
Iniziai a salire le scale con quel vassoio in mano e aprì la porta.
Sapevo esattamente dove si trovava ogni singola cosa in quella casa ed era bello vedere che non era cambiato nulla.
Così sistemai tutto sul tavolo,accesi la moka e mi diressi in camera sua.
Era un groviglio con le coperte abbracciata ad un cuscino con uno dei peluche che le avevo regalato vicino. Mi veniva quasi da piangere a vedere che stringeva quel leoncino anziché stringere me e la colpa era solo mia. Questa settimana sarebbe anche servita a questo,a dirle la verità. Aprì un po la serranda per fare entrare la luce e spegnere la lampada. Iniziava a muoversi. Così l'accarezzai,e spontaneamente disse "Mattia" prima di aprire gli occhi.
"Ti ho spaventato?"
"No,ho riconosciuto il tuo profumo. Sei puntuale."
"Decisamente."
"Ok il tempo di mettermi a posto e fare colazione e iniziamo..."
"L'ho portata io la colazione."
Fece un mezzo sorriso prima di tornare fredda e impassibile.
"Ok rettifico. Mi metto a posto,magno la colazione portata da Briga e iniziamo."
Sapeva che odiavo quando mi chiamava così,volevo tenermi ancora distante,ma non glielo feci notare e in modo maturo le risposi "Te aspetto di lá.."
Lei annuì quasi incredula dal mio modo di risponderle,dopo poco mi raggiunse in cucina.
Le bastava davvero poco per mettersi a posto.
"Ho ancora il cuscino stampato in faccia ma va beh diciamo che mi sono messa a posto." Borbottava mentre mi raggiungeva in cucina prima di rimanere incantata di fronte a quello che le avevo preparato. "So quanto ami le fragole ricoperte di cioccolato."
Non sapeva cosa dire,così si sedette di fronte a me,a debita distanza.
"Tu non hai mangiato?"
Mi chiese mentre anche lei constatava che i vassoi erano ancora intatti.
"No,ti ho aspettato."
"È stato carino da parte tua."
"Ti ho sentito prima...." le dissi mentre con mezza fragola in bocca mi osservava"......Non hai bisogno di metterti a posto"
"Mattia non.."
"Volevo solo ricordatelo." Le dissi azzittendola...
"Non le ho mai assaggiate col cioccolato bianco..."
"Sò buone.." le dicevo mentre lentamente ne iniziavo a morderne una."Mordi la mia. "
Mi guardò in modo interrogativo,non voleva farlo ma dentro di lei lo sapevo che non desiderava altro. Glielo leggevo negli occhi.
Così senza rispondermi sì alzo per poi sedersi vicino a me.
Le avvicinai la fragola e lei poggiò una mano sulla mia fissandomi mentre la mordeva,pochi secondi prima di staccarsi.
"È buona."
"Fosse perché era la mia."
"Dividiamocene un'altra..."
Disse mentre iniziò a mordere un'altra fragola per poi imboccarmi.
Non lo sò che cosa stava succedendo,forse inconsciamente stavamo facendo l'amore in quel modo. Senza toccarci ma sentendosi l'uno dentro l'altro lo stesso.
"Iniziamo?" Disse mentre il sguardo si era rilassato.
"Sì."
E così ci sedemmo a terra e iniziammo a valutare il testo e le eventuali modifiche da fare prima di registrarla.
Si era fatta l'ora di pranzo nel frattempo e Francesca molto carinamente ci portò del cibo da fastfood,che potevamo mangiare in maniera veloce;infatti restammo a terra a mangiare. Non aveva perso l'abitudine di assaggiare le mie cose,glielo lasciai fare,era serena. Per un po i problemi avevano lasciato il posto ad una serenità che sicuramente era solo apparente ma che mi faceva stare bene,era ciò di cui avevo bisogno.
Erano le 16:00 ed avevamo finito. Ero pronto per tornare in albergo.
"Bene io vado allora..."
"Esci?"
"No torno in albergo...visto che abbiamo finito..."
Vado per prendere il mio giubbotto quando lei mi ferma per un braccio,"se ti va resta per cena,stiamo facendo le pizze..."
"No Emma davvero non voglio creare disturbo."
"Non ne crei...."disse mentre con entrambe le braccia mi abbassava il giubbino quasi togliendolo..
"Non voglio che tu ti senta nervosa a vedermi girare per casa.."
"Non lo sò neanche io perché ti sto trattenendo,perché dentro di me è ancora vivo il rancore per ciò che mi hai fatto,ma sento che passerei una serata infernale a saperti da solo in una città che non conosci senza nessuno con cui stare..."
Il suo sguardo tornava ad essere quello di sempre,ormai rilassato e dolce.
Così le accarezzai il viso con entrambe le mani e lei mi lasciò fare,chiudendo gli occhi.
"Ci tieni ancora...a noi...."
Lei cercò di scapparmi dalle mani perché quelle parole l'avevano messa in difficoltà...
Ma la rincorsi e mi posizionai davanti a lei,di nuovo.
"Non era una domanda...Lo penso io..."
"Eh...puoi pensare ciò che vuoi..."
"Lo sò..."
Le dissi lanciandole un sorriso e dandole un leggero pizzicotto sulla guancia. Lei ricambiò dandomi un leggero pugno sullo stomaco. Stavamo ritornando ad essere noi.....




