Capitolo trenta

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"E cosi abbiamo una lavoratrice tra di noi" scherzò Niall, dandomi una gomitata e facendomi quasi cadere le patatine posate sul mio grembo.

Ridacchiai e scossi la testa, continuando a sgranocchiare patatine.

Mi ero subito precipitata da loro non appena saputa la notizia, almeno avrei passato del tempo prima di stasera.

"Quando comincerai?" Domandò Louis, immergendo la mano nella ciotola di quelle che erano le mie patatine.

Gli lanciai un'occhiata fulminante e lui in risposta mi fece l'occhiolino, alzai gli occhi al cielo e continuai a mangiare.

"Domani dopo la scuola" annuì e tornò a guardare la tv, dopo aver guardato a lungo ognuno di noi presente li.

Sentimmo dei passi provenire dalle scale e ci voltammo, vedendo Zayn abbastanza incazzato e che continuava a sbuffare con il telefono attaccato all'orecchio.

"Cos'ha?" Sussurrai a Niall, che fece spallucce, cosi mi voltai dall'altra parte e lo chiesi a Louis.

"Problemi con la sua ragazza." Alzò gli occhi al cielo - forse infastidito anche lui dal solo nominare la bionda - e per poco non mi affogai con le patatine, al sentire 'la sua ragazza'.

Louis mi guardò spaventato e battè la mano sulla mia schiena più volte. Alzai una mano come per dire che stavo bene e mi alzai, dirigendomi in cucina e andando a bere qualcosa.

Per qualche strano motivo mi sentivo presa in giro, insomma.. Da tutti quei baci che ci siamo scambiati non ha ancora rotto con quell'oca?

Ma magari lui lo fa tanto per, magari ama davvero quella ragazza e non prova per me ciò che io provo per lui.

Entrai nella cucina chiudendo subito la porta dietro di me, prendendo un profondo respiro e cercando di non crollare proprio in quel momento.

Mi avvicinai alla dispensa e presi un bicchiere, aprii poi il frigorifero e presi una bottiglia d'acqua. Riempii il bicchiere e lo portai alle labbra, appoggiandomi di spalle al piano cucina.

Sentii la porta aprirsi e mi voltai verso di essa, vedendoci entrare Zayn che si guardava intorno come se avesse perso qualcosa.

Poi posò lo sguardo su di me e si rilassò, prese un respiro e chiuse la porta dietro di se, avvicinandosi a me lentamente.

Mandai giù tutta l'acqua che c'era nel bicchiere e lo posai nel lavello, mi voltai e trovai il moro esattamente di fronte a me.

"Dove lavorerai, quindi?" Sussurrò con voce calda e profonda, sentendo il suo respiro sul mio viso e avvicinò una mano per spostare una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Deglutii e non staccai per un secondo gli occhi dai suoi, "dove lavora Summer, nel negozio del centro"

Annuì e portò la mano che aveva ancora sulla mia guancia, lungo la mascella e il collo, scendendo fino alle clavicole, tracciando il tutto con i polpastrelli delle dita e causandomi un mare di brividi.

Lui sorrise notando il mio effetto e sentii il sangue affluire sulle guance. Abbassai lo sguardo e si avvicinò con il viso, strofinando il naso sulla mia guancia e lasciandone un leggero bacio.

Rabbrividii e mi voltai lentamente, notanto l'estrema vicinanza e sentii il fiato mancarmi, vedendo quelle labbra cosi vicine a me ma non poter fare nulla.

Come me, osservò le mie labbra a lungo. Posò poi una mano dietro la mia schiena e una sul mio fianco, avvicinandomi a lui e facendo scontrare i nostri petti.

Le emozioni che sentivo erano indescrivibili, le cosiddette farfalle nello stomaco avevano cominciato a svolazzare e facevo persino fatica a respirare.

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