EMMA
Oggi avevamo iniziato a lavorare ed avevo già una sensazione strana dentro di me. Quelle farfalle che svolazzavano dentro di me non erano mai morte,e stamattina ne avevo avuto la conferma. Avevo sentito il suo profumo in tutta la stanza e avevo riconosciuto la sua mano su di me ad occhi chiusi. Mi aveva mangiato con gli occhi come se fossi una delle fragole che aveva portato e questa sensazione mi mancava,sentirmi desiderata mi mancava. Non lo avevo perdonato ma lo volevo vedere camminare per casa,volevo vederlo girare in un luogo come questo che sembrava appartenergli perché ne conosceva tutti gli angoli,un po come me; lo volevo nella mia vita con i tutti i suoi problemi che inevitabilmente diventavano miei.
Era sul divano a fissarmi,mi sentivo i suoi occhi addosso come se mi volessero spogliare da un momento all'altro,privarmi di tutte le mie certezze;poi lo guardavo e lui distoglieva di colpo lo sguardo per spostarlo sulla tv.
L'ultima volta che avevo fatto le pizze eravamo io e lui,era passato solo un mese eppure era cambiato tutto da allora. Eravamo entrambi in grembiule,con i nostri nomi ricamati,un regalo che ci eravamo fatti,ed eravamo più sporchi e pensavamo più che altro a giocare che a cucinare... Mi aveva stretto da dietro,lo avevo riempito di farina e in quel bancone avevamo fatto l'amore e le pizze furono ordinate in pizzeria,alla fine. Adesso avevo il mio grembiule intatto addosso,il suo posato in un cassetto e lui sul divano,che si manteneva distante da me.
"Sei diventata più lenta eh..." disse iniziando a stuzzicarmi..
"Vuoi rimanere a digiuno stasera?"
"Damme il mio grembiule ti faccio vedere io come si fá na pizza!" Disse alzandosi di colpo dal divano per raggiungermi in cucina..
"Quindi tu ti fai la tua?"
"Sì ma assaggio anche la tua!"
"Non se ne parla nemmeno è già tanto che ti sto dando la possibilità di mettere piede nella mia cucina."
"Risolvemo tutto con un pari e dispari come sempre,tanto o sei che perdi Brown.."
"Lo vedremo Briga."
Nel frattempo aprì il cassetto e indossò il suo grembiule,c'era inciso



BRIGA.
Mi voltai per guardarlo e incrociai il suo sguardo,diverso da prima perché era più serio,quasi nostalgico. Ma gli stavo permettendo ancora di starmi vicino nonostante tutto perché la sua vicinanza era la cosa che mi faceva stare bene dopo giorni in cui mi sentivo morire.
Si mise vicino a me,lo avevo a pochi centimetri di distanza e anche se c'era Francesca con noi io sentivo solo la sua presenza.
"Me sa che a tua viè più bona stasera."
"Non mi inganni,non te la cedo."
"Non te faccio pena,guarda che piccola a mia. Io ho bisogno de magná de più de te."
"Fattela più grande."
"Me hai rimediato lo scarto della pasta,questa c'era eh.."
"Fammela leggera che la prendo io questa,ma solo per stavolta."
"Grazie amò..."disse in modo spontaneo per poi rendersi conto che aveva fatto un errore immenso.
Francesca aveva infornato le pizze e io ero scappata in balcone a fumare e a chiedermi cosa impedisse a noi di amarci,aldilà del tatuaggio. Lui mi raggiunse dopo poco con un plaid e me lo poggio sulle spalle;"Io davvero non so come mi è uscito se te sei incazzata te chiedo scusa."
"Non ti devi scusare. Non siamo mica due estranei....."
"Emma...."
Disse mentre io mi voltai per nascondere le lacrime che mi stavano bagnando il viso..
"Sì....."
Gli dissi voltandomi ancora...
"Io mangio e vado via..Mi sento stanchissimo..."
"Va benissimo..."
"Oh..disse inginocchiandosi di fronte a me che ero rimasta seduta,mettendo le mani sulle mie gambe.
"Non piangere."
"Na parola,ma tu che cazzo ne sai."
"So che ti amo,ancora."
"E quindi? Cazzo me ne faccio del tuo amore? Sto a soffrire come un cane Mattia e tu non puoi fare niente per cambiare le cose,almeno che non ti tagli una gamba."
"Ne parleremo di questo..."
"Di tagliarti una gamba? È il mio sogno notturno delle ultime settimane."
"No,disse con un mezzo sorriso,de sto tatuaggio ne parleremo."
"E se io non volessi aspettare te che ti decidi?"
"Se non vuoi aspettare non piagnere..."
"Mi hai in pugno Mattia..."dissi abbandonando ogni sorta di difesa...
"Io ti ho nel cuore,e non ce sta nessuna al posto tuo."
"Perché ti credo ancora,nonostante tutto?"
"Perché mi ami,nonostante tutto."

"Oh ragazzi le pizze" e ci dirigemmo a tavola dove la tensione si tagliava col coltello.
Mi aiutò a sparecchiare e dopo l'ultima sigaretta della serata decise di andare.
"Vado...." e nel frattempo con una mano sulla mia pancia mi avvicinava a lui baciandomi una guancia. Non opposi resistenza,anzi avrei voluto dire:"non andare resta." Ma l'unica frase che mi uscì dalla bocca fù "ok..." Nel modo più distaccato del mondo... "a domani" e si chiuse la porta alle spalle,lasciandomi con ancora più paure di prima.

La risposta é negli occhi 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora